Si tratta della principale figura femminile del romanzo importante, però, soprattutto per il legame che la vede collegata a Renzo e per le vicende che la interessano da cui emerge, comunque, una sua particolare complessità.
Alessandro Manzoni la presenta come una giovane contadina dalle umili origini educata secondo la severa tradizione religiosa dell’epoca da cui deriva la grande devozione e l’immenso rispetto per tutto quello che riguarda la fede e la dottrina cristiana.
L’autore ne descrive appena la normale bellezza, il fascino privo di particolari caratteri dominanti e piuttosto semplice nel complesso. D’altronde parliamo di una giovane filatrice che non si è mai allontanata dal paese dove è nata è che non presenterà mai particolari velleità e ambizioni se non quella di sposarsi con Renzo.
Forse, l’elemento che più di tutti diventa tipico della figura di Lucia nella narrazione de “I Promessi Sposi” è quello legato al suo essere quasi l’incarnazione della purezza e della semplicità umana.
Ad esempio, quando Renzo dopo essersi incontrato con Don Abbondio e aver scoperto che nel’improvviso ritardo del matrimonio c’è di mezzo Don Rodrigo, vengono palesate tutte le intenzioni vendicative del giovane proprio nei confronti di quest’ultimo. Ma basterà al giovane pensare all’amata Lucia per ritrovare una positiva e pacifica tranquillità. Quindi parliamo di Lucia come di una persona ispiratrice di sentimenti onesti e caratterizzata non da una femminilità prorompente e provocante bensì, al contrario, da un esser donna in maniera semplice, sana, pulita e allo stesso tempo efficace al punto di attirare su di se anche le attenzioni del temibile Rodrigo.
Parliamo, inoltre, di una giovane che ha perso il padre in tenera età e che ha nella madre l’unico spirito guida.
Ma un momento importante della vicenda in cui Lucia ricopre un ruolo determinante è quello della “notte degli imbrogli” in cui i due promessi sposi, recatisi clandestinamente nell’abitazione del curato grazie anche all’appoggio di Tonio e Gervaso, devono tentare di risolvere le loro nozze.
Ebbene, se da un lato troviamo in Renzo una fredda determinazione nella giovane possiamo, invece, rilevare una forte preoccupazione e contrarietà per quella soluzione avventata e di certo disonesta. Cosa farà Lucia quando Abbondio accortosi dell’inganno la copre con con un tappeto per evitare che pronunci la formula? Praticamente non reagisce, non proferisce parola e il tentativo escogitato da Renzo e Agnese fallisce.
Però è proprio nel proseguo immediato della storia che la troviamo nuovamente protagonista e artefice di quello che sarà il passo successivo, ossia il coinvolgimento di padre Cristoforo.
Anche se probabilmente non appare, Lucia rappresenta un personaggio abbastanza complesso.
La sua innocenza, infatti, non è sinonimo di ingenuità e la sua volontà di sposare Renzo è assolutamente manifesta, salvo però voler raggiungere il matrimonio senza sotterfugi.
Diventa facile comprendere la controvoglia con cui la giovane aveva seguito Renzo in casa del curato, ma più difficile riuscire ad interpretarne realmente l’animo. La giovane rifugge qualsiasi espressione di violenza prodotta dal giovane anche quando lo stesso si riferisce a Don Rodrigo, ma è pronta a escogitare una soluzione prendendo in considerazione proprio l’aiuto dell’amico francescano Cristoforo. Si fida di lui perché crede in Dio e nella giustezza delle persone di Chiesa.
Naturalmente anche nel caso del suo rapimento escogitato dall’Innominato e Egidio, ma con la complicità della Monaca di Monza, si tratta di una fiducia che non possiamo definire ingenua.
Ricordiamo, infatti, come sia Gertrude a trovarsi in una posizione tale da indurre la giovane comunque a riporre in lei la sua fiducia.
Più avanti ancora nella storia, e per la precisione nel momento in cui L’Innominato va a farle visita nella casa della vecchia dove è stata condotta, Lucia da segno della sua forza d’animo e della sua risolutezza: pur spaventata dalla presenza dell’uomo lo affronta con coraggio mostrandosi pronta addirittura alla morte.