Dove: il palazzo della famiglia di Gertrude, a Milano; il monastero di Monza.
Quando: alcuni anni nel flashback sulla biografia di Gertrude; 11 novembre 1628 nel racconto principale.
Chi: Gertrude, il principe, la principessa, il principino, la vecchia domestica, la badessa, il vicario delle monache, Egidio, la conversa (nel flashback); Lucia e Agnese (nel racconto principale).
Sintesi
Il colloquio di Gertrude con il padre e il consenso alla monacazione
Ricevuta le lettera di Gertrude, il principe sfrutta immediatamente il momento favorevole e strappa alla figlia il consenso alla monacazione, mostrando di interpretare come una piena accettazione della vita religiosa quella che, in realtà, era solo una generica esclamazione dettata dallo stato d'animo di abbattimento e di vergogna in cui Gertrude si trovava. Incomincia cosi la successione degli impegni mondani: la passeggiata in carrozza con i familiari, poi le visite di congratulazioni di parenti e conoscenti: Gertrude, come in un sogno, si lascia travolgere dagli eventi.
La richiesta ufficiale alla badessa
Il giorno successivo, tutta la famiglia si reca in visita al convento, perché la consuetudine vuole che l'aspirante monaca rivolga alla badessa la domanda ufficiale di essere ammessa alla vita claustrale. Gertrude comprende che questo è un nuovo passo sulla via della consacrazione religiosa, ma gli occhi imperiosi del padre troncano in lei l'iniziale esitazione. Al termine di quella giornata, Gertrude ribadisce la sua sudditanza al padre, scegliendo la "madrina" che l'assisterà nel periodo precedente all'entrata in convento.
L'esame del vicario delle monache
La mattina seguente, Gertrude deve sostenere l'esame del vicario delle monache, un ecclesiastico incaricato di provare la sincerità delle vocazioni. Rispondere alle sue domande in modo veritiero significherebbe raccontare l'episodio del paggio e affrontare poi il principe: Gertrude non ne ha il coraggio e preferisce perseverare nella menzogna, superando cosi l'esame.
Il noviziato, la professione dei voti perpetui e la vita in convento
Esausta dei riti mondani a cui è tenuta a partecipare e che aggravano il suo tormento, Gertrude chiede di entrare il più presto possibile in convento. Dopo dodici mesi di noviziato, pronuncia i voti perpetui. Ma neppure questo passo l'aiuta ad accettare il nuovo stato e a trarre dalla vita religiosa la tranquillità. Si dibatte fra stati d'animo contrastanti che si riflettono nei suoi atteggiamenti esteriori: in particolare verso le educande, di cui è stata fatta maestra, oscilla tra modi burberi, astiosi e confidenze eccessive e inappropriate.
L'incontro con Egidio, la tresca e il delitto
Dopo alcuni anni di questa vita, l'incontro con Egidio, un malfattore che vive accanto al convento, trascina Gertrude in una relazione che all'inizio sembra portare nuova vitalità, ma presto si rivela fonte di un intollerabile rimorso. Per evitare uno scandalo, infatti, viene uccisa una conversa che era al corrente della tresca amorosa
La protezione accordata a Lucia
È trascorso un anno dal delitto, quando Lucia e Agnese sono accolte nel convento. Il narratore torna al racconto principale, accennando alle domande indiscrete e maliziose che Gertrude rivolge a Lucia circa i suoi rapporti con don Rodrigo, Lucia ne rimane confusa e intimorita, ma Agnese la rassicura con una delle sue teorie sui "signori", sempre un po' bizzarri.
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