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Capitolo 13 I Promessi Sposi - Riassunto

Riassunto del tredicesimo capitolo (cap. XIII) del romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.


Dove: a Milano

Quando: il pomeriggio dell'11 novembre 1628.

Chi: il vicario di Provvisione, la folla, Renzo, Antonio Ferrer, il cocchiere di Ferrer.



Sintesi


L'assalto alla casa del vicario di Provvisione
La folla inferocita si dirige alla casa del vicario dove, tempestando di pietre la porta manifesta i suoi propositi omicidi. L'arrivo dei soldati è tardivo: domare i rivoltosi risulta ormai problematico; non resta che stare semplicemente a guardare. Tra la folla spicca un vecchio che proclama di voler inchiodare il vicario alla porta del suo palazzo. Renzo, che già aveva provato orrore nell'ascoltare i propositi omicidi della folla, ora esprime a voce alta il suo dissenso, tirandosi addosso la reazione rabbiosa del vecchio. Per sua fortuna, l'arrivo di una scala, portata nel tentativo di assaltare la casa attraverso il tetto, distrae l'attenzione di quanti già vedevano in lui un nemico (una spia del vicario, o addirittura il vicario travestito). Renzo comincia però a pensare di uscir dalla folla per tornare al convento dei cappuccini.


L'intervento di Antonio Ferrer e la collaborazione di Renzo per salvare il vicario
In tanto si sparge tra la folla la voce dell'arrivo di Ferrer. Il gran cancelliere, infatti, avanza sulla sua carrozza, lasciando intendere che viene per portare in prigione il vicario. Ovviamente non è questa la sua intenzione, ma il suo intervento è comunque positivo: approfittando del suo ascendente sulla folla, riconoscente del fatto che era stato lui a ribassare il prezzo del pane, Ferrer riesce a scongiurare il peggio, dando forza al partito dei moderati. Renzo, affascinato dall'aspetto del gran cancelliere e da sempre ostile alle intenzioni violente nei confronti del vicario, si prodiga per facilitare il procedere della carrozza, interpretando i sorrisi che diplomaticamente Ferrer distribuisce quasi come un personale ringraziamento. Alla fine la carrozza riesce a raggiungere la casa del vicario: Ferrer scende in atteggiamento istrionico ed entra nel palazzo.


Ferrer prende in consegna il vicario
L'impaurito vicario esce dal suo nascondiglio: ora si tratta di portarlo in salvo. Ferrer lo fa nascondere nel fondo della carrozza e, per tutto il tragitto inverso, continua a parlare alla folla, tenendola a bada con promesse di giustizia e di processi al vicario. Finalmente fuori dalla calca, si preoccupa poi delle reazioni che le autorità a lui superiori — il governatore, il conte duca e il re — avranno nei confronti dei fatti di Milano; al vicario, che esprime il proposito di ritirarsi dalla vita politica, risponde con sufficienza che farà ciò che risulterà più utile alla corona spagnola. Intanto, lo accompagna nel castello difeso dai soldati.


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