Agnese si fa leggere e spiegare la lettera dal cugino Alessio |
Dove: nel Monferrato e a Milano (per quanto concerne i fatti connessi alla guerra), nel paese del bergamasco in cui vive Renzo, nel paese di Agnese, nella casa di donna Prassede a Milano.
Quando: dal dicembre 1628 all'autunno 1629.
Chi: don Gonzalo Fernandez, Carlo Gonzaga duca di Nevers, Carlo Emanuele I di Savoia e altri personaggi storici coinvolti nella guerra, Renzo, Agnese, Lucia, donna Prassede, don Ferrante.
Sintesi
La guerra per la successione al ducato di MantovaIl narratore apre il capitolo con un ragguaglio retrospettivo sui fatti della guerra in corso per la successione al ducato di Mantova e del Monferrato. Da un lato, a favore di Carlo Gonzaga duca di Nevers, erano schierati i Francesi, i Veneziani e il papa; dall'altro, a favore di Ferrante duca di Guastalla, gli Spagnoli e Carlo Emanuele duca di Savoia, che aspirava a impadronirsi di una parte del Monferrato. Questo territorio era stato invaso dagli Spagnoli e dal duca, ma Casale, la città assediata da don Gonzalo, opponeva resistenza. La situazione era a questo punto, quando don Gonzalo era stato costretto a tornare a Milano dopo i tumulti di San Martino. La sua insistenza presso le autorità veneziane, perché individuassero Renzo nel loro territorio, era pertanto motivata soprattutto dal desiderio di mostrare loro che le difficoltà incontrate a Casale non lo preoccupavano.
La corrispondenza epistolare fra Renzo e Agnese
Renzo, passata la prima paura per le ricerche sul suo conto, cerca di mettersi in contatto epistolare con Agnese. Le difficoltà sono molte, sia perché ignora dove si trovino al momento le donne sia perché il riferimento a fra Cristoforo è venuto meno; inoltre è necessaria l'opera di un intermediario che sappia scrivere e leggere; anche Agnese, del resto, deve superare le stesse difficoltà. Alla fine, il carteggio inizia e Renzo riceve, sebbene in maniera un po' velata, la notizia del voto e l'invito a mettersi il cuore in pace, insieme con i cinquanta scudi della somma donata dall'innominato: la sua risposta è, come prevedibile, accesa e concitata.
I tentativi di Lucia di dimenticare Renzo e le insistenze di donna Prassede
Lucia prova sollievo quando Agnese le fa sapere che Renzo è vivo e si impegna a cercare di dimenticarlo, lavorando assiduamente e pregando. Ma è un compito difficile, tanto più che donna Prassede, con le sue insistenze sulla necessita di chiudere la storia con Renzo, non fa che rinverdire il ricordo di lui, costringendo Lucia a prenderne le parti per difenderlo dalle accuse infondate mosse nei suoi confronti. Per sua fortuna, Lucia non è l'unica destinataria della missione di benefattrice che donna Prassede si è scelta: le sue cinque figlie, tre monache e due sposate, sono oggetto anch'esse dell'invadenza della gentildonna. L'unico a sottrarsi alla sua autorità, lasciandola libera di spadroneggiare in casa, ma in fatti che non lo riguardino, è don Ferrante.
La biblioteca di don Ferrante
Don Ferrante è solito trascorrere molto tempo nella sua biblioteca, in letture che spaziano dall'astrologia alla filosofia, alle scienze naturali, alla magia e stregoneria, alla storia, alla politica, alla scienza cavalleresca. La sua, più che cultura, è erudizione che segue le tendenze del suo secolo, in maniera oltretutto alquanto superficiale e acritica: il narratore lascia trapelare il suo commento ironico e, nel chiudere la digressione, avanza il dubbio che il lettore del romanzo sia ben interessato all'argomento.
Un salto in avanti nel racconto e un cenno a grandi avvenimenti pubblici
Il narratore conclude il capitolo affermando che la situazione dei personaggi rimane più o meno invariata per circa un anno, fino all'autunno del 1629. Accenna inoltre a grandi avvenimenti pubblici, alcuni dei quali toccheranno da vicino i nostri personaggi, rinviando ai capitoli successivi l'illustrazione di questi fatti.
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