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Purgatorio Canto 6 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del sesto canto (canto VI) del Purgatorio dantesco.
Sordello da Goito inginocchiato di fronte a Virgilio, illustrazione di Gustave Doré.

Tempo: domenica di Pasqua 10 aprile 1300, prime ore pomeridiane

Antipurgatorio: È la parte bassa della montagna del Purgatorio, che comprende la spiaggia e la prima fascia, i primi tre balzi della costa. Qui i penitenti cominciano a espiare dovendo attendere un determinato periodo di tempo prima di poter salire alle vere cornici del Purgatorio dove purgare con pene fisiche i propri peccati.

BALZO II

Personaggi: Dante, Virgilio, Sordello, Benincasa da Laterina, Guccio de’ Tarlati, Federigo Novello, Gano Scornigiani, conte Orso degli Alberti, Pier della Broccia

PENITENTI E PENA: Spiriti negligenti

Terza schiera: i morti di morte violenta. Sono coloro che hanno subito l’omicidio e hanno atteso il momento estremo della loro vita per pentirsi. Come i pigri del primo balzo, devono attendere nell’Antipurgatorio un tempo pari alla loro vita prima di salire a purificarsi sulle cornici del Purgatorio. Camminano lentamente, come in processione, cantando in coro il Miserere.



Sintesi

Altri morti di morte violenta
Dante promette preghiere in suffragio delle anime che gli si accalcano attorno, tra le quali riconosce persone a lui note. Rimasto solo con Virgilio, gli chiede spiegazioni sul passo dell'Eneide in cui si afferma che le preghiere non possono mutare il decreto divino.


Le preghiere umane e la volontà divina
Virgilio afferma che si sbaglia chi ritiene che le preghiere non modifichino la volontà di Dio, ma comunque la pena rimane la stessa: viene soltanto soddisfatta in un modo diverso. Quanto al passo dell'Eneide — aggiunge — allora non poteva esserci compensazione della colpa attraverso preghiere, perché, trattandosi di pagani, esse non arrivavano a Dio.


Sordello
È ormai tardi e Dante sollecita la sua guida a riprendere prontamente l'ascesa. Virgilio, dopo aver anticipato che passeranno alcuni giorni prima di arrivare sulla cima del Purgatorio, si dirige verso uno spirito solitario, che guarda con insistenza nella loro direzione, per chiedergli la via. Si tratta di Sordello, nativo di Mantova, il quale. appena sente che Virgilio è suo conterraneo, lo abbraccia senza neppure dargli il tempo di continuare a parlare.


La triste condizione dell'Italia: la Chiesa, l'impero e Firenze
Dante è talmente colpito dall'amor di patria dimostrato da Sordello che pronuncia una violenta invettiva contro tutti i responsabili della mancata unità e concordia dell'Italia. Attacca l'imperatore, che si disinteressa delle sorti della Penisola, ormai preda di barbari nonostante le leggi di Giustiniano; usa parole dure verso la Chiesa, responsabile di intralciare la realizzazione del disegno di porre l'Italia sotto la protezione dell'imperatore; apostrofa infine Firenze, la quale, al pari dì una malata che senza sosta si gira su un fianco e sull'altro per non sentire il dolore, cambia continuamente leggi e istituzioni senza mai risolvere i problemi della città.


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