I superbi in un'illustrazione di Gustave Doré, con tra loro Omberto Aldobrandeschi |
Tempo: Lunedì di Pasqua 11 aprile 1300, fra le dieci e il mezzogiorno.
Luogo: CORNICE I. La cornice, uniforme e larga tre volte il corpo umano, ha la parete e il pavimento di marmo candido, su cui sono scolpite figure e scene edificanti di superbia punita e di umiltà esaltata.
Personaggi: Dante, Virgilio, Omberto Aldobrandeschi, Oderisi da Gubbio, Provenzan Salvani
Penitenti e pena: i superbi. Le anime avanzano curve, portando sul dorso pesanti massi. Con lo sguardo chino vedono effigiati al suolo esempi di superbia punita, e se storcono gli occhi osservano sulla parete della roccia, di marmo bianco, bassorilievi che rappresentano esempi di umiltà esaltata.
Sintesi
Nella prima cornice: tra i superbiSchiacciate dal peso dei massi e camminando attorno alla cornice, le anime dei superbi espiano le loro colpe. Recitano il Pater Noster, implorando da Dio per gli uomini la salvezza eterna. Dante esorta perciò le persone di buona volontà a ricambiare le preghiere, perché quelle anime possano accorciare il tempo di permanenza nel Purgatorio. Virgilio si rivolge poi agli spiriti dei superbi e chiede dove si trovi un passaggio meno ripido.
Omberto Aldobrandeschi
La voce di un'anima nascosta indica la strada. Si tratta del figlio del nobile Guglielmo Aldobrandeschi, il toscano Omberto, noto per l'arroganza generata dal prestigio dei suoi antenati. Morì disprezzando gli altri e portò alla rovina anche i suoi familiari.
Oderisi da Gubbio
Mentre si china per ascoltare le sue parole, Dante riconosce un'altra anima. È Oderisi da Gubbio, famoso miniaturista, che ammette di essere stato superato nella sua arte da Franco Bolognese. In vita non avrebbe mai accettato la sua inferiorità, ma nel Purgatorio ha imparato che la rinomanza terrena è vana. A questo proposito porta gli esempi di Cimabue, che fu superato da Giotto nel campo della pittura; di Guido Guinizelli, che fu offuscato da Guido Cavalcanti nella poesia volgare e di un nuovo poeta che probabilmente presto supererà entrambi.
Provenzan Salvani
Oderisi indica quindi a Dante Provenzan Salvani, la cui fama, enorme in tutta la Toscana dopo la sconfitta di Firenze a Montaperti, è ormai in Siena, sua terra natale, un pallido ricordo. Il poeta ringrazia Oderisi per le sue parole, che mitigano la sua personale superbia rendendolo umile, e chiede come mai a Provenzan Salvani sia stato concesso di giungere in Purgatorio cosi rapidamente. Oderisi risponde che riuscì a meritare questo privilegio umiliandosi a chiedere pubblicamente ai suoi concittadini i mezzi per riscattare un suo caro amico prigioniero di Carlo d'Angiò.
LEGGI ANCHE: Purgatorio Canto 11 Analisi e Commento