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Purgatorio Canto 12 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del dodicesimo canto (canto XII) del Purgatorio dantesco.
Aracne, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: lunedì di Pasqua 11 aprile 1300, verso mezzogiorno.

CORNICE I: La cornice, uniforme e larga tre volte il corpo umano, ha la parete e il pavimento di marmo candido, su cui sono scolpite figure e scene edificanti di superbia punita e di umiltà esaltata.

SCALA ALLA CORNICE II

Personaggi: Dante, Virgilio, Angelo dell’umiltà

Penitenti e pena: Superbi. Le anime avanzano curve, portando sul dorso pesanti massi. Con lo sguardo chino vedono effigiati al suolo esempi di superbia punita, e se storcono gli occhi osservano sulla parete della roccia, di marmo bianco, bassorilievi che rappresentano esempi di umiltà esaltata.



Sintesi

Scene di superbia punita
Dante cammina curvo al fianco di Oderisi da Gubbio, ma viene richiamato da Virgilio perché affretti con lui il passo verso la meta. Egli lo segue obbediente e Virgilio gli indica le immagini in rilievo che ricoprono il pavimento della cornice e che rappresentano scene di superbia punita.


Lucifero, Briareo, Nembrot e altri superbi
Da un lato della strada Dante contempla Lucifero, precipitato giù dal cielo; dall'altro lato il brigante Briareo, trafitto dal fulmine celeste, mentre Villo, Pallade e Marte guardano le membra sparse dei giganti uccisi. Ci sono ancora Nembrot, autore della torre di Babele; Niobe con i suoi sette figli e sette figlie; Saul, morto suicida; Aracne, già trasformata per metà in ragno; Roboamo, il figlio di Salomone; Alcmeone mentre uccide la madre, la superba Erifile, per vendicare la morte del padre; inoltre i figli di Sennacherib, che nel tempio trucidarono il padre; Ciro, straziato dalla regina Tamiri dopo la sconfitta dell'esercito persiano; la fuga degli Assiri dopo l'uccisione di Oloferne e infine la distruzione di Troia.


L'angelo dell'umiltà
Mentre avanza, Dante riflette sul significato delle immagini scolpite, ma Virgilio lo richiama alla realtà indicandogli il sopraggiungere dell'angelo dell'umiltà. La creatura celeste esorta i due poeti a seguirlo fino ai gradini che segnano l'accesso alla seconda cornice, dove assicura il poeta che la salita sarà agevole. Intanto l'angelo canta soavemente Beati i poveri in spirito, e l'armonia del canto richiama a Dante, per contrasto, i lamenti feroci del regno infernale.


La sensazione di leggerezza di Dante
Salendo i gradini, Dante si sente più leggero e chiede spiegazione a Virgilio. Il maestro gli rivela che, toccandolo con le ali, l'angelo ha cancellato una delle sette "P" impresse sul suo capo, e che, quando anche le rimanenti saranno sparite, le sue gambe cammineranno veloci, senza alcuna fatica, verso l'alto.


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