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Paradiso canto 14 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del quattordicesimo canto (canto XIV) del Paradiso dantesco.
La Croce con Cristo, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua

Luogo:
CIELO QUARTO: SOLE
Si presenta come una sfera che riluce in modo particolare per l’astro che in essa ha sede, ed è costellata di splendori ancora più ardenti costituiti dalle anime beate.

CIELO QUINTO: MARTE
Si presenta come un cielo che risplende di un rosso ardente e infuocato, attraversato da due raggi di luce intensissima posti a croce su cui lampeggia la figura di Cristo.

Intelligenze motrici: Potestà (Sole), Virtù (Marte)

Personaggi: Beatrice, Dante, Salomone

Spiriti beati: Spiriti sapienti (cielo del Sole)
Si presentano come splendori eccezionalmente ardenti che costellano il cielo. Dodici di queste luci si dispongono a cerchio intorno a Dante e Beatrice, danzando e cantando in modo sublime. Una nuova corona di dodici beati si dispone intorno alla prima e si unisce alla danza e al canto.



Sintesi

Spiriti combattenti per la fede (cielo di Marte)
Sono le anime di coloro che, come i martiri e i crociati, scesero fisicamente in campo per affermare e far trionfare la fede cristiana. Si presentano come dei lumi che, compatti, formano nel cielo l’immagine di una croce e si muovono lungo i due bracci di essa. Quando si incontrano sfavillano più ardentemente, e cantano in modo così dolce e sublime che le parole risultano incomprensibili all’udito umano.


La resurrezione dei corpi
Tommaso d'Aquino ha appena terminato di parlare e subito interviene Beatrice per chiedere ai beati di rispondere a due domande di Dante che egli non ha ancora formulato, cioè se i beati manterranno il loro splendore quando riavranno il loro corpo e, in caso affermativo, se i loro occhi saranno capaci di sostenerne la luminosità.


Salomone
Felici di poter esprimere la loro carità, le anime cantano e danzano festanti, quindi lo spirito di Salomone rivela che le anime non solo conserveranno il loro splendore, segno della grande carità che le muove, ma lo accresceranno. La ricostituita unità di anima e di corpo infatti le renderà perfette e, aumentando in loro la grazia divina, crescerà anche la luminosità, che non sarà un ostacolo per la vista, perché gli organi del corpo saranno potenziati e potranno sostenere lo splendore di una beatitudine di qualsiasi intensità. Alle parole di Salomone segue l'Amen degli altri spiriti delle due corone, al cui esterno se ne aggiunge una terza, di luminosità così fulgida che Dante non riesce a sostenerne la vista.


Nel Cielo di Marte: la croce dei beati
Il poeta si rivolge allora a Beatrice, la quale gli trasmette la capacità di guardare verso l'alto; nello stesso momento, egli si sente trasportato nel Cielo rosseggiante di Marte: qui appaiono due fasci di luce posti a forma di croce, entro i quali risplendono fiammeggianti le anime dei combattenti per la fede. Nella croce lampeggia la figura di Cristo in misura tale che il poeta non riesce a descriverla. Gli spiriti si muovono da un lato all'altro e dall'alto in basso lungo la croce, splendendo più vivamente quando si incontrano. Intorno si diffonde un canto dolcissimo, delle cui parole Dante comprende solamente Risorgi e Vinci. L'armonia e la bellezza di quel canto sono tali che nulla fino a quel momento ha avvinto così intensamente a sé il poeta.


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