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Inferno Canto 19 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del diciannovesimo canto (canto XIX) dell'Inferno dantesco.
La bolgia dei simoniaci, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: al sorgere del sole di sabato 9 aprile del 1300.

Luogo: cerchio 8° - bolgia 3°: simoniaci. Le pareti e il fondo della bolgia sono rocciosi, di difficile accesso; nella pietra si aprono fori regolari, di uguali dimensioni e molto profondi poiché ognuno ospita i peccatori che hanno ricoperto nella Chiesa una medesima carica.

Personaggi: Virgilio, Dante, Niccolò III

Simoniaci: Si tratta, per la maggior parte, di ecclesiastici che hanno sfruttato la loro posizione per arricchire sé e la propria famiglia, compromessi col potere politico e avidi di denaro e ricchezze. Sono capovolti nelle fenditure e i loro piedi bruciano di una fiamma rossastra. Quando sopraggiunge un nuovo simoniaco, prende posto, facendo sprofondare in basso gli altri, mentre i suoi piedi restano fuori dalla buca e ardono, con grande sofferenza.



Sintesi

Terza bolgia: tra i simoniaci
Dante è nella terza bolgia dell'ottavo cerchio, luogo di pena dei simoniaci: sono i seguaci di Simon mago di Samaria, il quale chiese a San Pietro di vendergli il potere di infondere lo Spirito Santo alle genti con l'imposizione delle mani. Da quel mago infatti discendono coloro che fanno delle cose sacre una merce da vendere. Dal ponte che la sovrasta, il poeta scorge una valle di pietra trapuntata di fori tondeggianti, specie di pozzetti tutti della stessa dimensione. Da ognuno di essi fuoriescono le gambe dei dannati, visibili sino alle cosce. I piedi, le cui piante ardono dolorosamente dai talloni alle punte, sembrano torce accese e si divincolano senza sosta.


Papa Niccolò III
L'attenzione di Dante viene catturata dal movimento particolarmente frenetico delle gambe di un dannato, sui piedi del quale arde una fiamma più forte delle altre. Virgilio comprende le intenzioni del poeta e lo accompagna, sostenendolo con le sue braccia, al luogo da lui desiderato.


La condanna di papa Bonifacio VIII
Dante si rivolge al dannato chiedendogli chi sia e questi racconta di essere il pontefice Niccolò III della famiglia degli Orsini, salito al soglio per simonia. Avido di denaro per sé e per la propria famiglia, meritò per questo il castigo infernale. Quando il suo posto sarà preso da Bonifacio VIII, la sua anima sarà tratta giù, in fondo al pozzo, appiattita tra le fessure della pietra.


Clemente V e gli altri papi simoniaci
Dopo Bonifacio VIII, giungerà Clemente V, un papa dalle azioni ancora più turpi. Dante si rivolge a Niccolò III rimproverando a lui, e alla gente di Chiesa come lui, di aver mercificato le pratiche religiose. Fino a quando, mentre le gambe di papa Niccolò III scalciano sempre più freneticamente, Dante conclude la sua invettiva addebitando alla donazione di Costantino l'inizio della corruzione della Chiesa. Virgilio ascolta compiaciuto le parole di Dante, poi riprende fra le sue braccia il poeta e risale con lui la bolgia.


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