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Inferno Canto 17 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del diciassettesimo canto (canto XVII) dell'Inferno dantesco.
Gerione, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: sabato 9 aprile 1300, verso l'alba.

Luogo: cerchio 7° girone 3°: violenti contro l'arte, nipote di Dio (usurai). Virgilio e Dante si trovano sul bordo del settimo cerchio e procedono sul margine di pietra, scorgendo verso il basso il sabbione infuocato.

Personaggi: Virgilio, Dante, Reginaldo degli Scrovegni, Catello dei Gianfigliazzi, uno della famiglia degli Obriachi, Gerione

Violenti contro l'arte: Su di loro cade la pioggia di fuoco: siedono lungo i bordi del girone e fissano la borsa che pende al loro collo con lo stemma della famiglia di appartenenza. Inutile è la tresca delle misere mani per cercar riparo dalle fiamme.



Sintesi

Gerione, l'orribile mostro
Virgilio indica a Dante il sopraggiungere di Gerione, l'orribile mostro con il volto dell'uomo giusto (con sembianze normali) e il corpo di serpente, simbolo della frode. Rivolto a Gerione, che ha le zampe di leone pelose fino alle ascelle, la coda appuntita e la pelle a chiazze colorate, Virgilio lo invita ad accostarsi all'orlo del baratro. I due poeti allora scendono verso di lui e, vicini all'argine del pozzo infernale, vedono alcuni dannati seduti sulla sabbia infuocata. Virgilio esorta Dante a intrattenersi con loro finché egli parlerà con il mostro perché li aiuti a raggiungere l'ottavo cerchio.


Le anime degli usurai
Il poeta fiorentino si avvicina alle anime (si tratta degli usurai), ma, pur osservandole attentamente, non ne riconosce alcuna, sfigurate come sono dal fuoco. Si accorge però che ciascuna porta, appesa al collo, una borsa di colore diverso contrassegnata da un simbolo, l'insegna nobiliare della famiglia cui i dannati appartennero. Dante riconosce un leone azzurro su fondo giallo (è uno dei Gianfigliazzi di Firenze) e un'oca bianca su fondo rosso (quella degli Obriachi).


Un padovano tra i fiorentini
Un dannato, che porta impressa sulla borsa una scrofa azzurra su fondo bianco (Reginaldo degli Scrovegni), rivela a Dante di essere originario di Padova, mentre la maggior parte dei dannati di quel luogo è fiorentina. Sbraitando invita quindi il poeta ad allontanarsi, preannunciandogli la venuta tra loro di Vitaliano, suo concittadino, e del grande cavaliere fiorentino Gianni Buiamonte, noto usuraio e bancarottiere, la cui borsa sarà effigiata da tre becchi.


La discesa in groppa a Gerione
Dante torna da Virgilio e lo trova seduto sulle spalle di Gerione, pronto per la discesa nell'ottavo cerchio. Per il timore che la coda del mostro possa fare del male al discepolo, Virgilio lo fa salire davanti a lui e Dante obbedisce terrorizzato. La discesa dei due poeti si svolge sicura e senza inconvenienti, nonostante la folle paura di Dante. Portato a termine il suo compito, il mostro si dilegua rapidamente.


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