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Paradiso canto 17 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del diciassettesimo canto (canto XVII) del Paradiso dantesco.
Monumento equestre di Cangrande, Museo di Castelvecchio, Verona.

Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua

Luogo:
CIELO QUINTO: MARTE
Si presenta come un cielo che risplende di un rosso ardente e infuocato, attraversato da due raggi di luce intensissima posti a croce su cui lampeggia la figura di Cristo.

Intelligenze motrici: Virtù

Personaggi: Beatrice, Dante, Cacciaguida

Spiriti beati: Spiriti combattenti per la fede.
Sono le anime di coloro che, come i martiri e i crociati, scesero fisicamente in campo per affermare e far trionfare la fede cristiana. Si presentano come dei lumi che, compatti, formano nel cielo l’immagine di una croce e si muovono lungo i due bracci di essa. Quando si incontrano sfavillano più ardentemente, e cantano in modo così dolce e sublime che le parole risultano incomprensibili all’udito umano.



Sintesi

La profezia dell'esilio
Incoraggiato da Beatrice, Dante chiede al trisavolo Cacciaguida di svelare quale sarà la propria sorte riguardo all'esilio che gli è stato in precedenza profetizzato. Dopo aver spiegato che gli avvenimenti futuri sono registrati nella mente di Dio, dalla cui visione gli proviene la loro conoscenza, Cacciaguida conferma a Dante che il tempo del suo ingiusto esilio è molto vicino. Gli rivela che la colpa di tale provvedimento, voluto dalla Curia romana, sarà fatta cadere su di lui, che subirà l'ingiustizia; ma la vendetta divina mostrerà agli uomini la verità.


Dolore, umiliazioni e isolamento dell'esule
Cacciaguida lo avverte che dovrà lasciare i suoi cari e che conoscerà l'umiliazione di mendicare il pane altrui, ma il suo dolore più grande verrà dall'ingratitudine di tutti i suoi compagni di fede politica. Perciò Dante si staccherà da loro e il rimanere isolato con le proprie convinzioni gli sarà motivo di gloria. L'avo gli predice inoltre che la prima ospitalità gli sarà offerta dal magnanimo Bartolomeo della Scala, del quale conoscerà il fratello minore Cangrande, futuro eccelso condottiero militare e uomo di stato. Cacciaguida conclude raccomandando al poeta di non invidiare i propri concittadini, che anzi saranno puniti per la loro perfidia.


La missione di Dante
Dante chiede ancora se sia opportuno che, tornato sulla terra, egli racconti ciò che ha appreso durante il suo viaggio ultraterreno. Splendendo come l'oro al sole, Cacciaguida lo esorta a rendere noto tutto ciò che ha visto, perché, se è vero che le sue parole potranno essere moleste a chi si è macchiato di infamie, saranno, invece, vitali per l'umanità intera. Al poeta è stato infatti concesso di incontrare anime famose proprio perché gli uomini sono indotti a imitare l'esempio di chi è largamente conosciuto.


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