Canto 25, Giovanni Stradano, 1587 |
Tempo: sabato 9 aprile 1300, verso l'ora del mezzogiorno.
Luogo: cerchio 8° - bolgia 7°: ladri. La bolgia è avvolta da fittissima tenebra e Dante è costretto a scendere lungo l'argine che la recinge per poter scorgere i dannati.
Personaggi: Virgilio, Dante, Vanni Fucci, il centauro Caco, Agnello Brunelleschi, Cianfa Donati, Buoso Donati, Francesco Cavalcanti, Puccio de' Galigai.
Ladri: Un gran numero di serpenti cingono il loro corpo e bloccano le loro mani, ed essi nudi, completamente indifesi, inutilmente tentano di scappare ai morsi e alle strette degli spietati custodi. Questi peccatori, tramite raccapriccianti metamorfosi, sono spogliati della stessa natura umana.
Sintesi
Uomini e serpiIl ladro Vanni Fucci ha appena predetto a Dante le sventure politiche che colpiranno i Guelfi bianchi di Firenze quando all'improvviso alza irriverente il pugno al cielo contro Dio, con un gesto sconcio. Immediatamente, però, viene assalito da un serpente che gli stringe il collo mentre un altro gli serra le braccia dietro la schiena. Infine il dannato fugge, inseguito a gran voce dal centauro Caco, il mitico ladro di bestiame ucciso da Ercole. Nel frattempo sopraggiungono, non visti, tre ladri fiorentini, Agnolo Brunelleschi, Buoso Donati e Puccio Sciancato che si rivolgono a Dante e a Virgilio chiedendo loro chi siano.
Cianfa Donati e Agnolo Brunelleschi: prima metamorfosi
A questo punto i due poeti assistono a un evento terrificante. Un serpente a sei zampe, che non è altri se non il dannato Cianfa Donati, si avvinghia ad Agnolo Brunelleschi e, dopo averlo addentato su entrambe le guance, si trasforma insieme alla sua vittima: divengono entrambi un unico essere mostruoso con le caratteristiche dell'uomo e del serpente, ma tali da non sembrare né uomo né serpente. Al termine della metamorfosi, l'orribile creatura si allontana lentamente.
Francesco Cavalcanti e Buoso Donati: seconda metamorfosi
Intanto un serpentello ardente striscia rapido contro il ventre degli altri due dannati. Improvvisamente trafigge all'ombelico Buoso Donati, che rimane immobile e intontito. Mentre dalla bocca del serpente e dalla ferita di Buoso Donati fuoriesce un fumo intenso, entrambi si guardano negli occhi e subiscono un'orribile metamorfosi. Buoso Donati si muta lentamente in serpente, mentre il serpente, il dannato Francesco Cavalcanti, diviene simmetricamente un essere dall'aspetto umano.
Chi è diventato serpente fugge sibilando e chi uomo gli sputa dietro, esprimendo all'altro dei tre ladri, Puccio Sciancato, che non ha ancora subito alcuna metamorfosi, il piacere sadico che prova nel vedere il compagno di pena correre per tutta la bolgia, strisciando, appunto, come un serpente.
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