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Paradiso canto 33 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del trentatreesimo canto (canto XXXIII) del Paradiso dantesco.
de l'alto lume parvemi tre giri di tre colori e d'una contenenza

Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua

Luogo:
CIELO DECIMO: EMPIREO
Si tratta di un cielo costituito di pura luce intellettuale e di amore spirituale, senza limitazioni fisiche e di spazio. Qui è Dio nella sua essenza, qui hanno effettiva sede i beati e gli angeli, questo è il vero ed eterno Paradiso. Inizialmente si presenta come un fiume di luce fra due rive di splendidi fiori, quindi si rivela definitivamente come il grande lago della grazia divina intorno al quale sono disposti in anfiteatro tutti i beati: su di loro discende la luce di Dio.

Personaggi
: Dante, S. Bernardo, la vergine Maria, la Trinità divina

Spiriti beati: La rosa dei beati
Sono tutte le anime dei santi, disposte sui diversi gradini dell’anfiteatro celeste, la «rosa dei beati»: dall'alto, cioè da Dio, discendono continuamente tutti gli angeli che depositano su di loro la sublime felicità della grazia divina, per poi risalire verso Dio.



Sintesi

San Bernardo prega la Vergine
San Bernardo rivolge una preghiera alla Vergine Maria esaltando la sua figura di donna e di madre del Cristo nonché la sua privilegiata posizione d'intermediaria tra l'uomo e Dio. A tale riguardo il santo, dopo aver sottolineato che la benignità di Maria è tale da esaudire in anticipo le preghiere di coloro che a lei si rivolgono, domanda alla Vergine, insieme a Beatrice e agli altri beati, di intercedere presso l'Altissimo perché Dante possa godere della visione di Dio. Accolta l'orazione, gli occhi di Maria si spostano da San Bernardo verso Dio; Dante allora, che vede vicina la realizzazione del suo massimo desiderio, incoraggiato dal santo, fissa lo sguardo in alto, penetrando nella luce della divina verità.


La visione di Dio
II poeta afferma che da questo momento in poi le parole non possono esprimere quanto i suoi occhi hanno potuto vedere, ne la memoria e capace di conservarlo in se, anche se nel cuore gli e rimasta la sensazione di dolcezza che ne è derivata. Dante chiede quindi a Dio l'aiuto necessario per poter narrare almeno una scintilla della sua gloria. Egli crede di aver visto in unità le sostanze, gli accidenti e i loro reciproci rapporti; e quanto più il poeta fissava Dio, tanto maggiore era il desiderio di ammirarlo, al punto che diveniva impossibile distoglierne lo sguardo.


Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo
Ricorda che, mentre guarda l'essenza divina, gli appaiono tre cerchi di colore diverso, ma di uguale circonferenza. Il secondo, osservato attentamente, mostra l'immagine di una figura umana, perciò Dante concentra la sua attenzione su di esso. Ma, nonostante la sua mente non sia in grado di spiegare il fenomeno, egli si sente appagato nel suo desiderio di conoscenza. Qui viene meno la fantasia del poeta, incapace di registrare un evento tanto grandioso, ma ormai la volontà di Dante e pienamente conforme al volere di Dio.


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