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Cosa sono le trincee


Le grandi battaglie del passato si erano normalmente svolte secondo schemi più o meno sempre uguali. La fanteria e la cavalleria degli attaccanti si muovevano verso il nemico finché si arrivava allo scontro, nel quale una delle due parti finiva per avere la meglio. Tutt’al più invece di arrivare allo scontro frontale gli eserciti cercavano di sfruttare gli ostacoli naturali, le asperità del terreno, la velocità di manovra dei soldati, per assalire i nemici di fianco o alle spalle.

Nella prima guerra mondiale questo tipo di battaglie in campo aperto fu reso impossibile da due fattori:

- l’enorme numero dei soldati impiegati che consentiva di rimpiazzare rapidamente i caduti; per ottenere una vittoria divenivano necessari parecchi scontri successivi e non uno solo.
- soprattutto, l’enorme potenza distruttiva delle nuove armi (mitragliatrici e cannoni a tiro rapido), che potevano trasformare gli scontri in campo aperto in un reciproco massacro.

I due eserciti dovettero quindi per forza di cose, costruirsi dei ripari costituiti dalle trincee, rapidamente scavate nella terra da milioni di combattenti e protette, nel lato che guardava il nemico, da barricate di sacchetti di sabbia, tronchi, filo di ferro spinato.

Vedette dotate di cannocchiali osservavano il nemico e  tiratori scelti armati di fucili di precisione, prendevano di mira chiunque si esponeva allo scoperto o semplicemente si sporgeva fuori dai ripari. Nel mezzo, la cosiddetta terra di nessuno era disseminata di filo spinato e mine.

I soldati vivevano nelle trincee esposti alle intemperie. I più si riparavano sotto le loro stesse mantelline, che non sempre erano impermeabili. Le condizioni erano spaventose. Si viveva nel fango e nella sporcizia fra pulci e pidocchi. La pioggia, il freddo, la mancanza di igiene erano causa di numerose e frequenti malattie. Non meno frequenti furono i disturbi nervosi causati dall’ansia e dalla paura.

Nella trincea si vivevano momenti di tregua consumandosi nella noia e nella paura aspettando gli attacchi nemici. Ogni attacco era normalmente preceduto da un lungo bombardamento delle postazioni nemiche eseguito dai cannoni.

Talvolta l’esercito tedesco bombardò le trincee nemiche con gas asfissianti.

Terminato il bombardamento le truppe attaccanti uscivano dalle trincee, strisciando se il terreno offriva qualche riparo, ma soprattutto correndo allo scoperto sotto il fuoco delle mitragliatrici nemiche.

In precedenza, in genere di notte, erano stati inviati soldati a tagliare i reticolati di filo spinato. A coloro che dovevano andare all’assalto venivano distribuiti degli alcolici per dare coraggio e tenere sul morale.

Non sempre gli assalitori arrivavano alle trincee nemiche, al combattimento a corpo a corpo. Spesso già all’uscita dalle proprie trincee o nella terra di nessuno venivano massacrati dal fuoco nemico o saltavano in aria sulle mine. In tal caso i pochi sopravvissuti dovevano rinunciare all’attacco e ritirarsi.

Ma anche se gli attaccanti riuscivano a conquistare una trincea della prima linea nemica, dietro ne esistevano altre.

Così,tra attacchi e contrattacchi, milioni di uomini persero la vita nella guerra di trincea.



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