di Eugenio Montale
Parafrasi:
In “Piove” Montale presenta una parodia della poesia dannunziana ma c'è anche dell'altro come abbiamo accennato nell'analisi. Il poeta ligure utilizza la struttura metrica e i rimandi alla pioggia per ribadire la sua concezione pessimistica sull’uomo e la natura. Nella poesia di D’Annunzio la pioggia è reale, cade come un refrigerio alleggerendo l’oppressione dell’afa. Il poeta vi assiste e se ne fa compenetrare assieme alla donna amata. Nella poesia di Montale la pioggia non offre refrigerio e la donna è morta, sta in una tomba, in un piccolo cimitero. La pioggia di Montale è immaginaria e serve a sottolineare con il suo immaginario cadere le pene che come un continuo stillicidio c travagliano l’uomo nella vita quotidiana. Il poeta ne fa l’elenco nelle singole strofe, a cominciare dai rumori delle motorette e dagli strilli dei bambini. Seguono, in ordine, la paralisi dello sciopero generale, il rimpianto per le persone morte, la cartella esattoriale, la corruzione, le ruberie dei politici, le disposizioni delle leggi nella Gazzetta Ufficiale, le leggi del Parlamento, la monotonia dei lavori quotidiani, e Montale aveva lavorato a lungo e vi collaborava al Corriere della Sera in via Solferino, la presenza asfissiante della donna tanto da preferire la sua assenza, la prosopopea degli uomini di cultura, scienziati o teologi che siano, la contestazione degli studenti, le nuove discipline letterarie, l’inquinamento e la pubblica opinione registrata dai giornali.
Parafrasi:
In “Piove” Montale presenta una parodia della poesia dannunziana ma c'è anche dell'altro come abbiamo accennato nell'analisi. Il poeta ligure utilizza la struttura metrica e i rimandi alla pioggia per ribadire la sua concezione pessimistica sull’uomo e la natura. Nella poesia di D’Annunzio la pioggia è reale, cade come un refrigerio alleggerendo l’oppressione dell’afa. Il poeta vi assiste e se ne fa compenetrare assieme alla donna amata. Nella poesia di Montale la pioggia non offre refrigerio e la donna è morta, sta in una tomba, in un piccolo cimitero. La pioggia di Montale è immaginaria e serve a sottolineare con il suo immaginario cadere le pene che come un continuo stillicidio c travagliano l’uomo nella vita quotidiana. Il poeta ne fa l’elenco nelle singole strofe, a cominciare dai rumori delle motorette e dagli strilli dei bambini. Seguono, in ordine, la paralisi dello sciopero generale, il rimpianto per le persone morte, la cartella esattoriale, la corruzione, le ruberie dei politici, le disposizioni delle leggi nella Gazzetta Ufficiale, le leggi del Parlamento, la monotonia dei lavori quotidiani, e Montale aveva lavorato a lungo e vi collaborava al Corriere della Sera in via Solferino, la presenza asfissiante della donna tanto da preferire la sua assenza, la prosopopea degli uomini di cultura, scienziati o teologi che siano, la contestazione degli studenti, le nuove discipline letterarie, l’inquinamento e la pubblica opinione registrata dai giornali.