Riassunto:
Per tutto il paese non si fece altro che parlare del carico dei lupini, e tutti si affacciavano per vedere passare la Longa con la figlia Lia. Intanto padron ‘Ntoni insieme ad altri si era seduto sui gradini della Chiesa e parlavano tutti di quel bell'affare, tra cui Piedipapera (il sensale), padron Fortunato Cipolla e il fratello di Menico della Locca (quello che era andato a Riposto con Bastianazzo). Intanto cominciano a parlare di zio Crocifisso Campana di legno che era molto ricco, infatti guadagnava duecento onze all’anno. A questa discussione ‘Ntoni sta in disparte, perché pensa al figlio. Intanto udendo ciò il figlio della Locca, disse che lo zio Crocifisso era suo zio di parte di madre, ma la parentela non contava nulla perché quando lavorava per lui, alla giornata gli dava mezza paga e niente vino. Interrompe Piedipapera, uno che sparla su tutto e su tutti che dice al figlio della Locca che lui si poteva scordare l’eredità dello zio, perché oltre ad essere avaro cercava di comprare terre a un costo minore della vendita. Allora si misero a questionare sul perché Padron ‘Ntoni sosteneva che lo zio Crocifisso era cristiano, ma gli altri ne dubitavano soprattutto Piedipapera, ma anche compare Cipolla che ne aveva in confine la vigna. Padron ‘Ntoni pensa esclusivamente alla Provvidenza, infatti calcola che prima di mezzanotte avrebbe girato il Capo Mulini. Mentre sono nel cuore della discussione sentono don Giammaria, il vicario, che litigava con lo speziale, cosa che faceva al solito, e il figlio della Locca dice che loro leggevano molto al contrario di tutti gli altri, perché erano analfabeti. Insomma le chiacchiere continuano, parlano di Don Silvestro, segretario comunale che possedeva le chiese più belle, ed era diventato ricco perché aveva imparato a scrivere. Poi continuano ed esce il discorso per Mena, la nipote di padron ‘Ntoni, perché se il negozio dei lupini andava bene la volevano far maritare con Brasi, figlio di padron Cipolla. Infatti tutti sapevano che Mena, era stata educata molto bene dalla madre, infatti siccome lavorava sempre al telaio venne soprannominata sant’Agata. La Longa, quando ritornò a casa riprese il suo lavoro, però si affaccia e comincia qui un'altra discussione con le vicine. Esse ammiravano Mena, però comare Anna la critica perché dice che almeno chi sta alla finestra qualche marito la ritrova. Ne aveva esperienza perché il figlio Rocco si era innamorato della Mangiacarrubbe che stava alla finestra. Entra nel discorso anche Grazia Piedipapera che si lamentava dei topi, non solo lei ma anche le altre, infatti dicono che l’unica salvezza per loro e avere dei gatti grigi. Però qualcuna racconta che ad una vecchietta di S. Antonio le avevano rubato il gatto, poi glielo avevano fatto trovare malridotto davanti la porta, e mentre lo prendeva gli si erano intrufolati i ladri in casa. I ladri erano sempre in giro e infatti le avevano rubato a Nunziata un lenzuolo. Poi i pettegolezzi riguardarono Nunziata, una ragazza che orfana di madre deve badare a tutti i suoi fratellini da quando il padre era emigrato per lavoro. Mentre chiacchieravano compare Zuppidda, moglie di mastro Turi, considerata una spiona perché diceva sempre l’amara verità e veniva considerata una peccatrice perché sparlava del prossimo. Quindi ritornando a Nunziata, la comare Anna dice che l’ha vista nella sciara insieme ad Alessi. Quando Mena si affacciò, tutti le fecero festa, e chiesero alla Longa come mai non la faceva sposare perché ormai aveva quasi diciotto anni. Ritornano Alessi e Nunziata, la quale va in cucina accende il lume e prepara la cena, mentre Alessi scaricava il fascio di ginestre e guardava dall'uscio serio con le mani nelle tasche.
Dopo aver lasciato Alessi a cuocere le fave, Nunziata cominciò a parlare con Mena su ciò che era solito fare il vicino Alfio Mosca. Le mamme in strada discutevano anch'esse di Alfio, dicendo che perfino la Vespa giurava di non averlo voluto per marito poiché esso possedeva soltanto un carro e un asino. Le ragazze tuttavia si opponevano alla Vespa tanto che la stessa Nunziata sosteneva che egli era povero e non possedeva nessuno al mondo. Il nodo della discussione poi si sposta sullo zio Crocifisso e sul suo desiderio di congiungersi con la Vespa. Dopodiché entra in scena anche don Giammaria che accusa tutte le persone che vede e dice i loro difetti.
Per tutto il paese non si fece altro che parlare del carico dei lupini, e tutti si affacciavano per vedere passare la Longa con la figlia Lia. Intanto padron ‘Ntoni insieme ad altri si era seduto sui gradini della Chiesa e parlavano tutti di quel bell'affare, tra cui Piedipapera (il sensale), padron Fortunato Cipolla e il fratello di Menico della Locca (quello che era andato a Riposto con Bastianazzo). Intanto cominciano a parlare di zio Crocifisso Campana di legno che era molto ricco, infatti guadagnava duecento onze all’anno. A questa discussione ‘Ntoni sta in disparte, perché pensa al figlio. Intanto udendo ciò il figlio della Locca, disse che lo zio Crocifisso era suo zio di parte di madre, ma la parentela non contava nulla perché quando lavorava per lui, alla giornata gli dava mezza paga e niente vino. Interrompe Piedipapera, uno che sparla su tutto e su tutti che dice al figlio della Locca che lui si poteva scordare l’eredità dello zio, perché oltre ad essere avaro cercava di comprare terre a un costo minore della vendita. Allora si misero a questionare sul perché Padron ‘Ntoni sosteneva che lo zio Crocifisso era cristiano, ma gli altri ne dubitavano soprattutto Piedipapera, ma anche compare Cipolla che ne aveva in confine la vigna. Padron ‘Ntoni pensa esclusivamente alla Provvidenza, infatti calcola che prima di mezzanotte avrebbe girato il Capo Mulini. Mentre sono nel cuore della discussione sentono don Giammaria, il vicario, che litigava con lo speziale, cosa che faceva al solito, e il figlio della Locca dice che loro leggevano molto al contrario di tutti gli altri, perché erano analfabeti. Insomma le chiacchiere continuano, parlano di Don Silvestro, segretario comunale che possedeva le chiese più belle, ed era diventato ricco perché aveva imparato a scrivere. Poi continuano ed esce il discorso per Mena, la nipote di padron ‘Ntoni, perché se il negozio dei lupini andava bene la volevano far maritare con Brasi, figlio di padron Cipolla. Infatti tutti sapevano che Mena, era stata educata molto bene dalla madre, infatti siccome lavorava sempre al telaio venne soprannominata sant’Agata. La Longa, quando ritornò a casa riprese il suo lavoro, però si affaccia e comincia qui un'altra discussione con le vicine. Esse ammiravano Mena, però comare Anna la critica perché dice che almeno chi sta alla finestra qualche marito la ritrova. Ne aveva esperienza perché il figlio Rocco si era innamorato della Mangiacarrubbe che stava alla finestra. Entra nel discorso anche Grazia Piedipapera che si lamentava dei topi, non solo lei ma anche le altre, infatti dicono che l’unica salvezza per loro e avere dei gatti grigi. Però qualcuna racconta che ad una vecchietta di S. Antonio le avevano rubato il gatto, poi glielo avevano fatto trovare malridotto davanti la porta, e mentre lo prendeva gli si erano intrufolati i ladri in casa. I ladri erano sempre in giro e infatti le avevano rubato a Nunziata un lenzuolo. Poi i pettegolezzi riguardarono Nunziata, una ragazza che orfana di madre deve badare a tutti i suoi fratellini da quando il padre era emigrato per lavoro. Mentre chiacchieravano compare Zuppidda, moglie di mastro Turi, considerata una spiona perché diceva sempre l’amara verità e veniva considerata una peccatrice perché sparlava del prossimo. Quindi ritornando a Nunziata, la comare Anna dice che l’ha vista nella sciara insieme ad Alessi. Quando Mena si affacciò, tutti le fecero festa, e chiesero alla Longa come mai non la faceva sposare perché ormai aveva quasi diciotto anni. Ritornano Alessi e Nunziata, la quale va in cucina accende il lume e prepara la cena, mentre Alessi scaricava il fascio di ginestre e guardava dall'uscio serio con le mani nelle tasche.
Dopo aver lasciato Alessi a cuocere le fave, Nunziata cominciò a parlare con Mena su ciò che era solito fare il vicino Alfio Mosca. Le mamme in strada discutevano anch'esse di Alfio, dicendo che perfino la Vespa giurava di non averlo voluto per marito poiché esso possedeva soltanto un carro e un asino. Le ragazze tuttavia si opponevano alla Vespa tanto che la stessa Nunziata sosteneva che egli era povero e non possedeva nessuno al mondo. Il nodo della discussione poi si sposta sullo zio Crocifisso e sul suo desiderio di congiungersi con la Vespa. Dopodiché entra in scena anche don Giammaria che accusa tutte le persone che vede e dice i loro difetti.