Riassunto:
La Mena non sapeva nulla che volessero maritarla con Brasi, figlio di compare Cipolla, e il primo che glielo disse fu Alfio Mosca, vicino al rastrello dell’orto, quando tornava da Acicastello col suo carro tirato dall’asino. Gli disse che l’aveva sentito dire dalla Vespa in casa dello zio Crocifisso il giorno del temporale di Santa Chiara. Mentre compare Alfio parlava delle ricchezze di Brasi Cipolla e diceva che le ragazze del paese se lo mangiavano con gli occhi, lei era diventata tutta rossa e ad un tratto lo salutò e se ne entrò in casa. Alfio era molto infuriato e andò a lagnarsi con la Vespa, la quale disse che aveva sentito questo uscire dalla bocca dello zio Crocifisso e lei non era una bugiarda. Lo zio Crocifisso mentre parlava con la Vespa affermò quello che aveva sentito e aggiunge che la Provvidenza era dotale e che sulla casa c’era un censo di 5 tarì l’anno. La Vespa ribatteva continuamente che gli uomini erano tutti uguali, cioè bugiardi. Lo zio Crocifisso nella discussione con la Vespa le fa notare che padron ‘Notni pensa a maritare Mena, piuttosto che pagare il credito. La Vespa perse dunque la pazienza e gli disse che se anche c’era una cattiva annata non poteva impedire che si celebrasse il matrimonio, se poi ci doveva essere. Continua col fargli intendere che dietro di lei corrono molti uomini e non perché possiede una chiusa. Lo zio Crocifisso la stuzzicava con questi discorsi, di mariti e d’affari, infatti gli propose di dargli le quaranta onze del debito dei Malavoglia, in cambio della chiusa. La Vespa non accettò, e questo lo fa incollerire. Lo zio Crocifisso le dice che lei si sarebbe fatta mangiare le sue ricchezze da quel pezzenti di Alfio Mosca, il carrettiere, per farlo ingelosire e in quel momento avrebbe pagato 5 lire per fargli rompere le ossa, ma non lo faceva perché era cristiano. Dobbiamo sapere che zio Crocifisso, ogni giorno passava e ripassava davanti alla casa dei Malavoglia, questi lo pagavano a spezzettate ( i ragazzi appena lo vedevano spuntare scappavano via come se vedessero bau-bau) e nessuno gli parlava del denaro per i lupini. La Locca era rimasta scioccata della morte del figlio Menico, infatti gironzolava sempre da quelle parti, per cercare secondo lei il figlio, ma quando vedeva il fratello Crocifisso scoppiava a piangere. Alfio Mosca, al passaggio dello zio Crocifisso si doveva togliere pure il cappello, ma veniva guardato con occhio di disprezzo da questi perché gli portava via la chiusa della nipote la Vespa. I pettegolezzi su Alfio Mosca continuano, infatti dicono che quando ha tempo libero, dopo avervi portato il carico di vino si sedeva nell’osteria e dialogava con la Vespa. Però Alfio non pensava alla Vespa, ma a Mena di padron ‘Ntoni, che la vedeva ogni giorno e se era più ricco l’avrebbe voluta sposare. Quando parlava con lei non faceva altro che parlare dell’asino, del carro e del carico di vino che portava nell’osteria della Santuzza, faceva così perché era molto emozionato nel parlare. Mena quando parlava con Alfio si domandava del perché il padre non sarebbe morto oppure di tutti altri discorsi; per esempio gli spiegò che lei non si sarebbe maritata con Brasi, se prima non avrebbe pagato il debito dei lupini e poi gli diede la notizia che presto sarebbe ritornato il fratello ‘Ntoni. Mentre diceva questo compare la Zuppidda, Mena scappa dentro casa e Alfio frusta l’asino, ma ella lo ferma e chiede se il vino che portava alla Santuzza era quello della settimana scorsa, senza avere nessuna risposta precisa dal carrettiere. Intanto lei continua e critica la Santuzza, la padrona dell’osteria dicendo che si era arricchita facendo quel mestiere, allora si andava indietro come nel caso dei Malavoglia. Quel giorno avevano portato la notizia del ritrovamento della Provvidenza che l’avevano rimorchiata a riva tuta sconquassata come l’avevano trovata al di là del Capo dei Mulini capovolta e incastrata tra gli scogli. Tutto il paese, tra cui padron ‘Ntoni era corso sulla riva a vederla, molti diedero calci nella pancia della barca, mentre parecchi si limitarono a fare dei commenti poco graditi. La nave era quasi completamente distrutta e i lupini non c’erano più, mancavano remi e vele, infine mastro Zuppiddu propose a padron ‘Ntoni che con quattro lapazze l’avrebbero aggiustata, piuttosto che buttarla sul fuoco. Molti ragazzi e monelli si erano arrampicati e installati nella barca, ma Alessi se la prendeva e batte con questi dicendo che con il fratello ‘Ntoni si sarebbe aggiustato tutto. ‘Ntoni si era fatto mandare le carte per il congedo, e Luca dovette prendere il suo posto in cambio del fratello per amore della famiglia. Padron ‘Ntoni osservò che il nipote Luca era buono e servizievole come il padre Bastianazzo. Prima di arrivare ‘Ntoni aveva spedito una lettera che rallegrò la famiglia e vi aprì un barlume di speranza. ‘Ntoni arrivò con la divisa e con il berretto e fu accolto con affetto dai familiari che lo aspettavano alla stazione e per il momento avevano dimenticato i loro problemi.
La Mena non sapeva nulla che volessero maritarla con Brasi, figlio di compare Cipolla, e il primo che glielo disse fu Alfio Mosca, vicino al rastrello dell’orto, quando tornava da Acicastello col suo carro tirato dall’asino. Gli disse che l’aveva sentito dire dalla Vespa in casa dello zio Crocifisso il giorno del temporale di Santa Chiara. Mentre compare Alfio parlava delle ricchezze di Brasi Cipolla e diceva che le ragazze del paese se lo mangiavano con gli occhi, lei era diventata tutta rossa e ad un tratto lo salutò e se ne entrò in casa. Alfio era molto infuriato e andò a lagnarsi con la Vespa, la quale disse che aveva sentito questo uscire dalla bocca dello zio Crocifisso e lei non era una bugiarda. Lo zio Crocifisso mentre parlava con la Vespa affermò quello che aveva sentito e aggiunge che la Provvidenza era dotale e che sulla casa c’era un censo di 5 tarì l’anno. La Vespa ribatteva continuamente che gli uomini erano tutti uguali, cioè bugiardi. Lo zio Crocifisso nella discussione con la Vespa le fa notare che padron ‘Notni pensa a maritare Mena, piuttosto che pagare il credito. La Vespa perse dunque la pazienza e gli disse che se anche c’era una cattiva annata non poteva impedire che si celebrasse il matrimonio, se poi ci doveva essere. Continua col fargli intendere che dietro di lei corrono molti uomini e non perché possiede una chiusa. Lo zio Crocifisso la stuzzicava con questi discorsi, di mariti e d’affari, infatti gli propose di dargli le quaranta onze del debito dei Malavoglia, in cambio della chiusa. La Vespa non accettò, e questo lo fa incollerire. Lo zio Crocifisso le dice che lei si sarebbe fatta mangiare le sue ricchezze da quel pezzenti di Alfio Mosca, il carrettiere, per farlo ingelosire e in quel momento avrebbe pagato 5 lire per fargli rompere le ossa, ma non lo faceva perché era cristiano. Dobbiamo sapere che zio Crocifisso, ogni giorno passava e ripassava davanti alla casa dei Malavoglia, questi lo pagavano a spezzettate ( i ragazzi appena lo vedevano spuntare scappavano via come se vedessero bau-bau) e nessuno gli parlava del denaro per i lupini. La Locca era rimasta scioccata della morte del figlio Menico, infatti gironzolava sempre da quelle parti, per cercare secondo lei il figlio, ma quando vedeva il fratello Crocifisso scoppiava a piangere. Alfio Mosca, al passaggio dello zio Crocifisso si doveva togliere pure il cappello, ma veniva guardato con occhio di disprezzo da questi perché gli portava via la chiusa della nipote la Vespa. I pettegolezzi su Alfio Mosca continuano, infatti dicono che quando ha tempo libero, dopo avervi portato il carico di vino si sedeva nell’osteria e dialogava con la Vespa. Però Alfio non pensava alla Vespa, ma a Mena di padron ‘Ntoni, che la vedeva ogni giorno e se era più ricco l’avrebbe voluta sposare. Quando parlava con lei non faceva altro che parlare dell’asino, del carro e del carico di vino che portava nell’osteria della Santuzza, faceva così perché era molto emozionato nel parlare. Mena quando parlava con Alfio si domandava del perché il padre non sarebbe morto oppure di tutti altri discorsi; per esempio gli spiegò che lei non si sarebbe maritata con Brasi, se prima non avrebbe pagato il debito dei lupini e poi gli diede la notizia che presto sarebbe ritornato il fratello ‘Ntoni. Mentre diceva questo compare la Zuppidda, Mena scappa dentro casa e Alfio frusta l’asino, ma ella lo ferma e chiede se il vino che portava alla Santuzza era quello della settimana scorsa, senza avere nessuna risposta precisa dal carrettiere. Intanto lei continua e critica la Santuzza, la padrona dell’osteria dicendo che si era arricchita facendo quel mestiere, allora si andava indietro come nel caso dei Malavoglia. Quel giorno avevano portato la notizia del ritrovamento della Provvidenza che l’avevano rimorchiata a riva tuta sconquassata come l’avevano trovata al di là del Capo dei Mulini capovolta e incastrata tra gli scogli. Tutto il paese, tra cui padron ‘Ntoni era corso sulla riva a vederla, molti diedero calci nella pancia della barca, mentre parecchi si limitarono a fare dei commenti poco graditi. La nave era quasi completamente distrutta e i lupini non c’erano più, mancavano remi e vele, infine mastro Zuppiddu propose a padron ‘Ntoni che con quattro lapazze l’avrebbero aggiustata, piuttosto che buttarla sul fuoco. Molti ragazzi e monelli si erano arrampicati e installati nella barca, ma Alessi se la prendeva e batte con questi dicendo che con il fratello ‘Ntoni si sarebbe aggiustato tutto. ‘Ntoni si era fatto mandare le carte per il congedo, e Luca dovette prendere il suo posto in cambio del fratello per amore della famiglia. Padron ‘Ntoni osservò che il nipote Luca era buono e servizievole come il padre Bastianazzo. Prima di arrivare ‘Ntoni aveva spedito una lettera che rallegrò la famiglia e vi aprì un barlume di speranza. ‘Ntoni arrivò con la divisa e con il berretto e fu accolto con affetto dai familiari che lo aspettavano alla stazione e per il momento avevano dimenticato i loro problemi.