Riassunto:
‘Ntoni era arrivato in girono di festa e andava di porta in porta a salutare i vicini e conoscenti, non vide Sara di comare Tudda e le dissero che si era sposata con un vedovo che aveva sei figlioli. La Mangiacarrubbe aveva messo gli occhi addosso a ‘Ntoni perché aveva visto che era diventato un bel cetriolo. Era domenica e ‘Ntoni girava con la sua divisa per tutto il paese e aveva fatto anche a pugni con compare Pizzuto. La sera i familiari erano tutti intorno a ‘Ntoni che gli domandavano quello che aveva fatto e Mena ammirava la sua divisa e il nonno gli disse che gli aveva trovato un lavoro a giornata nella parenza di compare Cipolla, che gli aveva dato quel lavoro per carità. Padron ‘Ntoni ripeteva a tuti che quando mastro Bastiano avrebbe aggiustato la barca potevano riprendere il loro solito lavoro. La mattina ‘Ntoni non si voleva svegliare e borbottava che non era valsa la pena di ritornare a casa. Alessi (somigliava tutto a suo padre), rimproverò il fratello dicendogli che il nonno si era alzato un ora prima di loro. ‘Ntoni fu felice di rivedere il bel mare, però nella parenza lo canzonavano tutti perché la Sara lo aveva piantato; ma lui ribatteva che a Napoli le ragazze erano migliori e tutte erano innamorate di lui. Barabba e zio Cola lo rimproverarono e ‘Ntoni voleva andarsene ma non poteva farlo essendo in mare. Il mare era fresco e non si pigliavano pesci e i pescatori parlavano per non addormentarsi. Dopo un po’ di tempo si accorsero che le reti contenevano molti pesci ed erano soddisfatti, invece ‘Ntoni si lagnava sempre. I Malavoglia cercavano in tutti i modi di far quattrini. La Longa e Mena tessevano, gli altri anche i piccini si erano messi a lavorare alla giornata, chi lavorava nella ferrovia, chi nella sciara. Inoltre per ripagare la barca ci voleva molto denaro. Erano venuti i Morti e zio Crocifisso voleva tornate le quaranta onze ma per l’intromissione del vicario aspettò di essere pagato a Natale; intanto si era preso tutti gli spiccioli che avevano guadagnato. Padron ‘Noni faceva progetti per l’estate, ma ‘Ntoni che aveva viaggiato si annoiava a sentire quei discorsi, quindi o andava all’osteria o col pretesto di vedere in che condizioni era la Provvidenza per parlare con Barbara, figlia di compare Zuppiddu, la quale gli diceva che la barca poteva essere messa in mare per la vigilia di Natale. S’avvicina la novena di Natale e tutto il paese era in festa, solo i Malavoglia erano tristi perché ancora dovevano pagare il debito e stabilirono il pagamento del credito a giugno. Intanto l’usciere zio Crocifisso voleva e premeva per riavere il proprio denaro. I Malavoglia non sapevano che fare, alla fine decisero di vendere la Provvidenza, però si dovettero rivolgere a Piedipapera perché aveva comprato lui il credito. Egli disse che era come una scarpa vecchia e non la volle. I Malavoglia andarono a chiedere consiglio a don Silvestro, il segretario, egli li mandò dall’avvocato Scipioni. Questi capita la situazione disse che non c’era niente da fare e gli disse che non potevano prendergli nulla perché la casa era dotale. Quando padron ‘Ntoni tornò a casa e riferì tutto a Maruzza si resero conto che non avevano concluso niente e in processione andarono a chiedere consiglio a don Silvestro, questi propose a Maruzza per aggiustare tutto di vendere la casa. Don Silvestro riferì tutto a zio Crocifisso, all’inizio se la prese male, poi capì che non c’era altro modo per essere pagato e rimase che quella sera doveva parlare con Piedipapera per riferirgli il fatto. Piedipapera uscì bestemmiando perché non contava più nulla in quelle decisioni.
‘Ntoni era arrivato in girono di festa e andava di porta in porta a salutare i vicini e conoscenti, non vide Sara di comare Tudda e le dissero che si era sposata con un vedovo che aveva sei figlioli. La Mangiacarrubbe aveva messo gli occhi addosso a ‘Ntoni perché aveva visto che era diventato un bel cetriolo. Era domenica e ‘Ntoni girava con la sua divisa per tutto il paese e aveva fatto anche a pugni con compare Pizzuto. La sera i familiari erano tutti intorno a ‘Ntoni che gli domandavano quello che aveva fatto e Mena ammirava la sua divisa e il nonno gli disse che gli aveva trovato un lavoro a giornata nella parenza di compare Cipolla, che gli aveva dato quel lavoro per carità. Padron ‘Ntoni ripeteva a tuti che quando mastro Bastiano avrebbe aggiustato la barca potevano riprendere il loro solito lavoro. La mattina ‘Ntoni non si voleva svegliare e borbottava che non era valsa la pena di ritornare a casa. Alessi (somigliava tutto a suo padre), rimproverò il fratello dicendogli che il nonno si era alzato un ora prima di loro. ‘Ntoni fu felice di rivedere il bel mare, però nella parenza lo canzonavano tutti perché la Sara lo aveva piantato; ma lui ribatteva che a Napoli le ragazze erano migliori e tutte erano innamorate di lui. Barabba e zio Cola lo rimproverarono e ‘Ntoni voleva andarsene ma non poteva farlo essendo in mare. Il mare era fresco e non si pigliavano pesci e i pescatori parlavano per non addormentarsi. Dopo un po’ di tempo si accorsero che le reti contenevano molti pesci ed erano soddisfatti, invece ‘Ntoni si lagnava sempre. I Malavoglia cercavano in tutti i modi di far quattrini. La Longa e Mena tessevano, gli altri anche i piccini si erano messi a lavorare alla giornata, chi lavorava nella ferrovia, chi nella sciara. Inoltre per ripagare la barca ci voleva molto denaro. Erano venuti i Morti e zio Crocifisso voleva tornate le quaranta onze ma per l’intromissione del vicario aspettò di essere pagato a Natale; intanto si era preso tutti gli spiccioli che avevano guadagnato. Padron ‘Noni faceva progetti per l’estate, ma ‘Ntoni che aveva viaggiato si annoiava a sentire quei discorsi, quindi o andava all’osteria o col pretesto di vedere in che condizioni era la Provvidenza per parlare con Barbara, figlia di compare Zuppiddu, la quale gli diceva che la barca poteva essere messa in mare per la vigilia di Natale. S’avvicina la novena di Natale e tutto il paese era in festa, solo i Malavoglia erano tristi perché ancora dovevano pagare il debito e stabilirono il pagamento del credito a giugno. Intanto l’usciere zio Crocifisso voleva e premeva per riavere il proprio denaro. I Malavoglia non sapevano che fare, alla fine decisero di vendere la Provvidenza, però si dovettero rivolgere a Piedipapera perché aveva comprato lui il credito. Egli disse che era come una scarpa vecchia e non la volle. I Malavoglia andarono a chiedere consiglio a don Silvestro, il segretario, egli li mandò dall’avvocato Scipioni. Questi capita la situazione disse che non c’era niente da fare e gli disse che non potevano prendergli nulla perché la casa era dotale. Quando padron ‘Ntoni tornò a casa e riferì tutto a Maruzza si resero conto che non avevano concluso niente e in processione andarono a chiedere consiglio a don Silvestro, questi propose a Maruzza per aggiustare tutto di vendere la casa. Don Silvestro riferì tutto a zio Crocifisso, all’inizio se la prese male, poi capì che non c’era altro modo per essere pagato e rimase che quella sera doveva parlare con Piedipapera per riferirgli il fatto. Piedipapera uscì bestemmiando perché non contava più nulla in quelle decisioni.