Riassunto:
Il povero Luca faceva il suo dovere laggiù, come l’aveva fatto a casa sua, non scriveva spesso perché i francobolli costavano molto e ogni tanto metteva nelle lettere qualche soldo buscato servendo gli ufficiali. Il nonno aveva detto che con la salatura delle acciughe avrebbero potuto pagare il debito a Piedipapera e poi doveva pensare a Mena infatti ogni tanto andava a parlare con padron Cipolla. Però lei pensava ad Alfio Mosca e gli domandava quando doveva andare a lavorare perché poi non lo poteva vedere più e gli disse che presto il debito doveva essere saldato e si doveva sposare con Brasi, poiché era tardi quel giorno si salutarono e si dettero la buona notte. La Vespa brontolando diceva che Mena era una sfacciata e stuzzicava sempre compare Alfio, e ‘Ntoni con Barbara facevano una commedia. Li aveva visti mentre pensavano di scappare così li avrebbero fatti sposare sicuramente. Barbara era stata corteggiata anche da altri, però sotto consiglio della madre li aveva lasciati perdere perché erano dei mangiapane e aveva messo gli occhi su ‘Ntoni. Don Michele e ‘Ntoni non si potevano vedere perché erano entrambi troppo orgogliosi invece Vanni Pizzuto voleva levare dalla circolazione il ragazzo e volevano chiedere aiuto a Piedipapera. I tre una sera si incontrarono nell'osteria e si misero a cercare un modo per levare di mezzo ‘Ntoni. Intanto padron ‘Ntoni diceva sempre che avrebbero pagato il debito se avessero trovato i denari per riavere la casa del nespolo. Padron ‘Ntoni pensava di sposare al più presto la nipote. Tutti lo sapevano e Piedipapera mentre parlava alla Vespa, le diceva che lui era cotto come una pera di Mena e se si sposava con Brasi, Alfio Mosca se la poteva scordare. La Pasqua era vicina e c’era un’aria di festa in tutto il paese, compresa la casa del nespolo: il cortile era spazzato, gli arnesi ordinati, l’orto tutto verde e le camere illuminate dal sole. Una sera le avevano condotte in casa Brasi Cipolla e il padre e tutto il parentado. Tutti anche Mena era vestiti con gli abiti della festa e Brasi non le aveva tolto gli occhi di dosso. Dopo cena, le donne cominciarono a parlare, invece padron ‘Ntoni e padron Cipolla parlavano dei loro nipoti e facevano certi progetti. Quando gli ospiti se ne furono andati il nonno e la Longa erano molto soddisfatti, invece Mena triste, perché era venuta a sapere che Alfio il giorno seguente sarebbe partito. Quella sera inoltre egli venne a salutare i Malavoglia dicendo che andava e rimaneva nella Bicocca per molto tempo e poi aveva fatto gli auguri alla Mena. La Longa spiega ad Alfio che Mena era triste perché cominciava a pensare a conoscere i guai e i dispiaceri. Alfio Mosca per ultimo salutò padron ‘Ntoni, invece Mena stava in disparte e tesseva. Era una bella sera di primavera e la Mena uscì con la Nunziata a braccetto e parlavano di Alfio dicendosi che non lo avrebbero visto per molto tempo. Loro lo vedono mentre i preparava i bagagli e l’asino e il carro, e Nunziata gli domanda se partiva prima dell’alba, poi corre in cucina perché la pentola bolliva sul focolare. Mena, invece, era rimasta appoggiata al carro e Alfio la salutò e le dice che lui andava alla Bicocca anche se poteva prendere la malaria, ma a li non importava perché non c’era nessuno che si prendeva cura di lui e poiché era povero non poteva sposarla. Alfio dunque le disse addio perché quelle ormai erano chiacchiere inutili, così Mena se ne andò insieme alla Nunziata a piangere sotto il nespolo, al chiaro di luna.
Il povero Luca faceva il suo dovere laggiù, come l’aveva fatto a casa sua, non scriveva spesso perché i francobolli costavano molto e ogni tanto metteva nelle lettere qualche soldo buscato servendo gli ufficiali. Il nonno aveva detto che con la salatura delle acciughe avrebbero potuto pagare il debito a Piedipapera e poi doveva pensare a Mena infatti ogni tanto andava a parlare con padron Cipolla. Però lei pensava ad Alfio Mosca e gli domandava quando doveva andare a lavorare perché poi non lo poteva vedere più e gli disse che presto il debito doveva essere saldato e si doveva sposare con Brasi, poiché era tardi quel giorno si salutarono e si dettero la buona notte. La Vespa brontolando diceva che Mena era una sfacciata e stuzzicava sempre compare Alfio, e ‘Ntoni con Barbara facevano una commedia. Li aveva visti mentre pensavano di scappare così li avrebbero fatti sposare sicuramente. Barbara era stata corteggiata anche da altri, però sotto consiglio della madre li aveva lasciati perdere perché erano dei mangiapane e aveva messo gli occhi su ‘Ntoni. Don Michele e ‘Ntoni non si potevano vedere perché erano entrambi troppo orgogliosi invece Vanni Pizzuto voleva levare dalla circolazione il ragazzo e volevano chiedere aiuto a Piedipapera. I tre una sera si incontrarono nell'osteria e si misero a cercare un modo per levare di mezzo ‘Ntoni. Intanto padron ‘Ntoni diceva sempre che avrebbero pagato il debito se avessero trovato i denari per riavere la casa del nespolo. Padron ‘Ntoni pensava di sposare al più presto la nipote. Tutti lo sapevano e Piedipapera mentre parlava alla Vespa, le diceva che lui era cotto come una pera di Mena e se si sposava con Brasi, Alfio Mosca se la poteva scordare. La Pasqua era vicina e c’era un’aria di festa in tutto il paese, compresa la casa del nespolo: il cortile era spazzato, gli arnesi ordinati, l’orto tutto verde e le camere illuminate dal sole. Una sera le avevano condotte in casa Brasi Cipolla e il padre e tutto il parentado. Tutti anche Mena era vestiti con gli abiti della festa e Brasi non le aveva tolto gli occhi di dosso. Dopo cena, le donne cominciarono a parlare, invece padron ‘Ntoni e padron Cipolla parlavano dei loro nipoti e facevano certi progetti. Quando gli ospiti se ne furono andati il nonno e la Longa erano molto soddisfatti, invece Mena triste, perché era venuta a sapere che Alfio il giorno seguente sarebbe partito. Quella sera inoltre egli venne a salutare i Malavoglia dicendo che andava e rimaneva nella Bicocca per molto tempo e poi aveva fatto gli auguri alla Mena. La Longa spiega ad Alfio che Mena era triste perché cominciava a pensare a conoscere i guai e i dispiaceri. Alfio Mosca per ultimo salutò padron ‘Ntoni, invece Mena stava in disparte e tesseva. Era una bella sera di primavera e la Mena uscì con la Nunziata a braccetto e parlavano di Alfio dicendosi che non lo avrebbero visto per molto tempo. Loro lo vedono mentre i preparava i bagagli e l’asino e il carro, e Nunziata gli domanda se partiva prima dell’alba, poi corre in cucina perché la pentola bolliva sul focolare. Mena, invece, era rimasta appoggiata al carro e Alfio la salutò e le dice che lui andava alla Bicocca anche se poteva prendere la malaria, ma a li non importava perché non c’era nessuno che si prendeva cura di lui e poiché era povero non poteva sposarla. Alfio dunque le disse addio perché quelle ormai erano chiacchiere inutili, così Mena se ne andò insieme alla Nunziata a piangere sotto il nespolo, al chiaro di luna.