Riassunto:
Nel secondo Ottocento l'economia mondiale subisce una trasformazione molto profonda che gli storici definiscono unicamente seconda rivoluzione industriale. Il capitalismo assume un nuovo volto, più dinamico e aggressivo, espandendosi in tutti i mercati extraeuropei. In reazione a ciò nascono, sia a livello locale che internazionale, associazioni in difesa dei diritti del proletariato industriale, in particolare il movimento socialista e quello cattolico, appoggiato dalla stessa Chiesa. Il processo di mondializzazione comporta un mutamento anche del fenomeno del colonialismo, che accentua lo sfruttamento dei Paesi occupati.
La potenza egemone sulla scena mondiale è ancora l’Inghilterra, che conosce una lunga pace sociale sotto il regno della regina Vittoria. Intanto tutti i maggiori Stati-nazione perseguono lo sviluppo economico, la modernizzazione degli apparati statali e una politica di potenza sia sulla scena continentale che su quella mondiale. Tra le potenze emergenti c’è la Prussia di Otto von Bismarck, il vero regista della politica di quegli anni, che riesce a unificare la Germania nel Secondo Impero (Reich), a ridurre il peso politico della Francia, con la guerra del 1870, e anche a impedire che la Russia estenda la sua influenza nei Balcani. Al di fuori dell’Europa gli Stati Uniti ampliano i propri territori verso ovest e verso sud e accrescono la propria potenza economica, anche se lacerati dalla guerra di secessione (1861-1865) tra Stati del Nord e Stati del Sud. Nell’Estremo Oriente il Giappone reagisce all’aggressività occidentale, trasformandosi a sua volta in una potenza regionale; mentre ben diversa è la sorte del grande impero cinese che, preda delle potenze straniere, perde ogni autonomia politica ed economica.
L’Italia di quegli anni è attanagliata da molti problemi legati all’unificazione di regioni diversissime per tessuto economico e sociale. Essa resta in prevalenza un Paese agricolo e lo sviluppo industriale di fine secolo non elimina, anzi aggrava, la frattura tra Nord e Sud. Né la Destra né la Sinistra risolvono le urgenze del Paese (analfabetismo, povertà, condizioni socio-sanitarie e abitative difficili ecc.) e anche il tentativo di crearsi delle colonie in Africa fallisce. Nell’ultimo decennio del secolo il regno viene attraversato da una profonda crisi politica e sociale, che termina con l’assassinio del re Umberto I a Monza nel 1900.
Analisi della situazione
- La Francia di fine Ottocento vede il tramonto definitivo della monarchia: dopo la cocente sconfitta nella guerra franco-prussiana, viene restaurata la repubblica e il Paese, tra l’esperienza drammatica di una parentesi rivoluzionaria (la Comune) e varie difficoltà, può iniziare il suo percorso verso la democrazia.
- Durante il regno della regina Vittoria, l’Inghilterra vive il suo periodo di massimo splendore. Vengono realizzate fondamentali riforme in senso democratico, anche se le energie maggiori sono indirizzate a rafforzare l’impero coloniale e il primato industriale.
- La Prussia, guidata dal cancelliere Bismarck e dal re Guglielmo I, riesce a unificare gli Stati tedeschi e a instaurare l’impero germanico (il Reich). Dopo aver sconfitto la Francia, appare evidente a tutti che la Germania è ormai la maggiore potenza militare di tutto il continente.
- Nella seconda metà dell’Ottocento l’Italia porta a compimento l’unificazione, anche se resta ancora aperta la questione del Trentino e del Friuli, rimasti sotto il dominio austriaco. Il nuovo regno d’Italia vive un periodo di crisi sociale ed economica, solo in parte risolta dai governi della Destra e della Sinistra che si avvicendano al governo.
- La penisola balcanica si libera del secolare dominio turco. Tuttavia, in seguito al congresso di Berlino (1878), l’Austria e la Russia di inseriscono in queste tormentate regioni accendendo tensioni e rivalità.
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