Biografia:
Nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1876 e qui studiò presso i padri gesuiti. Nel 1895 si trasferì a Parigi dove conseguì il baccalaureato in lettere, ma poi, per far piacere al padre dove conseguì il baccalaureato in lettere, ma poi, per far piacere al padre avvocato, studiò legge a Pavia e a Genova e si laureò nel 1899. Gli anni giovanili li trascorse prevalentemente a Parigi dove, in francese, pubblicò le prime opere: Les vieux marins (1899) (I vecchi marinai), Denstruction (Distruzione, 1904), Roi Bombance (Re Baldoria, 1905).
Nel 1909 sul Figaro del 22 febbraio, pubblicò il primo Manifesto del Futurismo, un vero e proprio programma rivoluzionario in cui si rinnegavano i valori tradizionali per esaltare il dinamismo della vita moderna, i miti della macchina e della guerra, la violenza come affermazione di individualità. L’anno successivo, nel Manifesto della letteratura futurista, Marinetti teorizzava i mezzi espressivi di un’arte adeguata ai tempi, scevra dai formalisti consueti, senza regole, sensazionale. Anche la sua vita si svolse in maniera consona ai suoi programmi: egli fu costantemente in movimento per diffondere i programmi futuristi che spesso erano aspramente contestati, ma che trovarono seguaci tra i fanatici della conquista della Libia, fra gli interventisti della Prima Guerra Mondiale, tra i fascisti. Con l’avvento del Fascismo, infatti, Marinetti divenne un personaggio di rilievo e nel 1929 fu nominato accademico d’Italia. Morì a Bellaggio (Como) nel 1944.
Le idee e la poetica
Marinetti fu più un teorico che un grande artista: egli seppe dare una svolta all’arte, esprimendo la necessità di rinnovamento e di impulso verso tematiche ed espressioni più adatte ai ritmi della vita moderna; egli additò alla letteratura, pur tra paradossi e velleità eccentriche, aspirazioni nuove che furono condivise a livello europeo soprattutto da artisti francesi e russi. In questo senso l’esperienza futurista, pur con la sua mancanza di profondi contenuti spirituali, ebbe un valore positivo di svecchiamento della cultura dalla retorica ottocentesca e di provincializzazione, con aperture verso l’Europa.
Comunque, mentre in alcune opere di Marinetti è evidente l’impegno di creare modelli di futurismo, in altre, specialmente nelle ultime in cui si è spenta l’esaltazione dei fasti del regime, riaffiora il legame con le poetiche sentimentali e simboliche dell’area decadente.
Le sue opere di maggiore interesse sono:
Mafarka il futurista (1910): romanzo che esemplifica
Nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1876 e qui studiò presso i padri gesuiti. Nel 1895 si trasferì a Parigi dove conseguì il baccalaureato in lettere, ma poi, per far piacere al padre dove conseguì il baccalaureato in lettere, ma poi, per far piacere al padre avvocato, studiò legge a Pavia e a Genova e si laureò nel 1899. Gli anni giovanili li trascorse prevalentemente a Parigi dove, in francese, pubblicò le prime opere: Les vieux marins (1899) (I vecchi marinai), Denstruction (Distruzione, 1904), Roi Bombance (Re Baldoria, 1905).
Nel 1909 sul Figaro del 22 febbraio, pubblicò il primo Manifesto del Futurismo, un vero e proprio programma rivoluzionario in cui si rinnegavano i valori tradizionali per esaltare il dinamismo della vita moderna, i miti della macchina e della guerra, la violenza come affermazione di individualità. L’anno successivo, nel Manifesto della letteratura futurista, Marinetti teorizzava i mezzi espressivi di un’arte adeguata ai tempi, scevra dai formalisti consueti, senza regole, sensazionale. Anche la sua vita si svolse in maniera consona ai suoi programmi: egli fu costantemente in movimento per diffondere i programmi futuristi che spesso erano aspramente contestati, ma che trovarono seguaci tra i fanatici della conquista della Libia, fra gli interventisti della Prima Guerra Mondiale, tra i fascisti. Con l’avvento del Fascismo, infatti, Marinetti divenne un personaggio di rilievo e nel 1929 fu nominato accademico d’Italia. Morì a Bellaggio (Como) nel 1944.
Le idee e la poetica
Marinetti fu più un teorico che un grande artista: egli seppe dare una svolta all’arte, esprimendo la necessità di rinnovamento e di impulso verso tematiche ed espressioni più adatte ai ritmi della vita moderna; egli additò alla letteratura, pur tra paradossi e velleità eccentriche, aspirazioni nuove che furono condivise a livello europeo soprattutto da artisti francesi e russi. In questo senso l’esperienza futurista, pur con la sua mancanza di profondi contenuti spirituali, ebbe un valore positivo di svecchiamento della cultura dalla retorica ottocentesca e di provincializzazione, con aperture verso l’Europa.
Comunque, mentre in alcune opere di Marinetti è evidente l’impegno di creare modelli di futurismo, in altre, specialmente nelle ultime in cui si è spenta l’esaltazione dei fasti del regime, riaffiora il legame con le poetiche sentimentali e simboliche dell’area decadente.
Le sue opere di maggiore interesse sono:
Mafarka il futurista (1910): romanzo che esemplifica
La battaglia di Tripoli (1911): raccolta di poesie che vogliono esaltare l'impresa di Libia (1911).
Zang Tumb Tumb (1914): poema futurista che evoca la guerra bulgaro-turca a cui Marinetti partecipò nel 1913.
Spagna veloce e toro futurista (1931): ricordi di un viaggio in Spagna; qui la vena futurista comincia ad attenuarsi.