Biografia:
L'esistenza di questo scrittore, uno dei maggiori dell'Ottocento italiano, fu breve e intensa. Nato a Padova nel 1831, studiò legge e, affascinato dal rigore morale delle idee mazziniane, fu acceso patriota e combatté nella guerra del '59 tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi; nel 1860 seguì ancora Garibaldi nella spedizione dei Mille col grado di colonnello e rimase in Sicilia con compiti politici e amministrativi.
Morì tragicamente nel naufragio del vecchio piroscafo Ercole nel mar Tirreno, il 4 marzo 1861, appena trentenne, mentre si accingeva a tornare nel continente.
Tra le battaglia e le cospirazioni, Nievo trovò il tempo di scrivere moltissimo: liriche, drammi, commedie, racconti, romanzi. Ma il suo capolavoro è: Le confessioni di un italiano, romanzo storico scritto in soli otto mesi fra il 1857 e il 1858 e pubblicato postumo nel 1867 col vecchio friulano, narra le vicende amorose e politiche della sua vita, dalla prima infanzia al tempo in cui scrive, il 1858. Si assiste così alla storia di un intera generazione, scandita da fatti clamorosi: Campoformio, l'impero, la Restaurazione, i moti rivoluzionari... Numerose vicende si intrecciano nel romanzo, ma la più complessa e drammatica è quella vissuta da Carlino e Pisana, legati da un grande amore, contrastato dalle mille peripezie del momento storico e dallo stesso carattere inquieto dei due protagonisti. Pisana è una figura femminile affascinante, tenera e passionale, volubile e generosa; per amore di Carlino, divenuto cieco, si sacrificherà tanto da morire di privazioni e di stenti.
Quest'opera, a cui mancò la revisione dell'autore, risente di alcuni difetti di organicità e di completezza; tuttavia è il miglior romanzo italiano tra il Manzoni e il Verga ed è importante per cogliere le intenzioni di Nievo che considerava la letteratura come mezzo di diffusione del vero e di educazione morale e civile del popolo, secondo il modello del Manzoni da cui riprese anche il genere del romanzo storico, pur con risultati molto diversi.
L'esistenza di questo scrittore, uno dei maggiori dell'Ottocento italiano, fu breve e intensa. Nato a Padova nel 1831, studiò legge e, affascinato dal rigore morale delle idee mazziniane, fu acceso patriota e combatté nella guerra del '59 tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi; nel 1860 seguì ancora Garibaldi nella spedizione dei Mille col grado di colonnello e rimase in Sicilia con compiti politici e amministrativi.
Morì tragicamente nel naufragio del vecchio piroscafo Ercole nel mar Tirreno, il 4 marzo 1861, appena trentenne, mentre si accingeva a tornare nel continente.
Tra le battaglia e le cospirazioni, Nievo trovò il tempo di scrivere moltissimo: liriche, drammi, commedie, racconti, romanzi. Ma il suo capolavoro è: Le confessioni di un italiano, romanzo storico scritto in soli otto mesi fra il 1857 e il 1858 e pubblicato postumo nel 1867 col vecchio friulano, narra le vicende amorose e politiche della sua vita, dalla prima infanzia al tempo in cui scrive, il 1858. Si assiste così alla storia di un intera generazione, scandita da fatti clamorosi: Campoformio, l'impero, la Restaurazione, i moti rivoluzionari... Numerose vicende si intrecciano nel romanzo, ma la più complessa e drammatica è quella vissuta da Carlino e Pisana, legati da un grande amore, contrastato dalle mille peripezie del momento storico e dallo stesso carattere inquieto dei due protagonisti. Pisana è una figura femminile affascinante, tenera e passionale, volubile e generosa; per amore di Carlino, divenuto cieco, si sacrificherà tanto da morire di privazioni e di stenti.
Quest'opera, a cui mancò la revisione dell'autore, risente di alcuni difetti di organicità e di completezza; tuttavia è il miglior romanzo italiano tra il Manzoni e il Verga ed è importante per cogliere le intenzioni di Nievo che considerava la letteratura come mezzo di diffusione del vero e di educazione morale e civile del popolo, secondo il modello del Manzoni da cui riprese anche il genere del romanzo storico, pur con risultati molto diversi.