Biografia
Pasolini nacque a Bologna nel 1922, ma la sua vita si svolse, nei primi anni, fra la Lombardia, l’Emilia e il Veneto. Si laureò in lettere a Bologna nel 1942 e in quello stesso anno pubblicò la prima raccolta di versi Poesie a Casarsa in dialetto friulano (Casarsa, infatti è il paesino del Friuli da cui proveniva sua madre e dove egli trascorse alcuni anni della sua vita e alcuni periodi di vacanza). Nel 1949 si trasferì con la famiglia a Roma, in un quartiere popolare periferico che costituì, più tardi, l’ambiente di molte sue opere e di nuove esperienze linguistiche. Nella capitale, dove i primi tempi visse modestamente facendo l’insegnante in una scuola privata, a poco a poco si inserì nell’ambiente culturale facendosi conoscere e apprezzare come pubblicista e con la pubblicazione di altre raccolte di versi e di due romanzi. Più tardi, affascinato dal cinema e dai suoi mezzi espressivi, collaborò alla sceneggiatura di film celebri come Le notti di Cabiria di Fellini e II bell’Antonio di Bolognini, e poi girò film suoi come Accattone (1961), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Teorema (1968) conseguendo ottimo successo. Morì a Roma, assassinato in circostanze misteriose, il 2 novembre 1975.
Le idee e la poetica
Pasolini, nella varietà delle sue esperienze (poesia, narrativa, critica, cinema) ci testimonia una raffinata sensibilità poetica e una appassionata ricerca dei sentimenti più autentici dell’uomo. Egli credette di trovarli nel proletariato, nei suoi ragazzi di vita che, pur violenti e sregolati egli considerava genuini e istintivi, fiducioso che in essi ci fosse la conservazione dei valori della tradizione e la spinta contro la società appiattita e deturpata dal progresso tecnologico.
Negli anni settanta, quando anche le masse popolari furono invase dal mito del benessere e dell’imborghesimento, la sua fede si attenuò e le sue opere diventarono più cupe, improntate a una dolorosa ribellione contro la società e le sue storture.
Nella ricerca di autenticità, Pasolini fu attentissimo studioso della lingua e soprattutto indagò i dialetti come espressioni linguistiche più spontanee e sincere, talvolta esagerando nella loro riscoperta filologica che li carica piuttosto di preziosismo che di spontaneità. Il linguaggio cinematografico fu forse il mezzo più idoneo al suo scopo e in esso, negli ultimi anni della sua vita, sembrò riporre una fiducia maggiore che nella letteratura. Tuttavia Pasolini non venne mai meno alla poesia, che fu l’atteggiamento più naturale del suo animo, segnalandosi come una delle voci più sensibili e originali del nostro tempo.
Opere
Tra le sue opere ne ricordiamo alcune di maggiore rilievo:
RAGAZZI DI VITA (1955): romanzo suddiviso in 8 capitoli, e procede per episodi che sembrano indipendenti l’uno dall’altro ma sono collegati con una rete di nessi e richiami.
LE CENERI DI GRAMSCI (1957): undici poemetti in terzine dantesche, scritti fra il 1953 e il ’56, uno dei quali dà il titolo a tutta la raccolta. In essi il poeta confessa la sua angoscia di intellettuale che da una parte aspira all’emancipazione del popolo, ma dall’altra ne rimpiange la genuina arretratezza.
UNA VITA VIOLENTA (1959): è un romanzo ambientato fra il sottoproletariato romano e ne è protagonista Tommaso Puzzilli. E’ un ragazzo di poverissima famiglia, cresciuto per le strade di una borgata di baracche e vive di espedienti diventando presto un piccolo teppista; in una rissa ferisce con un coltello un altro giovane ed è condannato a due anni di carcere. Quando Tommaso esce di galera trova la famiglia insediata in una casa popolare, nuova e decorosa avuta in assegnazione dell’INA case, e questo è per il ragazzo uno stimolo a intraprendere una vita rispettabile. Purtroppo alla visita di leva risulta malato di tubercolosi e costretto a una lunga degenza in un sanatorio dove, da un gruppo di degenti politicizzati, è avviato all’attività politica, in un partito di sinistra. Dimesso dal sanatorio, Tommasino, durante una inondazione dell’Aniene, aiuta dei baraccati a salvarsi dalle acque del fiume, ma il suo gesto generoso fa risorgere la vecchia malattia portandolo alla morte.
LA RELIGIONE DEL MIO TEMPO (1962): raccolta di versi.
TRASUMANAR E ORGANIZZAR (1971): poesie di sapore ironico.
LETTERE LUTERANE (1976): raccolta di articoli comparsi sul Corriere della Sera e sul Mondo, pubblicata postuma. In questi articoli Pasolini ribatte il concetto che il progreso del nostro tempo è un falso progresso.
Pasolini nacque a Bologna nel 1922, ma la sua vita si svolse, nei primi anni, fra la Lombardia, l’Emilia e il Veneto. Si laureò in lettere a Bologna nel 1942 e in quello stesso anno pubblicò la prima raccolta di versi Poesie a Casarsa in dialetto friulano (Casarsa, infatti è il paesino del Friuli da cui proveniva sua madre e dove egli trascorse alcuni anni della sua vita e alcuni periodi di vacanza). Nel 1949 si trasferì con la famiglia a Roma, in un quartiere popolare periferico che costituì, più tardi, l’ambiente di molte sue opere e di nuove esperienze linguistiche. Nella capitale, dove i primi tempi visse modestamente facendo l’insegnante in una scuola privata, a poco a poco si inserì nell’ambiente culturale facendosi conoscere e apprezzare come pubblicista e con la pubblicazione di altre raccolte di versi e di due romanzi. Più tardi, affascinato dal cinema e dai suoi mezzi espressivi, collaborò alla sceneggiatura di film celebri come Le notti di Cabiria di Fellini e II bell’Antonio di Bolognini, e poi girò film suoi come Accattone (1961), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Teorema (1968) conseguendo ottimo successo. Morì a Roma, assassinato in circostanze misteriose, il 2 novembre 1975.
Le idee e la poetica
Pasolini, nella varietà delle sue esperienze (poesia, narrativa, critica, cinema) ci testimonia una raffinata sensibilità poetica e una appassionata ricerca dei sentimenti più autentici dell’uomo. Egli credette di trovarli nel proletariato, nei suoi ragazzi di vita che, pur violenti e sregolati egli considerava genuini e istintivi, fiducioso che in essi ci fosse la conservazione dei valori della tradizione e la spinta contro la società appiattita e deturpata dal progresso tecnologico.
Negli anni settanta, quando anche le masse popolari furono invase dal mito del benessere e dell’imborghesimento, la sua fede si attenuò e le sue opere diventarono più cupe, improntate a una dolorosa ribellione contro la società e le sue storture.
Nella ricerca di autenticità, Pasolini fu attentissimo studioso della lingua e soprattutto indagò i dialetti come espressioni linguistiche più spontanee e sincere, talvolta esagerando nella loro riscoperta filologica che li carica piuttosto di preziosismo che di spontaneità. Il linguaggio cinematografico fu forse il mezzo più idoneo al suo scopo e in esso, negli ultimi anni della sua vita, sembrò riporre una fiducia maggiore che nella letteratura. Tuttavia Pasolini non venne mai meno alla poesia, che fu l’atteggiamento più naturale del suo animo, segnalandosi come una delle voci più sensibili e originali del nostro tempo.
Opere
Tra le sue opere ne ricordiamo alcune di maggiore rilievo:
RAGAZZI DI VITA (1955): romanzo suddiviso in 8 capitoli, e procede per episodi che sembrano indipendenti l’uno dall’altro ma sono collegati con una rete di nessi e richiami.
LE CENERI DI GRAMSCI (1957): undici poemetti in terzine dantesche, scritti fra il 1953 e il ’56, uno dei quali dà il titolo a tutta la raccolta. In essi il poeta confessa la sua angoscia di intellettuale che da una parte aspira all’emancipazione del popolo, ma dall’altra ne rimpiange la genuina arretratezza.
UNA VITA VIOLENTA (1959): è un romanzo ambientato fra il sottoproletariato romano e ne è protagonista Tommaso Puzzilli. E’ un ragazzo di poverissima famiglia, cresciuto per le strade di una borgata di baracche e vive di espedienti diventando presto un piccolo teppista; in una rissa ferisce con un coltello un altro giovane ed è condannato a due anni di carcere. Quando Tommaso esce di galera trova la famiglia insediata in una casa popolare, nuova e decorosa avuta in assegnazione dell’INA case, e questo è per il ragazzo uno stimolo a intraprendere una vita rispettabile. Purtroppo alla visita di leva risulta malato di tubercolosi e costretto a una lunga degenza in un sanatorio dove, da un gruppo di degenti politicizzati, è avviato all’attività politica, in un partito di sinistra. Dimesso dal sanatorio, Tommasino, durante una inondazione dell’Aniene, aiuta dei baraccati a salvarsi dalle acque del fiume, ma il suo gesto generoso fa risorgere la vecchia malattia portandolo alla morte.
LA RELIGIONE DEL MIO TEMPO (1962): raccolta di versi.
TRASUMANAR E ORGANIZZAR (1971): poesie di sapore ironico.
LETTERE LUTERANE (1976): raccolta di articoli comparsi sul Corriere della Sera e sul Mondo, pubblicata postuma. In questi articoli Pasolini ribatte il concetto che il progreso del nostro tempo è un falso progresso.