Biografia
Nato in Asti nel 1749, da nobile famiglia, ancora ragazzo entrò nell'Accademia militare di Torino da dove uscì nel 1766. Tuttavia mise subito da parte la divisa di ufficiale e si mise a viaggiare attraverso l'Italia e l'Europa. Condusse per più anni una vita irrequieta finché. tornato in patria, non scoprì la sua vocazione per le lettere e soprattutto per il teatro.
Nel 1775 compose la prima tragedia Cleopatra, ma già si era accorto di mancare di una cultura sistematica e di avere poca dimestichezza con la lingua italiana (conosceva meglio il francese che allora si parlava negli ambienti nobili piemontesi), perciò si dedico con straordinario impegno ad uno studio intenso dei classici latini e italiani (da Dante a Tasso), mirando a rendersi padrone soprattutto dei modi linguistici toscani.
Frattanto, nel 1777 aveva conosciuto a Firenze Luisa Stolberg, contessa d'Albany, cui rimase legato per tutto il resto della vita. Infatti, la seguì in Francia e con lei fuggì da Parigi nel 1792 a causa degli eccessi della Rivoluzione, per riprendere dimora a Firenze ove si spense nel 1803. La sua salma riposa nella chiesa di Santa Croce accanto a quella dei grandi italiani: Macchiavelli, Galileo, Foscolo...
Vasta è la produzione letteraria dell'ALfieri (tragedie, commedie, rime, satire e prose varie).
Le idee e la poetica
L'esperienza spirituale dell'Alfieri non si può capire al di fuori delle idee e delle tendenze dell'Illuminismo: agli illuministi, infatti, egli si ricollega per l'avversione ai tiranni e per l'amore di libertà. Ma la libertà che egli esalta non appare come un bene sociale che deve attuarsi nell'umana convivenza, ma come una forza prepotente che anima l'uomo dalla personalità eccezionale, dai sentimenti energici, sospinto ad atti magnanimi dalla forza delle passioni. Questa affermazione di esasperato individualismo contraddice alle idee illuministe e ci manifesta, nel poeta, uno spirito libero e alieno da ogni conformismo. Questo fu infatti l'Alfieri che vide nella tragedia lo strumento più appropriato per esprimere, allo stesso tempo, i suoi sentimenti antitirannici e lo spirito forte dei suoi eroi. Generalmente, infatti, nelle tragedie alfierane il dramma si compie più nell'animo dei protagonisti che negli avvenimenti esteriori. L'eroe è spesso un tiranno in lotta con eventi fatali, tiranneggiato egli stesso dall'ansia di affermare la propria dignità e grandezza, costantemente in cerca, quindi, anche della libertà dalle proprie passioni, con quella particolare tensione interiore che nobilità ogni coscienza umana. Questo amore per la libertà eroica fu interpretato soprattutto in senso politico dagli italiani dell'Ottocento, e fu di stimolo agli ideali del Risorgimento.
Opere:
Rime: sono rappresentate da oltre trecento componimenti, per lo più ispirati dall'amore per la contessa Albany; ma non pochi sonetti rispecchiano atteggiamenti particolari dello spirito alferiano che si esalta nel culto della libertà e si agita nella solitudine delle sue passioni.
Vita (1792-1803): è un autobiografia in cui l'autore, più che narrare le vicende del proprio passato, delinea la sua storia intima. Essa è divisa in quattro parti, o meglio epoche, come lo stesso Alfieri le chiama puerizia, che si riferisce ai nove anni di vegetazione dal 1749 al 1758; adolescenza, che abbraccia i successivi otto anni di ineducazione trascorsi in Accademia; giovinezza, che comprende il resoconto dei viaggi e delle dissolutezze fino al 1775; virilità, che dà notizie degli studi e dei lavori compiuti dall'Alfieri fino alla morte.
Della tirannide (1777-1801): è la più viva delle opere politiche alferiane; egli la scrisse sotto l'influenza di autori illuministi (Montesquieu, Voltaire...) riprendendone le idee, ma con formulazioni rigide, esprimendo una concezione aristocratica e individuale della libertà.
Tragedie (1775-1798): sono scritte in endecasillabi sciolti e distribuite in cinque atti; si uniformano alle regole classiche, rispettando le unità aristoteliche di luogo, tempo azione. Sono ventuno e i loro soggetti sono tratti dalla:
mitologia greca (Polinice, Antigone, Agamennone, Mirra...)
storia romana (Virginia, Ottavia, Bruto I, Bruto II...)
storia medievale e mdoerna (Rosmunda, Filippo, Maria Stuarda, La congiura dei Pazzi...)
Bibbia (Saul).
Nato in Asti nel 1749, da nobile famiglia, ancora ragazzo entrò nell'Accademia militare di Torino da dove uscì nel 1766. Tuttavia mise subito da parte la divisa di ufficiale e si mise a viaggiare attraverso l'Italia e l'Europa. Condusse per più anni una vita irrequieta finché. tornato in patria, non scoprì la sua vocazione per le lettere e soprattutto per il teatro.
Nel 1775 compose la prima tragedia Cleopatra, ma già si era accorto di mancare di una cultura sistematica e di avere poca dimestichezza con la lingua italiana (conosceva meglio il francese che allora si parlava negli ambienti nobili piemontesi), perciò si dedico con straordinario impegno ad uno studio intenso dei classici latini e italiani (da Dante a Tasso), mirando a rendersi padrone soprattutto dei modi linguistici toscani.
Frattanto, nel 1777 aveva conosciuto a Firenze Luisa Stolberg, contessa d'Albany, cui rimase legato per tutto il resto della vita. Infatti, la seguì in Francia e con lei fuggì da Parigi nel 1792 a causa degli eccessi della Rivoluzione, per riprendere dimora a Firenze ove si spense nel 1803. La sua salma riposa nella chiesa di Santa Croce accanto a quella dei grandi italiani: Macchiavelli, Galileo, Foscolo...
Vasta è la produzione letteraria dell'ALfieri (tragedie, commedie, rime, satire e prose varie).
Le idee e la poetica
L'esperienza spirituale dell'Alfieri non si può capire al di fuori delle idee e delle tendenze dell'Illuminismo: agli illuministi, infatti, egli si ricollega per l'avversione ai tiranni e per l'amore di libertà. Ma la libertà che egli esalta non appare come un bene sociale che deve attuarsi nell'umana convivenza, ma come una forza prepotente che anima l'uomo dalla personalità eccezionale, dai sentimenti energici, sospinto ad atti magnanimi dalla forza delle passioni. Questa affermazione di esasperato individualismo contraddice alle idee illuministe e ci manifesta, nel poeta, uno spirito libero e alieno da ogni conformismo. Questo fu infatti l'Alfieri che vide nella tragedia lo strumento più appropriato per esprimere, allo stesso tempo, i suoi sentimenti antitirannici e lo spirito forte dei suoi eroi. Generalmente, infatti, nelle tragedie alfierane il dramma si compie più nell'animo dei protagonisti che negli avvenimenti esteriori. L'eroe è spesso un tiranno in lotta con eventi fatali, tiranneggiato egli stesso dall'ansia di affermare la propria dignità e grandezza, costantemente in cerca, quindi, anche della libertà dalle proprie passioni, con quella particolare tensione interiore che nobilità ogni coscienza umana. Questo amore per la libertà eroica fu interpretato soprattutto in senso politico dagli italiani dell'Ottocento, e fu di stimolo agli ideali del Risorgimento.
Opere:
Rime: sono rappresentate da oltre trecento componimenti, per lo più ispirati dall'amore per la contessa Albany; ma non pochi sonetti rispecchiano atteggiamenti particolari dello spirito alferiano che si esalta nel culto della libertà e si agita nella solitudine delle sue passioni.
Vita (1792-1803): è un autobiografia in cui l'autore, più che narrare le vicende del proprio passato, delinea la sua storia intima. Essa è divisa in quattro parti, o meglio epoche, come lo stesso Alfieri le chiama puerizia, che si riferisce ai nove anni di vegetazione dal 1749 al 1758; adolescenza, che abbraccia i successivi otto anni di ineducazione trascorsi in Accademia; giovinezza, che comprende il resoconto dei viaggi e delle dissolutezze fino al 1775; virilità, che dà notizie degli studi e dei lavori compiuti dall'Alfieri fino alla morte.
Della tirannide (1777-1801): è la più viva delle opere politiche alferiane; egli la scrisse sotto l'influenza di autori illuministi (Montesquieu, Voltaire...) riprendendone le idee, ma con formulazioni rigide, esprimendo una concezione aristocratica e individuale della libertà.
Tragedie (1775-1798): sono scritte in endecasillabi sciolti e distribuite in cinque atti; si uniformano alle regole classiche, rispettando le unità aristoteliche di luogo, tempo azione. Sono ventuno e i loro soggetti sono tratti dalla:
mitologia greca (Polinice, Antigone, Agamennone, Mirra...)
storia romana (Virginia, Ottavia, Bruto I, Bruto II...)
storia medievale e mdoerna (Rosmunda, Filippo, Maria Stuarda, La congiura dei Pazzi...)
Bibbia (Saul).