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Il Nazismo - Riassunto

Appunto di storia riguardante il nazismo e l'operato di Hitler.

In Germania, dopo la fuga del Kaiser Guglielmo II, fu proclamata la repubblica (9 novembre 1918), guidata da un governo provvisorio di indirizzo socialdemocratico. La situazione interna era però molto delicata: nel gennaio 1919 a Berlino scoppiò una rivoluzione, capeggiata dal Partito comunista fondato da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg e finalizzata ad abbattere il vecchio apparato dello Stato e il sistema capitalistico, che fu repressa nel sangue.
L’11 agosto 1919 l’Assemblea costituente proclamò la repubblica di Weimar, dotata di una nuova Costituzione che trasformava lo Stato unitario in repubblica federale. Gli ambienti di destra osteggiarono la nuova repubblica, organizzando atti terroristici e tentando un colpo di Stato (putsh di Kapp, 1920). La situazione fu aggravata dal disastro economico, della disoccupazione e da un’inflazione galoppante, che resero impossibile pagare i risarcimenti previsti dal trattato di pace alle potenze europee. A garanzia del pagamento, la Francia occupò il bacino minerario della Ruhr (1923).
Nel febbraio del 1920 Adolf Hitler fondò un movimento politico di estrema destra, il Partito nazionalsocialista dei lavoratori (Partito nazista). Per instaurare in Germania un regime autoritario Hitler e i suoi seguaci tentarono un colpo di Stato, fallito, contro il governo bavarese (il cosiddetto putsh di Monaco, 1923).
In politica internazionale negli anni Venti prevalse uno spirito di distensione (patto Locarno, 1925) e ciò rese possibile un piano di aiuti americani all’economia tedesca (piano Dawes). La Germania venne ammessa alla Società delle Nazioni (1926) e nel 1929 vennero ridotti e rateizzati i risarcimenti di guerra tedeschi e fu imposto alle truppe franco-belghe di abbandonare la Renania (piano Young).
La crisi economica del 1929 pose fine allo spirito di Locarno e rafforzò in Germania le tendenze di estrema destra. I nazionalsocialisti nelle elezioni del 1930 divennero il secondo partito del Paese. Due anni dopo Hitler fu però battuto alle elezioni presidenziali dal maresciallo Hindenburg. La mancanza di un governo stabile portò a due successive elezioni (luglio e novembre 1932) e alle fine Hinderburg affidò il cancellierato a Hitler (30 gennaio 1933).
I nazisti, sempre più forti, provocarono alcuni gravi incidenti per screditare i partiti dell'estrema sinistra (incendio del Reichstag, 27 febbraio 1933). Usarono la violenza per eliminare gli oppositori del regime e indussero le classi medie ad aderire in massa al nazionalsocialismo praticando la politica del terrore e limitando le libertà politiche e civili (decreto straordinario, 28 febbraio).
Nel corso delle nuove elezioni (5 marzo 1933) i nazionalsocialisti ottennero la maggioranza insieme ai conservatori. Hitler a quel punto si assicurò pieni poteri per quattro anni (legge-delega, 23 marzo 1933). Furono sciolti i partiti politici, mentre fu dichiarato partito unico quello nazista (14 luglio 1933); venne istituita una nuova polizia segreta (Gestapo), con il compito di reprimere ogni forma di opposizione. Alla morte di Hindenburg (agosto 1934) Hitler ottenne il potere assoluto (cancellierato e presidenza) del neo costituito Terzo Reich. Il consolidamento della dittatura nazista poté contare anche sull’azione di propaganda e sull’inquadramento, soprattutto dei giovani, nelle organizzazioni del Partito nazista.
La principale ragione del consenso del popolo tedesco al programma hitleriano deve essere cercata nei buoni risultati fortemente in campo economico, grazie a una politica fortemente autarchica, sostenuta dalla presenza imprenditoriale dello Stato nel campo dei lavori pubblici, delle infrastrutture, dell’industria pesante.
L’ideologia politica del nazismo si basava su due elementi fondamentali: quello della assoluta superiorità della razza ariana, identificata con il popolo tedesco, e quello della ineguaglianza, ritenuta legge fondamentale della natura e come tale motivo determinante della sottomissione delle masse ai capi e delle razze inferiori a quelle superiori. Da questa premesse discendeva anche l’antisemitismo nazista: il popolo ebraico era considerato come l’origine di tutti i mali del mondo, da cui discendevano il liberalismo, la democrazia, il marxismo. Inoltre riteneva che le comunità ebraiche fossero troppo potenti economicamente e perciò non integrabili nel progetto totalitario del nazismo. In base a queste convinzioni iniziò una vera e propria persecuzione, che divenne sistematica con le leggi di Norimberga (settembre 1935), in base alle quali gli Ebrei furono privati della cittadinanza tedesca, fu loro vietato contrarre matrimoni con altri cittadini tedeschi e furono obbligati a rendersi riconoscibili esibendo sugli abiti la stella gialla di David.
La politica estera nazista fu estremamente aggressiva nei confronti dei Paesi naturalmente tedeschi (come l’Austria e il territorio dei Sudeti in Cecoslovacchia), la cui acquisizione costituiva la prima tappa di un’ulteriore espansione che avrebbe portato i Tedeschi ad avere un’unica grande patria germanica (pangermanesimo), in cui sottomettere altri popoli considerati inferiori per sfruttarne le risorse economiche.
L’Europa purtroppo sottovalutò il pericolo nazista per diverse ragioni: da una parte Hitler realizzò il programma con meditata lentezza; inoltre la Germania non era l’unico Paese in cui esisteva una dittatura; infine l'autocomunismo di Hitler suscitava molte simpatie in campo internazionale.

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