Riassunto:
Nell'ambiente colto e raffinato della corte rinascimentale di Ferrara visse, lavorò e scrisse Ludovico Ariosto. Egli, per la vita che condusse, rappresenta l’esempio tipico dell’intellettuale cortigiano, ma per la vivacità della sua fantasia, per il delicato equilibrio del suo stile, ironico e serio insieme, è certamente la personalità poetica più originale del suo tempo.
Nacque a Reggio Emilia nel 1474, e fu avviato dal padre, che era al servizio degli Este, alla vita della corte.
Abbandonò gli studi di diritto che aveva cominciato, per scegliere quelli letterari. Costretto a provvedere alla famiglia dopo la morte del padre, entrò al servizio del cardinale Ippolito d’Este, della famiglia dei signori di Ferrara alla quale rimarrò legato per tutta la vita. Nonostante gli incarichi a volte molto impegnativi che gli Estensi gli affidavano, che riducevano il suo tempo e le energie da dedicare alla letteratura, nel 1516 Ariosto portò a termine la sua opera maggiore, l’Orlando furioso. Si dimostrò anche abile uomo di governo in situazione difficili: seppe infatti affrontare con lucidità e fermezza i problemi della Garfagnana, una regione poverissima e infestata dai banditi, di cui gli era stato affidato il governo.
L’ultimo periodo della sua vita, dal 1525 fino alla morte avvenuta nel 1533, fu tranquillo: acquistò una casetta dove visse con la compagna Alessandra Benucci dedicandosi alle ultime opere e alla sistemazione e alle definitive edizioni del suo Orlando furioso.
Nell'ambiente colto e raffinato della corte rinascimentale di Ferrara visse, lavorò e scrisse Ludovico Ariosto. Egli, per la vita che condusse, rappresenta l’esempio tipico dell’intellettuale cortigiano, ma per la vivacità della sua fantasia, per il delicato equilibrio del suo stile, ironico e serio insieme, è certamente la personalità poetica più originale del suo tempo.
Nacque a Reggio Emilia nel 1474, e fu avviato dal padre, che era al servizio degli Este, alla vita della corte.
Abbandonò gli studi di diritto che aveva cominciato, per scegliere quelli letterari. Costretto a provvedere alla famiglia dopo la morte del padre, entrò al servizio del cardinale Ippolito d’Este, della famiglia dei signori di Ferrara alla quale rimarrò legato per tutta la vita. Nonostante gli incarichi a volte molto impegnativi che gli Estensi gli affidavano, che riducevano il suo tempo e le energie da dedicare alla letteratura, nel 1516 Ariosto portò a termine la sua opera maggiore, l’Orlando furioso. Si dimostrò anche abile uomo di governo in situazione difficili: seppe infatti affrontare con lucidità e fermezza i problemi della Garfagnana, una regione poverissima e infestata dai banditi, di cui gli era stato affidato il governo.
L’ultimo periodo della sua vita, dal 1525 fino alla morte avvenuta nel 1533, fu tranquillo: acquistò una casetta dove visse con la compagna Alessandra Benucci dedicandosi alle ultime opere e alla sistemazione e alle definitive edizioni del suo Orlando furioso.