Uno dei maggiori scrittori italiani del secondo Novecento è Pier Paolo Pasolini (1922-75): un intellettuale impegnato, anche sul piano sociale e politico, scrittore e regista di successo, giornalista e saggista, critico nei confronti della società contemporanea, ma sempre desideroso di accostarsi (un po' come Saba) alla vita genuina del popolo.
Pasolini è uno dei pochissimi scrittori italiani che non solo si occupò di calcio, ma lo visse da tifoso (frequentando per anni, ogni domenica, il Comunale di Bologna) e lo giocò anche, da ala destra, nella formazione dilettantistica di Casarsa in Friuli: ricevette dagli amici il soprannome di Stukas per la sua velocità.
Il calcio fu per lui passione e divertimento per tutta la vita. In questa pagina Pasolini riflette, da intellettuale colto, sulla natura di questo gioco. Egli lo definisce un sistema di segni, cioè un linguaggio, che ha tutte le caratteristiche fondamentali della lingua scritta e parlata. In quanto linguaggio, inoltre, anche il calcio possiede i suoi poeti e i suoi prosatori.
Pasolini è uno dei pochissimi scrittori italiani che non solo si occupò di calcio, ma lo visse da tifoso (frequentando per anni, ogni domenica, il Comunale di Bologna) e lo giocò anche, da ala destra, nella formazione dilettantistica di Casarsa in Friuli: ricevette dagli amici il soprannome di Stukas per la sua velocità.
Il calcio fu per lui passione e divertimento per tutta la vita. In questa pagina Pasolini riflette, da intellettuale colto, sulla natura di questo gioco. Egli lo definisce un sistema di segni, cioè un linguaggio, che ha tutte le caratteristiche fondamentali della lingua scritta e parlata. In quanto linguaggio, inoltre, anche il calcio possiede i suoi poeti e i suoi prosatori.