L'agricoltura nacque, all'inizio dell'età neolitica, in una zona naturalmente bagnata dalle piogge. Ben presto si diffuse in terre dove invece le piogge sono scarsissime. In queste terre solo le acque dei fiumi permettono la vita. Si svilupparono così delle civiltà fondate sui fiumi: le civiltà fluviali.
Le zone in cui fiorirono le principali civiltà, fluviali sono:
Le zone in cui fiorirono le principali civiltà, fluviali sono:
- la pianura compresa tra il Tigri e l'Eufrate, in Mesopotamia;
- sulle sponde del Nilo, in Egitto;
- la valle dell'Indo, in India;
- la valle dell'Huang He (Fiume Giallo), in Cina.
Questi fiumi erano fonte di vita, ma anche di pericolo. In alcuni periodi dell'anno, infatti, causavano inondazioni e vasti allagamenti. Le popolazioni, perciò, incominciarono a costruire dighe e canali. Servivano per irrigare le terre, ma anche per impedire che le piene devastassero campi e villaggi.
Opere di questo genere non potevano essere realizzate da un singolo contadino. Era necessario organizzarsi in comunità più grandi: le città. Sappiamo che già nel neolitico esistevano delle città. Ma Gerico e Catal Huyuk erano eccezioni in un mondo di piccoli villaggi. A partire dal IV millennio a.C., invece, il nuovo modo di vivere si diffuse rapidamente. Per questo gli storici parlano di rivoluzione urbana (dal latino urbs = città).
Per costruire dighe e canali non basta essere in molti. E' necessario che qualcuno diriga i lavori. In caso di emergenza si deve costringere l'intera popolazione e lasciare le proprie case e le proprie attività per dedicarsi ad un'impresa d'interesse comune. Insomma è indispensabile un'autorità in grado di guidare la comunità. Probabilmente sono queste le esigenze che hanno determinato la nascita dello Stato. Il sorgere dello Stato è documentato dall'archeologia. Nelle città antiche si sono ritrovati edifici molto diversi per forma e dimensione. Ci sono case molto grandi e altre molto piccole. Gli edifici più lussuosi probabilmente erano la residenza di uomini potenti che dominavano sugli altri.
Quest'epoca non ci è nota solo attraverso l'archeologia. Intorno al 3000 a.C., infatti, in Mesopotamia e in Egitto fu inventata la scrittura. Si passò così dalla preistoria alla storia. La scrittura ha permesso di registrare nomi e fatti: tutte le vicende più importanti dei popoli.
Per leggere i documenti, però, è stato necessario decifrare queste antiche scritture. Nel 1882 il francese Champollion riuscì ad interpretare la scrittura dell'antico Egitto. Per ottenere questo risultato, egli utilizzò una lastra in pietra (la stele di Rosetta) che riportava il medesimo testo in greco e in due diversi tipi di scrittura egiziana. Ma già vent'anni prima il tedesco Grotefend aveva aperto la strada alla comprensione della scrittura usata in Mesopotamia. E' dunque grazie al paziente lavoro di generazioni di studiosi che ora possiamo narrare questa storia.
All'inizio dell'età del bronzo (circa 3000-1100 a.C.) in Egitto e Mesopotamia troviamo società ben organizzate, con un autorità che governa tutta la popolazione di un determinato territorio. Abbiamo cioè degli stati.
Gli Stati erano governati dalla forza e dalla legge. Queste erano le due facce del potere: gli strumenti di un sovrano che dominava su una popolazione di sudditi ad esempio il sovrano Naran-Sin di Akkad e il re di Babilonia Hammurabi.
L'Egitto
A capo della società egiziana troviamo il faraone. Questo nome deriva da una parola egiziana che significa grande casa, cioè palazzo reale. Il faraone era il padrone di tutta la terra e degli uomini che la lavoravano. Il primo faraone si chiamava Narmer e visse intorno al 2950 a.C.
Era il re dell'Egitto del Sud. Si è fatto raffigurare nell'atto di conquistare l'Egitto del Nord: la conquista è rappresentata nel gesto di colpire il nemico. Di fronte al faraone vi è il falco: si tratta del dio Horo, protettore del sovrano. I faraoni successivi non si accontentarono di essere i protetti del dio Horo: si considerarono l'incarnazione stessa del dio in terra.
Da allora la storia egiziana conobbe una lunghissima successione di sovrani. Quando un sovrano succede a un all'altro all'interno della medesima famiglia, si ha una dinastia. Le oltre trenta dinastie della storia egiziana videro una successione di centinaia di faraoni, nell'arco di quasi tremila anni. In questo tempo lunghissimo la terra d'Egitto fu quasi costantemente unita sotto un unico potere.
La Mesopotamia
La storia del mondo Mesopotamico fu più complessa. All'inizio non abbiamo un unico Stato, ma una serie di città. Ogni città veniva in completa autonomia, governando il piccolo territorio circostante: per questo si parla di città-stato. In seguito alcune di queste città si posero a capo di un impero, che comprendeva vaste terre.
Nel corso della successiva età del ferro, a partire dall'XI secolo a.C., i conflitti fra imperi divennero sempre più violenti e frequenti. La guerra non è mai stata una bella cosa. In quest'epoca si usavano spesso pratiche che sono purtroppo diventate la regola nei conflitti: distruzioni di città, deportazione, schiavitù e sterminio di intere popolazioni. Queste azioni non venivano considerate crimini. Erano anzi imprese celebrate nei monumenti che ricordavano i sovrani vincitori.
La storia però non registra solo la forza militare. Una grande civiltà si sviluppò nel Mediterraneo orientale, nell'isola di Creta. Era una civiltà pacifica che a noi ha lasciato soprattutto affascinanti quanto misteriose opere d'arte, come la divinità senza nome che tiene i serpenti.
I Fenici
Altri popoli antichi sono ricordati anche se non hanno mai costruiti un immenso impero. E' il caso dei Fenici, che abitavano i monti e la costa dell'attuale Libano. Trovarono la loro fortuna sul mare. Furono abili mercanti e temuti pirati.
Tutti noi ancora adesso usiamo una grande invenzione dei Fenici: l'alfabeto, che sostituì i complicati sistemi di scrittura precedenti.
L'alfabeto fenicio è detto fonetico (dal greco phoné = voce) perché in esso ad ogni segno corrisponde un suono. L'alfabeto fonetico rese la scrittura un'operazione semplice e naturale, non più patrimonio di una ristretto numero di persone istruite.
Gli Ebrei
Gli Ebrei abitarono una striscia di terra compresa tra il Libano e la penisola del Sinai: la Palestina. Di essi abbiamo scarsissime testimonianze archeologiche. Il ricordo della loro civiltà è affidato ad un libro, scritto nel corso di alcuni secoli: la Bibbia.
A differenza di altri popoli che adoravano molte divinità, gli Ebrei credevano in un solo Dio: Yahweh.
Essi pensavano che Yahweh fosse puro spirito. Per questo non poteva essere rappresentato.
Gli artisti degli altri popoli dedicavano le loro migliori capacità alla rappresentazione degli dei. Gli Ebrei, invece, usavano solo immagini simboliche come il menorah, il candelabro a sette bracci che nel tempio di Gerusalemme era sempre acceso.