Riassunto:
Da quando l’uomo è comparso sulla terra, circa 2 milioni e cinquecentomila anni fa, abbiamo avuto quattro grandi epoche economiche. Ad esse corrispondono quattro modi di vivere da parte dell’uomo.La prima epoca della storia fu quella in cui l’uomo per nutrirsi doveva essere abile nella caccia e nella pesca. In quest’epoca, circa 500 000 anni fa, l’Homo erectus imparò a controllare e a utilizzare il fuoco. Comincia da qui la storia dello sfruttamento energetico: il fuoco è la fonte di energia più antica. Il fuoco rappresenta in primo luogo calore, elemento indispensabile per la sopravvivenza in climi rigidi. Il fuoco è inoltre una fonte d’energia utilizzabile per diverse funzioni: trasforma i cibi, indurisce le punte delle lance, fornisce luce e tiene lontano le belve.
Data l’importanza dell’elemento, la custodia del fuoco assunse un aspetto persino religioso che caratterizzò le prime forme di aggregazione umana. E non solo: tutta la società ne rimase influenzata, così come avverrà in seguito con le altre forme di energia.
Dunque l’uomo della prima fase della storia era un cacciatore e un pescatore nomade. Si fermava là dove la natura gli offriva la possibilità di sfamarsi. Raccoglieva quando trovava e aveva imparato a servirsi del fuoco.
Questo periodo durò fino a 10 000 anni fa, quando ci fu la rivoluzione neolitica: con essa ebbe inizio la seconda epoca della storia. Quella neolitica fu una grande rivoluzione. Si passò da un’economia basata sulla caccia e sulla pesca ad un’economia fondata sull'agricoltura e sull'allevamento L’uomo inizio a seminare, piantare alberi e ad allevare animali. Lavorava e trasformava quando la natura gli metteva a disposizione.
Con la rivoluzione neolitica l’uomo prese a sfruttare l’energia umana del suo lavoro e di quello degli schiavi in grado di produrre grandi risultati in tutti i settori. Come bene ci ha dimostrato la civiltà egiziana.
Un'altra fonte di energia fu quella animale, utilizzata per arare o per trasportare le persone e gli oggetti. Alcune invenzioni ne aumentarono la possibilità di utilizzo: ad esempio la slitta o la ruota.
Nel corso di questa seconda epoca della storia la scoperta di altre forme di energia rese meno faticoso il lavoro dell’uomo. Già nell'antichità si conosceva l’uso della vela per le navi, cioè l’energia eolica (del vento).
Poi nel Medioevo, tra l’800 e il 1000, si diffuse l’uso del mulino che poteva sfruttare sia l’energia eolica, sia l’energia idrica (dell’acqua).
Con la rivoluzione industriale ebbe inizio la terza epoca della storia, quella dominata da un tipo di energia: l’energia meccanica. La prima macchina fu quella a vapore, brevettata nel 1769 dallo scozzese James Watt, che utilizzava come combustibile il carbone. Da quel momento l’energia meccanica prese a sostituire quella umana, quella animale e quella prodotta dai mulini ad acqua e a vento. Anche il paesaggio fu modificato dalla presenza di originali edifici, alcuni con delle ciminiere: le fabbriche.
Dopo la macchina a vapore vennero inventate altre macchine e scoperte nuove fonti di energia. Per questa ragione si è soliti dividere la rivoluzione industriale in tre momenti.
La prima rivoluzione industriale fu quella della macchina a vapore e del carbone: si sviluppò a partire dalla fine del Settecento e caratterizzò gran parte dell’Ottocento. Con la prima rivoluzione industriale, gli uomini del tempo videro cambiare il mondo in pochi decenni. Le fabbriche poterono essere collocate dove era più utile, cioè nelle città. E non più vicino ai corsi d’acqua indispensabili per il funzionamento dei mulini. O vicino ai porti, dove le merci potevano essere imbarcate per essere trasportate altrove.
Nel 1807 Robert Fulton costruì il primo battello a vapore, rivoluzionando il trasporto marittimo. Nel 1814 George Stephenson inventò la prima locomotiva. E nel 1830 venne inaugurata la prima linea ferroviaria sul tragitto Liverpool-Manchester. Nel contempo le prime macchine comparvero nei campi. E non era che l’inizio.
La seconda rivoluzione industriale, fu quella del motore a scoppio, dell’elettricità e del petrolio: iniziò, grosso modo, attorno al 1870 e divenne tipica della prima metà del Novecento.
La luce elettrica fece la sua scomparsa nel 1878, quando l’americano Thomas Alva Edison costruì la prima lampadina. Il telefono venne sperimentato per la prima volta dall'italiano Antonio Meucci nel 1856. Nel 1876 però, venne perfezionato e brevettato dall'americano Alexander Graham Bell.
Nel 1864 l’acciaio permise nuove soluzioni nel campo della meccanica e il cemento armato, nel 1870, in quello delle costruzioni. Nel 1855-86 i tedeschi Gottilieb-Daimler e Konrad Benz produssero i primi motori a scoppio: iniziava l’era dell’automobile.
Nel 1895 i fratelli Lumiere, francesi, costruirono il primo apparecchio cinematografico. E nel 1903 gli americani Orville e Wilbur Wright riuscirono a far decollare il primo aereo.
Il modo stesso di produrre mutò: accanto a macchine sempre più evolute, in grado di prendere il posto dell’operaio, comparve la catena di montaggio: un lavoro difficile, come costruire un auto, veniva ora diviso in tanti lavori semplici che anche un analfabeta era in grado di fare.
Con la prima e la seconda rivoluzione industriale, le fabbriche modificarono radicalmente la vita dell’uomo. Da questo momento il principale settore dell’economia non fu più l’agricoltura e la pastorizia, il settore primario. Ma l’industria, cioè il settore secondario, secondo la denominazione degli economisti.
La terza rivoluzione industriale è quella dell’energia atomica, dell’astronautica e dell’informatica: ha avuto inizio al termine della seconda guerra mondiale ed è quella che ora noi viviamo.
Con la terza rivoluzione industriale, il mondo è diventato un villaggio globale; in altri termini, grazie alle nuove scoperte scientifiche e tecniche, è diventato più piccolo.
Al centro, come capita in tutti i villaggi, abbiamo la piazza: lo schermo televisivo.
Si è affermato un linguaggio comune, la lingua inglese.
Vi è un modo di vivere che viene imitato dalla maggior parte della gente, quello americano.
Nel villaggio globale tra gli Stati Uniti e gli altri paesi si è instaurato lo stesso rapporto che abbiamo tra il centro e la periferia. Di fatto lo stile di vita a cui prevalentemente ispirano gi abitanti del villaggio globale è soprattutto quello americano.
E’ sufficiente al riguardo pensare alla diffusione della musica Rock: una sorta, per dirla con le parole del critico musicale Franz Coriasco, di inarrestabile tam tam: colonna sonora di un’epoca già proiettata nel futuro.
Il Rock è l’esempio più rumoroso del significato di cultura di massa planetaria. Al suono della musica Rock è crollato il Muro di Berlino; si è estese la protesta nei paesi dell’Est, come in Cina; generazioni di giovani hanno protestato ed affermato la loro identità.
Il Rock ha fatto sognare e liberato energie in Giappone quanto nelle baraccopoli del Terzo Mondo, nelle più evolute e raffinate capitali d’Europa come in ogni angolo degli Stati Uniti, la sua patria d’origine.
Così come statunitensi sono altri simboli della cultura planetaria: la Coca Cola, la Pepsi Cola, gli hamburger o, se volete, la pizza. La presenza infatti di quest’ultima alla mensa del villaggio globale non deriva certo dall'importanza dell’Italia, ma dal successo avuto, come gli altri prodotti ricordati, negli Stati Uniti.
Con la terza rivoluzione industriale siamo entrati nella quarta epoca della storia, quella in cui noi ora viviamo: l’epoca chiamata post-industriale.
Nella società post-industriale, il principale settore dell’economia, per numero di persone che vi lavorano, non è più né l’agricoltura (il settore primario), né l’industria (il settore secondario), ma il terziario.
Questo settore dell’economia comprende tutti i servizi: scuola, sanità, trasporti, telecomunicazioni, turismo, sport ecc.
Ripercorrendo la storia dell’economia, dunque troviamo quattro tipi di società, cui corrispondono quattro modi di vivere.
- Per tutta la preistoria, da 2 milioni e mezzo a 10000 anni fa, l’uomo si è sfamato raccogliendo i frutti spontanei della natura e dedicandosi alla caccia e alla pesca.
- 10000 anni fa la rivoluzione neolitica ha aperto un’epoca nuova e l’agricoltura è diventata l’attività più importante dell’uomo.
- Alla fine del 1700, con la prima rivoluzione industriale, si è affermato un nuovo modo di vivere e l’industria è divenuta il settore principale dell’economia.
- Infine si è affermata la nostra società, nella quale l’uomo fonda il suo benessere sul settore terziario.
Insomma, l’uomo è stato prima un cacciatore nomade, poi un contadino, un operaio e infine un impiegato addetto al terziario.
Attenzione però! Vi sono ancora popoli, specie in Africa e Asia, che praticano forme primitive di agricoltura e usano attrezzi simili a quelli preistorici. In qualche caso diversi modi di vivere coesistono in uno stesso paese. Come in India, dove forme di economia industriale si accompagnano ad attività artigianali o agricole eseguite proprio come millenni di anni fa.
Se vogliamo ricostruire la storia dell’uomo, dunque, non dobbiamo badare solo al nuovo: a ciò che cambia. Dobbiamo anche considerare ciò che è eccezionale per la sua durata: cioè per la sua capacità di resistere nel tempo.
La storia non procede come un fiume in piena che tutto travolge con la forza delle sue acque. Spesso il nuovo si mischia con il vecchio.
Di conseguenza, la nostra società, il nostro modo di vivere sono insiemi di cose che risalgono ad epoche diverse.
Alcune sono recentissime: l’Italia è una repubblica da circa cinquantanni.
Altre risalgono ad un passato più remoto: l’Europa si è industrializzata da circa due secoli. Altre ancora si perdono nella notte dei tempi: come la credenza nell'astrologia che risale a millenni di anni fa.
Certe volte, infine, i cambiamenti talmente lenti da risultare impercettibili: come le modificazioni del clima. Per questo la storia ci aiuta a comprendere la nostra realtà in molti modi. Ci spiega in che misura siamo diversi dal passato. Ma anche quali elementi del passato… non sono ancora passati.