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Riassunto: Il Neolitico

La fine dell’ultima glaciazione (10.000 a.C.) trasformò completamente il paesaggio della Terra.
L’Europa si coprì di un’unica, sterminata foresta. Il livello del mare s’innalzò. Si formarono così nuove isole, come la Sicilia che fino ad allora era unita al continente.
Le terre meridionali diventarono più calde e meno ospitali. Il Nord Africa incominciò a perdere la sua ricca vegetazione, e si formò il deserto del Sahara. E’ in questo nuovo paesaggio che ebbe inizio l’ultima fase dell’età e della pietra. Questo periodo va dall’VIII al IV millennio a.C. Viene chiamato età neolitica (nuova età della pietra) a causa dell’uso di una nuova tecnica nella lavorazione della pietra.
Una volta che l’oggetto aveva ottenuto la forma voluta attraverso la scheggiatura, veniva pazientemente levigato. Si otteneva così una superficie liscia ed una forma spesso arrotondata. Nel neolitico si diffusero anche altri materiali e nuove tecniche. Nacque la tessitura: fibre animali e vegetali intrecciate per ottenere stuoie, tappeti, tessuti di vario genere.
Comparve la ceramica. L’argilla dei fiumi veniva modellata ed essiccata; poi l’oggetto era messo in una buca nel terreno e ricoperto di brace ardente. La cottura induriva l’argilla, che non veniva più rammollita dall'acqua. Vasi in ceramica divennero contenitori per ogni genere di prodotti, liquidi e solidi.

All'inizio dell’età neolitica l’osservazione della natura portò ad una grande scoperta. I semi di alcune piante, caduti per caso sul terreno germogliavano e davano vita a nuove piantine.
Dove la terra era più fertile, diveniva conveniente fermarsi a vivere e provocare la crescita delle piante di cui gli uomini si cibavano. Iniziava l’agricoltura.
Più o meno nel medesimo periodo gruppi di cacciatori trovarono conveniente non uccidere subito gli animali che avevano catturato, ma tenerli in vita fino al momento di cibarsene. Questa fu l’origine dell’allevamento del bestiame.

La scoperta dell’agricoltura e dell’allevamento causarono un cambiamento profondo nel modo di vita dell’uomo. Per questo si parla di rivoluzione neolitica.
L’agricoltura e l’allevamento hanno modificato anche la natura. L’agricoltore coltiva più volentieri la varietà di grano che fornisce il maggior numero di chicchi; l’allevatore preferisce la pecora che gli dà più lana, il bovino che lo segue più docilmente al pascolo.
SI sono così diffusi gli animali e le piante che meglio soddisfano i bisogni dell’uomo. Le specie domestiche, quelle allevate e coltivate dall'uomo  si sono affermate. Esse non potrebbero più vivere da sole in natura, senza essere continuamente curate dall'uomo.

Già prima della scoperta dell’agricoltura gli uomini raccoglievano radici selvatiche scavando la terra. Usavano un bastone appuntito che portava vicino all'estremità inferiore un peso in pietra per aumentare la forza con cui veniva spinto nel terreno. Altri tipi di piante selvatiche venivano raccolti con una specie di falce. Questa falce era formata da un bastone di legno in cui veniva incastrata, nel senso della lunghezza, una fila di sottili scaglie di pietra: si otteneva così una lunga lama tagliente.
Questi attrezzi vennero poi utilizzati dai primi agricoltori, insieme con vari tipi di zappe e asce in pietra. Si deve invece attendere la fine del periodo neolitico per incontrare i primi aratri. La rivoluzione neolitica trasformò completamente la vita quotidiana della gente comune.
La stragrande maggioranza della popolazione del mondo da allora in poi rimase per millenni legata al lavoro dei campi. Nasceva il mondo contadino, sempre uguale a se stesso, nonostante il sorgere e il tramontare di imperi e civiltà.

La rivoluzione neolitica cominciò verso l'8000 a.C nel Medio Oriente, nella cosiddetta mezzaluna fertile: una zona, bagnata da abbondanti piogge, che comprende territori palestinesi, siriani, turchi e iracheni, la cui forma è appunto a mezzaluna.
L'agricoltura si estese ben presto nelle valli dei grandi fiumi. In queste valli la disponibilità di acqua era assicurata dalle periodiche inondazioni del Nilo (Egitto) e del Tigri e dell'Eufrate (Mesopotamia) che rendeva assai fertili i terreni.
Tra il 7000 e il 3000 a.C. l'agricoltura si diffuse nei paesi europei affacciati sul Mediterraneo.
Intorno al V millennio a.C. si affermò nelle valli dei grandi fiumi dell'India e della Cina, in Asia.
Anche le antiche civiltà americane, benché del tutto isolate, svilupparono verso il 5000 a.C un agricoltura basata su un tipo di pianta sconosciuta in Europa e in Asia: il Mais.

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Dalla preistoria alla storia

L'uomo imparò ad utilizzare i metalli: il rame, il bronzo e il ferro.
Il rame si trova in natura allo stato puro. E' quindi anch'esso una pietra, sia pure un po' particolare. Infatti se proviamo a martellarla scopriamo che non si rompe ma che si schiaccia fino a ridursi ad una sottile lamina. Gli uomini del neolitico fecero questa scoperta e incominciarono a lavorare così non solo il rame, ma anche l'oro, l'argento e lo stagno.
Gli archeologi hanno ritrovato vari oggetti realizzati con questa tecnica i più antichi risalgono all'VIII millennio a.C.
Verso il 5000 a.C. gli uomini impararono a fondere il rame. Per raggiungere la temperatura necessaria è sufficiente un piccolo forno in pietra, alimentato con carbone di legna.
Quando diventa liquido si versa il metallo nella forma. L'oggetto ricavato viene poi rifinito a freddo: per esempio, se è una spada o una falce, deve essere affilato. Quando l'oggetto si rovina si può fondere per riutilizzare nuovamente il metallo. E' questo il grande vantaggio rispetto alla pietra e alla ceramica, che quando divengono inutilizzabili vanno buttate via. Aggiungendo dello stagno al rame si ottiene una lega, il bronzo. Questa lega è molto più resistente dei due metalli che la compongono.
Gli uomini iniziarono a produrre il bronzo nel corso del III millennio a.C.
Con questo nuovo materiale vennero realizzati vari oggetti: spade, asce, falci, vasi e piatti.
In seguito fece la sua comparsa il ferro. Era lavorato tra i monti del Caucaso già agli inizi del II millennio a.C., ma il suo uso si diffuse molto lentamente.
Gli storici distinguono diversi periodi a seconda del tipo di metallo che veniva lavorato:
  • l'età del rame, dal 5000 al 3000 a.C;
  • l'età del bronzo, dal 3000 al 1100 a.C;
  • l'età del ferro, a partire dal 1100 a.C.
Gli oggetti di metallo comunque restarono rari e costosi. Per questo la maggior parte degli strumenti d'uso comune continuarono per secoli ad essere fatti con materiali più tradizionali ed economici.

Riassumiamo:
L'uomo ormai può vivere in una città di circa 5000 abitanti.
Indossa abiti tessuti con fibre animali o vegetali.
Probabilmente si è specializzato in un mestiere (contadino, allevatore, cacciatore, artigiano, commerciante) e baratta con altri uomini i prodotti del suo lavoro.
Ha una ricca vita spirituale: seppellisce i suoi morti; ama le decorazioni che ornano i prodotti dell'artigianato; apprezza anche i prodotti dell'arte, statuette e disegni; adora le divinità in veri e propri templi.
Gli archeologi hanno scoperto che Gerico era protetta da fossati, torri e spesse mura. Opere come questo potevano essere realizzate da un gruppo organizzato di uomini comandati da qualcuno ma non si sa' nulla perché non vi sono documenti scritti.
Verso il 3000 a.C., però, le grandi valli del Nilo, del Tigri e dell'Eufrate conobbero l'invenzione della scrittura. Gradatamente in queste terre si passò dalla preistoria alla storia. In Europa, invece, la preistoria durò ancora per oltre due millenni.



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