Dopo la crisi economica nasce lo swing
Nel 1932 il presidente Roosevelt lanciò il cosiddetto New Deal, un piano per ricostruire l’economia americana distrutta dalla crisi. Questo piano si basava soprattutto su una serie di interventi dello stato nei settori privati e nel giro di un paio d’anni incominciò a dare i suoi frutti.Con la ripresa dell’economia si diffuse ben presto fra la gente un clima di fiducia e di ottimismo e ancora una volta la musica rispecchiò questo cambiamento: mentre nei primi anni trenta le band più importanti proponevano quasi esclusivamente musica triste e lenta, nella seconda metà del decennio si impone un nuovo stile, caratterizzato da un ritmo più allegro e festoso, eccitante, fatto apposta per ballare. Era incominciata l’era dello swing.
La parola swing (letteralmente dondolio) viene utilizzata per indicare uno degli aspetti più caratteristici del jazz, e precisamente il ritmo fluttuante e continuamente variato, non preciso e matematico come nella musica classica, tipico di chi suona improvvisando. Questo stile musicale, soprattutto orchestrale, dominerà la scena dalla metà degli anni trenta sino alla fine della seconda guerra mondiale.
Le big band sono l’emblema dello swing
La prima grande orchestra (big band) jazz era stata fondata a New York nel 1924 da Fletcher Henderson, che può essere perciò considerato uno degli anticipatori dello swing. Ma è soprattutto dopo il 1935 che le big band si moltiplicano, raggiungendo ben presto una fisionomia definitiva che comprende diciotto esecutori.Oltre che nel numero degli strumentisti, la novità di queste orchestre consisteva nel fatto che utilizzavano i vari gruppi di strumenti (sassofoni, trombe, tromboni, clarinetti ecc.) contrapponendoli secondo lo stile responsabile (a domanda e risposta) tipico della tradizione afroamericana.
Fra le orchestre che in questo periodo dominarono la scena si distinsero soprattutto quelle “nere” di Edward Kannedy (detto “Duke”) Ellington, di William (detto “Count”) Basie e quella del clarinettista bainco Benjamin David (detto “Benny”) Goodman.
Duke Ellington sviluppa la tecnica dell’arrangiamento
Dopo gli anni trascorsi al Cotton Club di New York, l’orchestra di Duke Ellington divenne famosa in tutti gli Stati Uniti e in Europa. Il suo stile era caratterizzato da una immissione nel jazz di strutture tipiche della musica classica (soprattutto nelle composizioni di maggiore respiro, dove risalta il perfetto equilibrio fra solista e band) e dalla grande varietà timbrica.Alla figura di Ellington, così come a quella di altri compositori- direttori d’orchestra (soprattutto Basie e Goodman), si lega anche lo sviluppo della tecnica dell’arrangiamento. Attraverso questa pratica, un motivo o una canzone famosa veniva rielaborato, spesso con una totale reinvenzione della composizione originale, in modo da evidenziare l’esecuzione dei singoli componenti dell’orchestra.
Il re dello swing: Benny Goodman
Celebre clarinettista e direttore d’orchestra. Benny Goodman divenne presto l’isolo della gioventù americana. Le sue composizioni basate su ritmi ballabili e scorrevoli e su melodie allegre e cantabili contribuirono in modo determinante a fare dello swing la musica più popolare e diffusa dell’epoca.A lui si deve inoltre la creazione della prima band importante in cui suonano insieme musicisti bianchi e neri. Anche tra il pubblico, del resto, bianchi e neri ascoltavano la stessa musica, apprezzavano le stesse orchestre e gli stessi cantanti (in questi anni si affermano famose cantanti jazz come Ella Fitzgerald e Billie Holiday) e danzavano gli stessi balli (in particolare il lindy-hop, un ballo veloce in cui la coppia si allontana e riavvicina senza fermarsi mai).