di Giacomo Leopardi
Commento:
Con tale dialogo il Leopardi passa da una concezione positiva della natura ad una negativa, immaginando la conversazione tra un viaggiatore islandese, giunto nel cuore dell’Africa, e la Natura, impersonata da una gigantesca donna, che però non risponde ai quesiti che l’uomo le pone, riguardanti i male da essa inflitti agli individui. Il poeta ritiene che causa dell’infelicità umana, non siano più i mali interiori e psicologici dell’uomo stesso, ma i mali esterni, causati dalla Natura che è anche indifferente ad essi; nel Dialogo, quindi, il pessimismo leopardiano assume un carattere cosmico nella consapevolezza che la sofferenza investe tutti gli esseri viventi, nessuno escluso.
Commento:
Con tale dialogo il Leopardi passa da una concezione positiva della natura ad una negativa, immaginando la conversazione tra un viaggiatore islandese, giunto nel cuore dell’Africa, e la Natura, impersonata da una gigantesca donna, che però non risponde ai quesiti che l’uomo le pone, riguardanti i male da essa inflitti agli individui. Il poeta ritiene che causa dell’infelicità umana, non siano più i mali interiori e psicologici dell’uomo stesso, ma i mali esterni, causati dalla Natura che è anche indifferente ad essi; nel Dialogo, quindi, il pessimismo leopardiano assume un carattere cosmico nella consapevolezza che la sofferenza investe tutti gli esseri viventi, nessuno escluso.