di Giovanni Verga
Riassunto e Significato:
Verga aveva immaginato un grande ciclo di cinque romanzi che avrebbe dovuto rappresentare (è evidente l’influsso della concezione darwiana della lotta per l’esistenza, estesa al mondo umano) il complesso meccanismo delle passioni messe in moto dalla voglia di emergere e di progredire ai vari livelli della scala sociale: da quelli più bassi (I Malavoglia e Mastro don Gesualdo) a quelli più alti, rispettivamente nell'ambito della nobiltà (La duchessa di Leyra), del ceto politico (L’onorevole Scipioni) e del mondo degli artisti (L’uomo di lusso). Ma l’ispirazione artistica ha sorretto il Verga solo per quanto riguarda la composizione dei Malavoglia e di Mastro don Gesualdo.
Nella prefazione ai Malavoglia il Verga introduce le tematiche del “ciclo dei vinti”, ispirate al comune tema della lotta universale per la vita e per il progresso: egli dichiara di voler analizzare “il movente dell’attività umana che riproduce la fiumana del progresso”, considerato innanzitutto “alle sue sorgenti”, cioè ai suoi livelli più bassi, come istinto per la sopravvivenza e come lotta per il pane. Ciò lo ha ispirato nella stesura dei Malavoglia. Successivamente l’intento è stato quello di analizzare il movente dell’azione umana a un livello più alto, quello del plebeo che, arricchitosi al prezzo d’inauditi sacrifici, tenta il salto di classe: è il caso del protagonista del romanzo Mastro don Gesualdo. L’ispirazione artistica però lo ha sorretto soltanto nell'analisi delle ambizioni umane relative a questi livelli bassi: evidentemente le vicende dei vinti appartenenti a ceti più altolocati, come era nelle intenzioni degli altri tre progettati romanzi, non dovettero rivelarsi consone ai criteri di narrazione veristi.
Riassunto e Significato:
Verga aveva immaginato un grande ciclo di cinque romanzi che avrebbe dovuto rappresentare (è evidente l’influsso della concezione darwiana della lotta per l’esistenza, estesa al mondo umano) il complesso meccanismo delle passioni messe in moto dalla voglia di emergere e di progredire ai vari livelli della scala sociale: da quelli più bassi (I Malavoglia e Mastro don Gesualdo) a quelli più alti, rispettivamente nell'ambito della nobiltà (La duchessa di Leyra), del ceto politico (L’onorevole Scipioni) e del mondo degli artisti (L’uomo di lusso). Ma l’ispirazione artistica ha sorretto il Verga solo per quanto riguarda la composizione dei Malavoglia e di Mastro don Gesualdo.
Nella prefazione ai Malavoglia il Verga introduce le tematiche del “ciclo dei vinti”, ispirate al comune tema della lotta universale per la vita e per il progresso: egli dichiara di voler analizzare “il movente dell’attività umana che riproduce la fiumana del progresso”, considerato innanzitutto “alle sue sorgenti”, cioè ai suoi livelli più bassi, come istinto per la sopravvivenza e come lotta per il pane. Ciò lo ha ispirato nella stesura dei Malavoglia. Successivamente l’intento è stato quello di analizzare il movente dell’azione umana a un livello più alto, quello del plebeo che, arricchitosi al prezzo d’inauditi sacrifici, tenta il salto di classe: è il caso del protagonista del romanzo Mastro don Gesualdo. L’ispirazione artistica però lo ha sorretto soltanto nell'analisi delle ambizioni umane relative a questi livelli bassi: evidentemente le vicende dei vinti appartenenti a ceti più altolocati, come era nelle intenzioni degli altri tre progettati romanzi, non dovettero rivelarsi consone ai criteri di narrazione veristi.