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Commento: Canto Notturno di un Pastore Errante dell'Asia

di Giacomo Leopardi
Commento:

Il poeta, identificatosi in un pastore nomade, vaga nelle steppe asiatiche con il suo gregge di pecore, sotto lo sguardo della luna, che lo segue ovunque; egli si lascia andare ad un canto che suona come una richiesta di aiuto alla Natura. Forse l'astro, da sempre presente nel cielo, conosce il perché del succedersi del tempo e delle stagioni della vita, il perché del dolore umano, il perché della noia, condizione che stimola l'incessante interrogazione degli esseri sul senso del loro esistere, ma non risponde. (silenziosa luna)
questo grande idillio è fondamentale nel passaggio da una visione di pessimismo personale a quella di tipo cosmico: la vita del pastore, come descritta da leopardi, è continua sofferenza (Vecchierel bianco, infermo, / mezzo vestito e scalzo, / con gravissimo fascio in su le spalle, / ...) che non tende ad altro che alla morte (abisso orrido, immenso, / ov'ei precipitando, il tutto obblia.)
il dolore della vita comincia a presentarsi dal momento stesso della nascita (è dolore il nascimento) ed infatti i genitori da subito iniziano a consolare il bambino (con giocattoli e altri divertimenti), quasi come a volersi fare perdonare per averlo messo al mondo. il pastore/poeta chiede a questo punto alla luna perché far nascere un essere umano per poi vederlo soffrire: qui leopardi capisce che probabilmente la luna non prova dolore né tedio, qualità presenti solo nel mortali. la luna conosce tutte le risposte alle domande del pastore, alle domande della vita, ma non le condivide con lui.
perduta ogni speranza di risposta da parte della luna, il pastore si rivolge al gregge: le pecore sono mortali come lui, ma sono più fortunate perché non provano noia e dimenticano il dolore provato, quasi istantaneamente.
in conclusione leopardi arriva però ad un'altra soluzione: probabilmente tutti i mortali, in qualsiasi forma, uomini o animali, (forse in qual forma, in quale / stato che sia, dentro covile o cuna, / è funesto a chi nasce il dì natale) provano le stesse sensazioni di noia e sofferenza.

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