di Giosuè Carducci
Analisi del Testo:
In questa ode di versi il poeta indulge al motivo romantico dell'esotismo, la tendenza cioè ad evadere dalla realtà per rifugiarsi idealmente in paesi lontani nello spazio o nel tempo e dimenticare per un attimo gli affanni e il peso della vita quotidiana.
Egli prende spunto dalla voce della donna amata che ha un suono così dolce e carezzevole che, a sentirla, egli si estrania dalla realtà e naviga con la fantasia verso terre lontane e vede vaste distese azzurre e solitarie di mare e di cielo, candidi gabbiani, isole verdi di vegetazione, templi di marmo pario, cipressi e mirti, marinai che cantano e una nave che in vista del porto ammaina le vele.
Poi vede scendere dall'acropoli e avviarsi verso le spiagge dell'isola di lesbo una lunga schiera ordinata di fanciulle vestite di lunghi pepli bianchi, che hanno al capo ed in mano rami di alloro e cantano tendendo le braccia verso il poeta-soldato Alceo, che, piantata l'asta sulla terra della patria, salta giù armato dalla nave reduce dalla guerra vittoriosa.
Il tema dell'ode, composta nell'aprile del 1875, è adombrato in una lettera del 29 giugno 1874 indirizzata a Lidia (il nome portico della signora Carolina Cristofori Piva, la donna amata dal Carducci), in cui si legge che sull'onde armoniose della voce di lei egli si lasciava andare verso altri cieli ed altre terre.
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Analisi del Testo:
In questa ode di versi il poeta indulge al motivo romantico dell'esotismo, la tendenza cioè ad evadere dalla realtà per rifugiarsi idealmente in paesi lontani nello spazio o nel tempo e dimenticare per un attimo gli affanni e il peso della vita quotidiana.
Egli prende spunto dalla voce della donna amata che ha un suono così dolce e carezzevole che, a sentirla, egli si estrania dalla realtà e naviga con la fantasia verso terre lontane e vede vaste distese azzurre e solitarie di mare e di cielo, candidi gabbiani, isole verdi di vegetazione, templi di marmo pario, cipressi e mirti, marinai che cantano e una nave che in vista del porto ammaina le vele.
Poi vede scendere dall'acropoli e avviarsi verso le spiagge dell'isola di lesbo una lunga schiera ordinata di fanciulle vestite di lunghi pepli bianchi, che hanno al capo ed in mano rami di alloro e cantano tendendo le braccia verso il poeta-soldato Alceo, che, piantata l'asta sulla terra della patria, salta giù armato dalla nave reduce dalla guerra vittoriosa.
Il tema dell'ode, composta nell'aprile del 1875, è adombrato in una lettera del 29 giugno 1874 indirizzata a Lidia (il nome portico della signora Carolina Cristofori Piva, la donna amata dal Carducci), in cui si legge che sull'onde armoniose della voce di lei egli si lasciava andare verso altri cieli ed altre terre.
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