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Analisi: Imitazione, Leopardi

di Giacomo Leopardi
Analisi del Testo:

Strofa libera di dieci settenari (tutti accentati su prima e quarta sillaba, tranne il v. 6, con accenti su seconda e quarta sillaba, e i due ultimi, accentati sulla terza) e tre endecasillabi (vv. 4, 7, 9), costruita in tre periodi ritmici disuguali – «di quattro versi il primo, di tre il secondo, di sei il terzo» –, la cui individualità è segnata da un endecasillabo per ciascuno, che «nel primo e nel secondo […] corona solennemente il ritmo e segna la pausa», e nell'ultimo «leva subito l’ala, dopo il breve battito d’un timido settenario, e data voce a quel ch’è forse il concetto riassuntivo di tutta la lirica […], lascia a quattro lievi settenari il delicato compito di concludere in tono minore ritmo e pensiero». «Il primo periodo ritmico non ha rime […]; il secondo s’inizia anch'esso con un verso sciolto ma continua poi con due versi rimati […]; il terzo ha tutti i suoi versi rimati, con un intreccio vago di rime».

Schema: abcD, efF, gHigih. Da notare, inoltre, la rima imperfetta vento-perpetuamente : naturalmente, le assonanze ramo-faggio e volo ÷ ignoro : alloro, nonché l’allitterazione che stringe l’irrelato frale (v. 2) sia a foglia che a faggio.

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