Sul finire del Settecento la Francia attraversava una grave crisi politica e sociale, ma le colpe erano principalmente dalle continue spese dello Stato, agli sprechi della Corte e alle guerre di quel periodo. Era governata da una monarchia assoluta che risaliva ai tempi di Luigi XIV e la società era suddivisa in tre ordini: clero, nobiltà e terzo stato. I primi due godevano di molti privilegi e tra questi i più ingiusti ed i meno accettati erano che non pagavano le tasse e che le loro colpe passassero inosservate in un tribunale. Il terzo stato era la parte attiva del paese, chi ne faceva parte doveva lavorare duramente, pagare pesanti tasse ed erano esclusi dalla vita politica.
Il re Luigi XVI si rese conto che la Francia si trovava in una brutta situazione e di lì a poco la situazione sarebbe precipitata ma non poteva aumentare ancora di più le tasse sui membri del terzo stato che già venivano pesantemente tassati e sfruttati e così chiese aiuto a persone intelligenti e fidati come il primo ministro Necker che gli consigliò di far pagare le tasse anche al clero e alla nobiltà, ed essendo questi oltre 10.000 persone comportavano delle spese che non si sarebbero più potuti permettere in questo periodo di crisi economica. Ma ne il re che la regina Maria Antonietta abituati al lusso sfrenato non potevano andare contro i loro stessi amici del lusso e così rifiutarono immediatamente questa proposta.
La situazione col passare del tempo peggiorava e c'era un malcontento generale ed un po' tutti gli ordini volevano la convocazione degli Stati generali e così il re li convocò. In questa assemblea vi furono già problemi nel scegliere il metodo di votazione, il clero e la nobiltà erano d'accordo sul voto per ordine, come avveniva anche in passato e così avrebbero matematicamente vinto perché sarebbero stati loro due contro uno; il terzo stato che in quel modo non aveva speranze voleva la votazione per testa e così ogni individuo poteva esprimere il suo voto, anche molti parroci ed addirittura alcuni nobili erano d'accordo su quest'ultima votazione. Il re che erano una persona poco decisa nelle scelte preferì sciogliere l'assemblea ma quelli del terzo stato si proclamarono Assemblea nazionale. Il popolo parigino assalì la fortezza della Bastiglia (14 luglio 1789, data di inizio della Rivoluzione Francese) ed anche le popolazioni delle campagne si ribellarono.
Nell'agosto 1789 l'Assemblea nazionale votò l'abolizione dei privilegi della nobiltà e del clero, e approvò una Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino.
Tra il 1789 e il 1791 l'Assemblea nazionale votò una serie di riforme che resero la Francia una monarchia costituzionale, ma questa atto rivoluzionare preoccupò le potenze europee che dichiararono guerra alla Francia. Il re in questo momento aveva una posizione ambigua all'interno del governo, aveva perso la fiducia del popolo ma continuava a rimanere sul trono fino a quando fu scoperto a trattare con i nemici e per questo motivo venne arrestato insieme alla sua famiglia.
Fu creata una nuova assemblea e venne chiamata Convenzione nazionale che abolì la monarchia e proclamò la repubblica (1792) e il re e la regina vennero processati e decapitati.
I partiti che costituivano la Convenzione nazionale erano i foglianti, i girondini e i giacobini (i più radicali). A questi ultimi per difendersi dagli attacchi delle monarchie europee e alle rivolte interne (1793) venne affidato tutto il potere e presero il nome di Comitato di salute pubblica nel quale faceva parte Massimiliano Robespierre. Però di salute aveva ben poco difatti le misure che adottò furono severissime perché anche chi era sospettato era soggetto alla pena di morte. L'arco di tempo in cui il potere era affidato al Comitato di salute venne chiamato il periodo del Terrore ed ebbe fine nel 1794 col finire dei conflitti con le potenze europee e così i partiti moderati ripresero il controllo della situazione, decapitarono Robespierre e perseguitarono i giacobini.
Nel 1795 fu approvata una nuova Costituzione più moderata della precedente. Il governo della repubblica venne affidato a un Direttorio di cinque membri. Si affermava intanto il talento militare di Napoleone Bonaparte.
La Rivoluzione Francese che mise fine all'antico regime, affermò i principi di libertà ed uguaglianza che sono ancora oggi alla base dei sistemi politici democratici.