Qualche verso per cominciare l’anno con… poesia. Tempo di propositi e di progetti, ideale per un mutamento o per intraprendere quello che da tanto abbiamo in mente. Il nuovo anno che è un immensa serie di fogli bianchi, come l’agenda nuova è stato fonte di ispirazione per molti scrittori famosi e meno famosi. Tra i celebri scrittori spicca senza dubbio il grande Gianni Rodari con la "Filastrocca di Capodanno" ma anche gli altri non sono stati da meno.
In questa raccolta potete trovare poesie e filastrocche sul Capodanno per l'anno nuovo che potete unire alle lettere di auguri o inserirle come messaggio ad un regalo. Per i bambini andranno benissimo le filastrocche o le poesie in rima mentre per gli adulti andranno bene tutte, avete solamente l'imbarazzo della scelta.
(Filastrocca di Capodanno - Gianni Rodari)
Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l'anno:
voglio un gennaio col sole d'aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
(L'anno nuovo - Gianni Rodari)
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
(O Anno Nuovo - Gianni Rodari)
O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;.
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr'ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.
(Capodanno - Renzo Pezzani)
Sfoglia sfoglia tutto l’anno,
fin che giungi a Capodanno.
Sfoglia i giorni e le vicende,
una fiaccola s’accende.
L’anno nuovo eccolo qua,
vita nuova si farà!
L’anno nuovo con la messe
degli auguri e le promesse;
con i baci e le sorprese,
con gran ceri entro le chiese;
con preghiere e con regali,
e ciascuno ha in cuore l’ali,
saprà vivere in bontà:
l’anno nuovo, eccolo qua!
(Presso alla casa)
Presso alla casa
c’è un verde pino;
e sopra un ramo,
c’è un cavallino;
sopra il cavallo,
c’è una selletta;
sopra lo sella,
c’è il tuo bambino;
sul tuo bambino,
c’è un cappuccetto;
sul cappuccetto,
c’è un uccelletto;
c’è un uccellino,
che canta bene,
che canta il nuovo
anno che viene.
(Buon anno - Anna G. Mormina)
La filastrocca è scritta col cuore,
a lui che si spera, sia sempre migliore,
inizia da piccolo e va scrivendo,
ciò che nel mondo sta già accadendo!
Ha dodici mesi da programmare,
e quattro stagioni da colorare,
per ogni uomo su questa terra,
chiede al destino: ‘allontana la guerra’!
Il tempo passa, si sente stanco,
i suoi capelli si tingon di bianco,
qualcosa ancora deve aggiustare,
piano pianino si deve sbrigare!
Sul suo lettino si è addormentato,
fate e folletti lo hanno vegliato,
per ciò ch’è stato e che ha potuto,
di certo a tutti non è piaciuto!
31 dicembre ormai è arrivato,
ora il suo compito è terminato,
lo salutiamo con felicità,
sperando nel nuovo: 'meglio sarà? ’...
... primo gennaio, è Capodanno,
bimbi ed adulti ormai lo sanno,
sempre piccino ritornerà,
e da vecchietto poi se ne andrà!".
(Anno vecchio Anno nuovo)
L'anno vecchio se ne va,
e mai più ritornerà,
io gli ho dato una valigia
di capricci e impertinenze,
di lezioni fatte male,
di bugie e disubbidienze,
poi gli ho detto:
'Porta via! Questa è tutta roba mia'.
Anno nuovo,
avanti avanti,
ti fan festa tutti quanti,
tu la gioia e la salute
porta ai cari genitori,
ai parenti e agli amici
rendi lieti tutti i cuori,
d'esser buono ti prometto,
anno nuovo benedetto.
(31 Dicembre)
Il vecchio anno è ormai sul finire,
ha fatto fagotto e sta per partire.
Lo sostituisce un anno bambino,
nuovo di zecca e un po' birichino.
Tante giornate ancora da venire
tante notti per poter dormire.
Un anno carico di letizia o di dolore?
Di tristezza, di gioia o di tanto amore?
Lo sapremo soltanto l'anno venturo
non si può vedere cosa cela il futuro.
Ma il nuovo anno è un bimbo piccino
con tanta speranza nel suo cuoricino.
(Anno nuovo, Benvenuto!)
Anno nuovo, benvenuto!
Io di cuore ti saluto.
Che cos'hai nel tuo fardello?
Hai del brutto, o hai del bello?
Anno nuovo, in verità,
sol vorrei felicità.
E felice tu sarai
se da bravo studierai,
troverai felicità
nella buona volontà,
nel perdono, nell'amore
che dan pace al nostro cuore.
(Anno nuovo)
Anno nuovo anno nuovo,
qui alla porta già ti trovo
rechi forse nel cestello
un impulso buono e bello?
Porti agli uomini l’amore,
che riscaldi a tutti il cuore?
Anno nuovo non scordare
la salute nel tuo andare
e la pace porta teco
che nel mondo abbia un’eco
veglia sempre sui miei cari,
serba loro doni rari
ed a me concedi, senti,
di poter farli contenti
Se benigno il volto avrai,
benedetto tu sarai.
(Augurio - L. Salvatore)
Ecco l'anno misterioso
col cappuccio sopra gli occhi,
che tra un turbine di fiocchi
viene avanti pensieroso.
Viene e bussa ad ogni tetto
il viandante giovinetto,
viene e bussa ad ogni cuore,
forse in cerca di tepore.
lo lo prego che sia buono,
porti pace, amor, lavoro,
che ogni giorno rechi un dono...
che sia un anno dal cuor d'oro...
(Io son Dicembre)
Io son Dicembre, vecchietto, vecchietto,
l’ultimo figlio dell’anno che muore.
Ma quando nasce Gesù benedetto
reco nel mondo la pace e l’amore.
Porto col ceppo girando i camini
dei bei regali ai bimbi piccini.
(L'anno)
Io sono il padre di dodici figli
e tutti quanti sono mortali;
vesto di rose, di fronde e di gigli,
io sono il padre di dodici figli.
Non ce n’è uno all’altro uguale:
scema la notte e sale il dì,
poi scema il giorno e la notte sale;
il mondo è sempre fatto così.
(All'anno che muore, Santo Parisi)
Addio, anno che muori,
io ti saluto
con malinconia;
io ti saluto
con il pianto in cuore;
perché stanotte
tu ti porti via
un po' di me,
un po' del mio passato.
Addio, anno che muori,
addio senza rancore,
anche se stanotte
con te muore
un po' di me,
un po' della mia vita.
(All'anno nuovo - T. Romei Correggi)
Anno nuovo, benvenuto!
lo di cuore ti saluto.
Che cos'hai nel tuo fardello?
Hai del brutto, o hai del bello?
Anno nuovo, in verità,
sol vorrei felicità.
E felice tu sarai
se da bravo studierai:
troverai felicità
nella buona volontà,
nel perdono. nell'amore
che dan pace al nostro cuore.
(All'anno vecchio - A. Ferraresi)
Anno che te ne vai, se mi hai veduto
far bizze, dispettucci e cose brutte,
nel tuo fardello portale via tutte...
Ti ringrazio di cuore e ti saluto
anno che vieni; portami un pacchetto
pieno zeppo di buone qualità.
Voglio che tutti dicano: - Quest'ometto
s'è fatto giudizioso in verità.
(Anno bambino)
Anno bambino che vieni
in questa notte serena,
di gioia i tuoi giorni sian pieni,
senza dolore nè pena.
Porta i pesci ai pescatori,
buon raccolto ai contadini,
i leoni ai domatori,
e i giocattoli ai bambini.
Porta i treni ai ferrovieri,
il lavoro agli operai
la farina ai panettieri
e che il pane non manchi mai.
(Anno nuovo - N. Vernieri)
L'anno vecchio, finito il suo rosario
di domeniche rosse e giorni neri,
disperde al vento i fogli del lunario,
sospiri, affanni, lagrime di ieri...
e se ne va velato di turchino,
col fumo, per lo cappa del camino.
Giunge il nuov'anno, avvolto nel mantello,
come il parente ricco che raduna
la famiglia dispersa nel tinello,
che rinfocola in cuore la fortuna,
le speranze rimaste senza frutto,
l'antica fede e il sogno già distrutto...
E' il benvenuto, e tutto sembra nuovo:
grato il lavoro, facile il domani..
(Anno nuovo anche per chi soffre - Raoul Follereau)
Signore, insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri,
a non amare soltanto quelli che amiamo.
Insegnaci a pensare agli altri
ed amare in primo luogo quelli che nessuno ama.
Signore, facci la grazia di capire che ad ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morir di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore,
abbi pietà di tutti i poveri del mondo.
E non permettere più,
Signore,
che noi viviamo felici da soli.
(Anno vecchio - D. Mc Arthur Rebucci)
I tuoi occhi, bambino,
sono il mio chiaro specchio:
o mio strano destino,
mi vedo vecchio vecchio.
Dodici mesi fanno
questa mia vita breve:
ieri gioia, oggi affanno,
ieri sole, oggi neve.
Vado, ormai vecchio e stanco;
e tu, che resti, aspetta;
lungo il sentiero bianco
l'anno nuovo si affretta.
(Auguri di Capodanno - Diego Valeri)
Io credo all'uccellino batticoda:
che ci porti il buon anno.
Scorre liscio su l'umido tappeto
di bruni muschi, alla soglia del mare,
sosta un tratto a beccare, e poi di nuovo
scivola via come una spola, vola,
sparisce in cielo. Neppur ci ha guardati.
Ma è bello, affusolato, grigio e bianco:
porta, certo, il buon anno.
(Poesia de Capodanno - Poesia romana)
Er cotechino disse alla lenticchia:
"più ce ragiono e meno m'arisponno:
ma perché devo festeggià co' te ogni ultimo dell'anno?"
"E mica l'ho presa io 'sta decisione!
Manco t'avessi detto cotica!
Non l'ho fatto p è niente il tuo nome!",
disse risentito il legume,
"te credi che appiccicata a te io so' contenta?
Più che co'n ciccione m'accompagnerei co'n piatto de polenta!"
-"sarò pure grasso,
non l'ho mai negato,
ma tu co' quell'aspetto secco allampanato
nun sei de certo gioia pe'l palato!"
-"credi d'esse tanto appetitoso?!
Ma tu lo sai che qualche omo,
complessato per lo strato suo adiposo,
te schifa
per via der fatto che j'aumenti er colesterolo,
mentre a me nessuno mai me scanserà
perché so' bona e je gonfio er dindarolo?!".
(Net'anno passa - Ferdinando Russo)
N'at'anno passo! N'ata rappa nfaccia!
N'ata speranza morta e sutterrata!
N'ato suonno femuto!
N'ata fronna caduta!
E 'o viento d' 'a tempesta m' ammenaccia
e veco 'a notte ca se fa cchiù nera
senza na lenza 'e sole che nn' 'a caccia!
Pure, quann' era tiempo 'e primmavera,
ca tutt' 'o munno me pareva' e rosa,
quanno 'a Stella d' 'a sera
me zenniava, bella e amurosa,
io nun penzavo ca, passanno 'o tiempe
comme l'Ammore passa
e comme passa 'a dint' all'uocchie 'o suonno,
pure' a Felicità passa pe' sempe,
si 'o Destino l'appassa!...
E mo dint' 'o Destino me sprufonno!...
Attuorno 'a gente s'è scurdata 'e guaie,
e spenne, e spanne, e fife!
Cchiù meglio 'e mo nun s'è spassata maie!
Cchiù nun ne va' penzà penziere nire!
Nun va' parla d'ammore o sentimente,
manco canzone cchiù ne vo' sentì!...
Cadesse' o munno, nun le preme niente
basta ca dice: - Me so' salvat' i'!
Ma a chi conto sti ccose? A chi m'avoto?
A chi porto sta lèsia appecundrosa?
Iate a sfrunnà na rosa!
Ve resta 'a spina ca ve pogne 'e mmane!
(La visita di Capodanno - Ferdinando Russo)
E buona fine, e buon principio d'anno!...
Altrettanto! Altrettanto!... Favorite!...
Quali onori!... Gli affari come vanno?
Cummara mia!... Contiamo sulle dite!
Primma, ve ricordate? a Capodanno
er altra cosa. o... Simmo finite
Mo si scippa! Si vive lavoranno... .
E 'e ppiccerelle voste? Songo uscite...
La primma, Marietta, e quella là
si è data al canto... La vocetta è bella!..
Voi la sentiste, l'anno scroso...? Già!
Me pare che cantò... «Serenatella»?
Sì, ma adesso è tutt'altro, 'a verità!
È 'a primm'alunna 'e San Pietro a Maiella!
Ebbravo!... - A me però non mi suonava
di farla studià pe' ffa' l'artista...
Comprenderete... Una si mette in vista...
Ed anche il patre, la contrariava!
Ma intanto sta ragazza ragionava!
Pecché forzarla a fa' , a telegrafista?
Cu ' o tasto mmano se sciupava' a vista,
e poi... la gioventù si atrofizzava!...
È brunetta, cummà... piuttosto bella...
Con quell'andata 'e corpo! Un'amazzòne!...
E po', chella sviluppa, 'a piccerella...
Cummara mia, avite fatto buone!
Sul palco-osceno d'un San Carlo, chella,
se 'a fate andare innanzi, è un furorone!
È vero?.. - Eh! mo n'artista fa fortuna!
Fatela fa', si tene genio 'e fa'!...
Sì, sì, mo s'è decisa, a seguità...
Se po' di' che cantava dalla cuna...
Quanno piangeva, aveva modulà!...
Ieri cantò l'«Addio signora Luna...»
Embè, quand'arrivò alla notta bruna
fu nu croscè d'applavuse, cummà!...
Quello, quello è un amando che si lagna
per la perdenza dell' oggetto amato
e si sperisce in mezzo a una campagna.
Che chiasso, cummarè! Che battimani!
E mo, prima d'uscì, col fitanzato,
s'ha passato il duvetto degli Ernani!
Perché Ciccillo... già... mo è suo promesso...
Ebbravo!... Si conobbero, così...
Voi sapete... Per via... succede spesso...
Ma lui poi venne qua pe' se schiarì...
È giovinotto... S'è laurato adesso...
Si tiletta di canto... e po' riuscì!
Ma quann' 'a sente all'abborrito amplesso,
pare comme 'a vulesse incenerì!...
Già! Ll'apre ll'uocchie nfaccia, cummarè,
che quando accadde che me ne accorgei,
io dimandò a me stessa: «E pazzo, o che?».
Embè, dopo ho cambiato opinione!
Quello m' ha confessato, ai piedi miei,
ch'è tutto effetto della mozzione...
E l'altra? Chi, Sisina? Poveretta,
colla saluta gràcita che tene,
coll'anemia, che è come nelle vene
il sangue vostro fosse un po' d' acquetta,
c'ha da fa'?.. Resta in casa! E mo arricetta,
e mo arricama, e mo sta poco bene,
e mo tussisce!... io sto fra mille pene!...
E... nun le fate fa' qualche curetta?..
Cummara mia! Ma tutto, si è tentato!
Chella, o stommaco ' e chella, è fatto puzzo!
Se sapreste che bobbe s'ha ingoiato!...
Proprio l'aldrieri, il medico, De Maio, ,
Le prescrivette l'olio di merluzzo,
quello col pesce addietro al marinaio...
(La favola del nuovo anno - Giovanni Chiapparini)
Vecchia favola del nuovo anno:
ormai tutti la sanno:
tutti l'hanno imparata a memoria
come una pagina antica di storia...
C'era una volta un Omino piccino
che facea sempre un cammino;
sulla gobba ci avea dodici mesi
e sul cuore ci avea dodici pesi...
Scarica qua, scarica là...
ti dona e toglie quello che ti dà...
Ti dà il piccolo dono di un giorno
e poi te lo toglie al ritorno...
Toglilo oggi, toglilo domani...
poi tu ti avvedi che hai vuote le mani.
(La diligenza di Capodanno - Andersen)
Mezzanotte suonò sopra il villaggio
nella placida piazza solitaria...
le ore sobbalzano nell'aria
per la tacita volta senza raggio;
recava da lontano, intanto il vento
come un tintinnio garrulo d'argento,
e pel villaggio solitario; errare
un trotto di cavali si sentì;
un cavallo vicino, ecco nitrì
il gabellier si sporse per guardare;
qualche finestra ancor s'illuminò
e mezzanotte, lenta, risonò.
La diligenza a dodici cavalli
arriva con dodici signori.
e tutti, presto presto, venner fuori
con valige, con scatole, con scialli;
e il primo, un vecchio tremulo e bonario:
« Lode a Dio - esclamò - siamo in orario! »
Era il trentun dicembre ed era l'ora
che l'anno vecchio, curvo, se ne va,
nel mare eterno dell'eternità
svanisce, si disperde, si scolora,
mentre vanno per ville e per tuguri
baci e abbracci, brindisi e auguri.
(L'anno vecchio - Massimo Grillandi)
Ebbe la primavera coi bei fiori.
ebbe l'estate con i suoi colori.
ebbe l'autunno coi grappoli d'oro
ebbe l'inverno. con il suo lavoro
di trine e di merletti: erano i bianchi
ghiaccioli e neve. a fiocchi lenti e stanchi.
Fu un anno come gli altri coi suoi mesi.
con le stagioni e con le settimane:
una fila di giorni che rimane
nel ricordo di chi li ha bene spesi.
(L'anno nuovo - E. Zedda)
Con il tren di mezzanotte,
puntualissimo, in orario,
ecco il nuovo calendario.
E' arrivato un treno merci
con un solo passeggero
piccolissimo, ma fiero.
Tra gli evviva dei ragazzi
l'Anno nuovo mostra, gaio,
il suo grande bagagliaio,
pien di gioia e di dolori,
di successi e d'amarezze.
Su, ragazzi, son per voi,
queste merci, e si vedrà
chi ben scegliere saprà.
(L'anno - Roberto Piumini)
Va la terra attorno al sole:
l'anno è un lungo tempo tondo,
lo chiamiamo con parole.
Quando spuntan foglie e fiori
Primavera lo si dice;
quando i frutti son maturi
è l'Estate, e siam felici;
quando cadono le foglie
tutti Autunno lo chiamiamo,
finché il gelo non si scioglie
nell'Inverno ci troviamo.
Queste sono le stagioni
e tre mesi ha ciascheduna:
sono tutti mesi buoni
per giocare la fortuna.
(Il primo giorno dell'anno - Pablo Neruda)
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
(I doni dell'anno - L. Fiorentini)
Eccomi, fanciullo mio: io sono l'anno.
Ti porto tanti doni.
Ti porto ore di studio, ore di giuoco, ore di riposo,
liete ore che passerai tra i tuoi, in casa,
ore serene di scuola, con la tua maestra,
ore felici in campagna, sui prati!
Infine ti verrò a domandare:
"Che ne hai fatto figliuolo, di tutto quel tempo?
Sei diventato più bravo, più forte, più buono?"
Non buttarlo via il tempo che ti dono: fanne buon uso.
(Fine d'anno - Giuseppe Porto)
Grida e spari, all'atteso scoccare
dell'ora di mezzanotte,
e un fragore di pentole rotte
invita le genti a brindare:
tra allegre esplosioni di tappi
e tra calici tintinnanti
ricolmi di vecchi spumanti
si allontana come se scappi
scacciato da tanto rumore,
trascinandosi dietro le pene,
portandosi il male ed il bene
l'anno vecchio, l'anno che muore.
(Filastrocca dell'anno nuovo)
Come nasce l’anno nuovo?
Non si cova dentro un uovo,
non lo porta la cicogna,
non ha mamma che lo sogna.
L’anno nuovo come arriva?
Non sta in nave nella stiva,
non sta in treno in un vagone
e non scende alla stazione.
Ma che importa come viaggia,
dove nasce e dove va,
ogni anno il primo arriva
e il trentuno finirà.
E se vuoi sapere ancora
l’anno nuovo che cos’è,
posso dirti solamente:
tutto ciò che porta a te!
(Felice anno nuovo - K. Jackson)
Nella notte di magia
l’anno vecchio scappa via;
non sei neanche addormentato
che uno nuovo è già arrivato:
bello, ricco di giornate,
sia d’inverno che d’estate.
Anno allegro e fortunato
sia quest’anno appena nato!
(È arrivato un treno carico di... - Gianni Rodari)
Nella notte di Capodanno,
quando tutti a nanna vanno,
è in arrivo sul primo binario
un direttissimo straordinario,
composto di dodici vagoni,
tutti carichi di doni…
Sul primo vagone, sola soletta,
c’è una simpatica vecchietta.
Deve amar molto la pulizia
perchè una scopa le fa compagnia…
dalla sua gerla spunta il piedino
di una bambola o di un burattino.
“Ho tanti nipoti”, borbotta, “ma tanti!
e se volete sapere quanti,
contate tutte le calze di lana
che aspettano il dono della Befana.”
Secondo vagone, che confusione!
Carnevale fa il pazzerellone:
c’è Arlecchino, c’è Colombina,
c’è Pierrot con la sua damina,
e accanto alle maschere d’una volta
galoppano indiani a briglia sciolta,
sceriffi sparano caramelle,
astronauti lanciano stelle
filanti, e sognano a fumetti
come gli eroi dei loro giornaletti.
Sul terzo vagone
viaggia la primavera
col vento marzolino.
Gocce ridono e piangono
sui vetri del finestrino.
Una rondine vola,
profuma una viola…
tutta roba per la campagna.
In città, tra il cemento,
profumano soltanto
i tubi di scappamento.
Il quarto vagone è riservato
a un pasticcere rinomato
che prepara, per la Pasqua,
le uova di cioccolato.
Al posto del pulcino c’è la sorpresa.
campane di zucchero
suoneranno a distesa.
Un carico giocondo
riempie il quinto vagone:
tutti i fiori del monto,
tutti i canti di maggio…
buon viaggio! buon viaggio!
Giugno, la falce in pugno!
Ma sul sesto vagone
io non vedo soltanto
le messi ricche e buone…
vedo anche le pagelle:
un po’ brutte, un po’ belle,
un po’ gulp, un po’ squash!
ah, che brutta invenzione,
amici miei,
quei cinque numeri prima del sei.
Il settimo vagone
è tutto sole e mare:
affrettatevi a montare!
Non ci sono sedili, ma ombrelloni.
Ci si tuffa dai finestrini
meglio che dai trampolini.
C’è tutto l’Adriatico,
c’è tutto il Tirreno:
non ci sono tutti i bambini…
Ecco perchè il vagone non è pieno.
Sull’ottavo vagone
ci sono le città:
saranno regalate
a chi resta in città
tutta l’estate.
Avrà le strade a sua disposizione:
correrà, svolterà, parcheggerà
da padrone.
A destra e a sinistra
sorpasserà se stesso…
ma di sera sarà triste lo stesso.
Osservate sul nono vagone
gli esami di riparazione.
Severi, solenni come becchini…
e se la pigliano con i bambini!
Perchè qualche volta, per cambiare,
non sono i grandi a riparare?
Sul decimo vagone
ci sono tanti banchi,
c’è una lavagna nera
e dei gessetti bianchi.
Dai vetri spalancati
il mondo intero può entrare:
e’ un ottimo maestro
per chi lo sa ascoltare.
Sull’undicesimo vagone
c’è un buon odore di castagne,
paesi grigi, grigie campagne
già rassegnate al primo nebbione,
e buoni libri da leggere a sera
dopo aver spento la televisione.
Ed ecco l’ultimo vagone,
è fatto tutto di panettone,
ha i cuscini di cedro candito
e le porte di torrone.
Appena in stazione sarà mangiato
di buon umore e di buon appetito.
Mangeremo anche la panca
su cui siede a sonnecchiare
Babbo Natale con la barba bianca.
(È Capodanno - Cleopa)
E’ Capodanno e le Stelle lo sanno…
che in gennaio risolverai ogni guaio;
che in febbraio chi ama la gente, di sicuro non perde niente;
che in marzo e aprile il tuo cuore si farà sentire;
che benvenuto sarà maggio, quando ti infonderà coraggio;
che in giugno, luglio e agosto la luce del cuore troverà posto;
che in settembre, ottobre e novembre, dipenderà da te il tutto e il niente;
e quando dicembre, ragionier composto,
vorrà tirar le somme ad ogni costo,
ti troverà al tuo posto.
Non teme sentenza,
chi ha davvero creduto nella propria esistenza.
E’ Capodanno e le Stelle lo sanno
che è nel cuore della gente la sola sorgente.
(Capodanno - Boria)
Giungi come un tramonto od un'aurora;
come un soffio di vita che s'avanza,
come un fiato sottile che svapora
e che diffonde un'ultima fragranza.
Tu sei promessa per colui che ancora
sente il ventenne ardor d'una speranza.
e al vecchio, cui la vitò si scolora,
tu sei rimpianto mite e ricordanza.
Pure ti benedice il cuor d'ognuno,
e colla tua letizia lusinghiera
giammai tu giungi come un importuno.
Una sosta tu sei nel gran cammino...
Riparte l'uno verso la sua sera;
riparte l'altro verso il suo mattino.
(Buon anno - Laurent Schwarz)
Buon Capodanno. S'alza il sipario...
Via il primo foglio del calendario!
Sui tuoi foglietti scritto che hai,
Anno che sorgi? Letizia o guai,
giornate bianche; giornate nere?..
No, i tuoi segreti non vo' sapere;
sopra ogni pagina che Iddio mi dona
io voglio scrivere: - giornata buona.
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