Tema svolto:
Il terrorismo può essere definito un tipo di lotta politica in cui vengono pianificate e messe in atto azioni clamorose e cruente come attentati, omicidi, prostituzioni, stragi, sequestri, sabotaggi contro istituzioni, persone o simboli sociali. Chi commette atti di terrorismo è detto terrorista e il suo obiettivo primario, tuttavia, non è mettere in atto delle minacce ma renderle pubbliche per creare un clima di "terrore" e incertezza nella popolazione per poter minare le basi sociali e civili della stessa.
Quando si parla di terrorismo si pensa subito ad Al-Qaeda, un movimento islamista terrorista nato nel 1989 e guidato fino al 2011 (l'anno della sua morte) dal miliardario Osama Bin Laden, il mandante dell'attentato delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 dove morirono 3000 persone. La sua morte non cambia la situazione attuale in cui crescono e prolificano gruppi terroristici dato che le motivazioni del terrorismo possono essere politiche, sociali o religiose.
Altri casi di terrorismo da segnalare sono gli attentati condotti da Al Qaeda nelle stazioni ferroviarie di Madrid, in Spagna (11 marzo 2004) che hanno provocato la morte di centinaia di vittime.
Nel settembre 2004 venne assalita da un gruppo di terroristi ceceni la scuola di Beslan, in Russia dove vennero presi in ostaggio centinaia di bambini, ragazzi ed insegnanti, dove ne morirono 330 (di cui la metà bambini).
In Italia non siamo mai stati colpiti direttamente dal terrorismo ma molti italiani sono morti all'estero per casi di terrorismo, tuttavia negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta vi fu il periodo delle "Brigate Rosse", di "Prima Linea", "Ordine nuovo", dei "Nar" dove morirono magistrati, politici, poliziotti e sindacalisti... questi casi di terrorismo ebbero fine grazie al sacrificio di magistrati e giudici coraggiosi che hanno rischiato la loro vita perché hanno sempre creduto nella giustizia.
Il terrorismo prolifica laddove ci sono condizioni sociali precarie, tensioni sociali, e laddove povertà e disperazione regnano sovrane. Fino a quando esisteranno sacche di povertà e di malessere sociale esisterà il terrorismo sotto varie forme e in diversi luoghi della terra per cui sarà difficile debellarlo se non ricorrendo a profonde riforme sociali e culturali su scala globale.
Ai giorni nostri il terrorismo islamista, una forma di terrorismo religioso praticato da ristretti gruppi di fondamentalisti musulmani è un problema irrisolto e difficile da risolvere. Le guerre in Afghanistan e Iraq sono state dei veri fallimenti sotto tutti i punti di vista, d'altronde la storia ci insegna che le guerre hanno provocato solo morte e distruzioni e mai "soluzioni" e miglioramenti. Forse l'unico modo per combattere questo loro sentimento di vendetta è fare qualcosa per attecchire il terrorismo e quindi diminuire il loro stato di povertà; non è una cosa semplice ma il mondo civilizzato ha l'obbligo di ricorrere a tutte le risorse per porre fine alle barbarie dei terroristi..
Secondo me il terrorismo è una forma di lotta politica e, anche se sbagliata, non può essere considerata del tutto errata: i terroristi (quelli veri, che combattono per i propri valori e per le proprie idee), sono capaci anche di sacrificare la loro vita per quella che considerano una "giusta" causa. Senza dubbio, però, il modo in cui lo fanno è sbagliato: la violenza non giustifica altra violenza e, soprattutto, la parte più brutta è che ci vanno sempre di mezzo persone innocenti, anche bambini. Tra i tanti modi che hanno per vendicarsi scelgono il più pericoloso, il più violento per tutti, che di certo non fa altro che renderli ancora più "brutti" agli occhi del mondo e, se questa è la loro cultura, significa che sono persone con poca cultura.
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