Testo:
Di febbraio vi metto in valle ghiacciacon orsi grandi vecchi montanari,
e voi cacciando con rotti calzari;
la nieve metta sempre e si disfaccia;
e quel che piace a l’uno a l’altro spiaccia:
con fanti ben ritrosi e bacalari;
tornando poi la sera ad osti cari,
lor moglie tesser tele ed ordir accia.
E ’n questo vo’ che siate senza manti,
con vin di pome, che stomaco affina;
in tal’ alberghi gran sospiri e pianti,
tremuoti, venti; e no sia con ruina,
ma sian sì forti, che ciascun si smanti
da prima sera enfino la mattina.
Parafrasi
Di febbraio vi metto in una valle ghiacciata, con vecchi e grandi orsi di montagna e mentre cacciate con le scarpe rotte continui sempre a nevicare e la neve si sciolga in fanghiglia; quel che piace a uno non lo possa soffrire l'altro e abbiate servi ritrosi e petulanti; tornando poi la sera da tavernieri esosi, troviate le vostre mogli che tessono e mettono sull'ordito il filo grezzo. E nel frattempo voglio che stiate senza mantelli, con vino di mele che rovina lo stomaco; in queste vostre dimore si odano sospiri e pianti, terremoti e tempeste, non tanto forti da far crollare la casa, ma abbastanza per farvi dispetto da mattina a sera.Commento
Gli scalcagnati della brigata di Cenne finiscono in febbraio, in una valle ghiacciata, popolata di orsi: nessun ristoro li aspetta la sera. Sembra un gioco del contrappasso medioevale: la pena di Cenne dopo il piacere di Folgòre.