Testo:
Il maggio voglio che facciate en Caglicon una gente di lavoratori,
con muli e gran destrier’ zoppicatori:
per pettorali forti reste d’agli.
Intorno questo sìanovi gran bagli
di villan scapigliati e gridatori,
de’ qual’ resolvan sì fatti sudori,
che turben l’aire sì che mai non cagli;
altri villan poi facendovi mance
di cipolle porrate e di marroni,
usando in questo gran gavazze e ciance:
in giù letame ed in alto forconi;
vecchie e massai baciarsi per le guance;
di pecore e di porci si ragioni.
Parafrasi
Voglio che trascorriate il maggio a Cagli [città tra Pesaro e Urbino] insieme con gente di fatica, con muli e grandi cavalli zoppi, che hanno per pettorali filza intrecciate di aglio. E tutt'intorno si tengano grandi balli, di villani scapigliati e urlanti, dai quali trasudino sudori da ammorbare l'aria, e questo tormento non venga mai a cessare. Poi altri villani che vi fanno offerte di cipolle in purea e di castagne, gozzovigliando e cianciando nel far ciò; in giù letame e in alto vi siano forconi; vecchie e contadini si baciano sulle guance e si tengono discorsi di pecore e di maiali.Commento
Maggio è rustico, tra contadini scapigliati che ballano; si mangiano cipolle e castagne, si ragiona di pecore e di porci. Cenne ha il gusto del pittoresco e un intuito teatrale da istrione quando colora vivacemente gli ambienti.