Testo:
Di maggio sí vi do molti cavagli,e tutti quanti sieno affrenatori,
portanti tutti, dritti corritori;
pettorali e testiere di sonagli,
bandiere e coverte a molti intagli
e di zendadi di tutti colori;
le targe a modo delli armeggiatori;
vïuole e rose e fior, ch'ogn'uom v'abbagli;
e rompere e fiaccar bigordi e lance,
e piover da finestre e da balconi
in giú ghirlande ed in su melerance;
e pulzellette e giovani garzoni
baciarsi nella bocca e nelle guance;
d'amor e di goder vi si ragioni.
Parafrasi
In maggio vi faccio dono di molti cavalli,che siano tutti quanti docili al freno,
atti a portare di buon passo il cavaliere, veri corridori;
testiere e pettorali ornati di sonagli,
bandiere e gualdrappe con molti intagli
di zendado di tutti i colori;
gli scudi tondi come hanno coloro che prendono parte ai tornei;
viole, rose e fiori che tutti incantino;
e rompere e spezzare aste da torneo e lance;
e pioggia di ghirlande dalle finestre e dai balconi,
e melarance gettate su a essi;
e fanciulle e giovinetti
che si bacino sulla bocca e sulle guance;
e si parli d'amore e di piacere.
Analisi del testo
Livello metricoSonetto con rime incrociate nelle quartine e alternate nelle terzine. Lo schema è ABBA, ABBA; CDC, DCD.
Livello lessicale, sintattico e stilistico
Sintatticamente il testo è retto interamente dal verbo «do» del v. 1, che indica il “dono” augurale che il poeta fa alla brigata di giovani cortesi e raffinati ai quali si rivolge. Molti versi sono quindi occupati solo da sostantivi ed aggettivi che costituiscono i complementi oggetto del verbo reggente; sono pochi i verbi di modo finito, sempre in proposizioni subordinate, e sempre al modo congiuntivo con valore desiderativo (v. 2, v. 8, v. 14). Valore desiderativo assumono anche i numerosi infiniti che si presentano nelle terzine (vv. 9-10, v. 13). L’assenza, a parte il primo verso, di un qualsiasi modo verbale della realtà crea un’atmosfera sospesa, atemporale, alla quale concorrono soprattutto gli infiniti delle terzine (che sintatticamente potrebbero dipendere dall’ormai lontano «do», ma che è possibile interpretare anche come asintattici; cfr. nota ). Quella di Folgòre è una sintassi della contemplazione, del sogno, in cui ciascun oggetto o ciascuna situazione si presenta con efficacia alla vista del lettore, catturandone l’attenzione e mettendo in secondo piano i rapporti di dipendenza logica.
Note:
Zendado = drappo sottile e fine come la seta.
Commento
Maggio è un mese libero, senza convenzioni cortesi: non inchini, ma baci sulla bocca. I cavalli, le giostre, le feste sono la cornice animata di questo tempo giovane e felice, che Folgore veste di finissimi drappi, sonagli, armi e fiori d'ogni specie che tutti incantino, con pioggia di ghirlande dalle finestre e dai balconi.