Testo:
Ed ogni giovedí tornïamento,e giostrar cavalier ad uno ad uno,
e la battaglia sia ’n luogo comuno,
a cinquanta e cinquanta, e cento e cento.
Arme, destrieri e tutto guarnimento,
sien d’un paraggio addobbati ciascuno;
da terza a vespro, passato ’l digiuno:
allora si conosca chi ha vento.
E poi tornare a casa alle lor vaghe,
ove seranno i fin letti soprani;
e’ medici fasciar percosse e piaghe,
e le donne aitar con le lor mani;
e di vederle sí ciascun s’appaghe,
che la mattina sien guariti e sani.
Parafrasi
E ogni giovedì vi sia torneo e giostrino i cavalieri a uno a uno, e la contesa si svolga in luogo aperto, a cinquanta, a cento cavalieri. Di armi, di destrieri e di tutta l'apparecchiatura, ciascuno sta fornito allo stesso modo; dalla mattina alla sera [si combatta] senza interruzione, incuranti del digiuno, e alla fine si saprà chi è il vincitore. E poi tutti tornino a casa dalle loro innamorate, dove troveranno i loro morbidissimi letti e i medici che fasceranno le ferite, e le donne aiutino con le loro mani: e ciascuno sia tanto lieto di vederle che il mattino dopo torni sano e integro.Commento
E' il giorno dei tornei: i cavalieri con le armi e i destrieri partecipano alle giostre a gruppi di cinquanta e di cento. Sono molti, ma la poesia non esprime il senso della folla né l'ampiezza del grande spettacolo: sembrano le note di una sapiente regia. Dopo il torneo il ritorno a casa, dove medici e donne sanano le «percosse e piaghe».