Dove: nel paese dei promessi sposi, nel paese di Bortolo, nel paese del bergamasco dove gli sposi si trasferiscono.
Quando: ottobre e novembre 1630; alcuni mesi e anni dopo.
Chi: Lucia, Renzo, Agnese, don Abbondio, la mercantessa, Ambrogio il sacrestano, il marchese, i nuovi compaesani degli sposi, l’amico, Bortolo.
Sintesi
Lucia torna al paeseUna sera, da una carrozza che si ferma davanti alla casa di Agnese scendono Lucia e la mercantessa. La mattina dopo, Renzo ha la sorpresa di incontrare Lucia e da lei apprende la morte di fra Cristoforo.
Don Abbondio non vorrebbe celebrare il matrimonio, ma la notizia della morte di don Rodrigo gli fa mutar parere
Dopo essersi fermato un po’ a chiacchierare con le donne, Renzo va a cercare don Abbondio per accordarsi sul matrimonio. Il curato tentenna ancora, adducendo a pretesto il bando di cattura ai danni di Renzo che, secondo lui, sconsiglia la celebrazione delle nozze al paese: meglio che i promessi si sposino addirittura nel bergamasco. Non servono le insistenze di Renzo e nemmeno quelle delle donne, ma un fatto nuovo fa mutare radicalmente l’atteggiamento di don Abbondio. Renzo gli comunica, infatti, che don Rodrigo è morto. Soltanto dopo che Ambrogio, il sacrestano, ha confermato le parole del giovane, il curato dà sfogo al suo sentimento di sollievo e di liberazione: tutto allegro, scherza con Agnese e con la mercantessa, promettendo perfino di accelerare i tempi per il matrimonio.
Don Abbondio e il marchese
Il giorno dopo, il marchese che ha ereditato le proprietà di don Rodrigo va a far visita a don Abbondio. Dice di aver saputo delle prepotenze usate dal suo predecessore nei confronti di Renzo e Lucia e di voler rimediare per quanto possibile. Don Abbondio gli suggerisce allora di acquistare le proprietà di cui i due promessi vogliono disfarsi, in vista del loro trasferimento nel bergamasco. Segnala inoltre l’opportunità di far cancellare il bando di cattura ai danni di Renzo, facendosi garante dell’onestà del giovane. Il marchese si dichiara disposto a seguire entrambi i suggerimenti del curato e si fa accompagnare a casa di Lucia, dove si conclude, vantaggiosamente per i due giovani, l’accordo per la vendita della terra e delle case.
Il documento ufficiale verrà stilato a casa del marchese, dove i promessi sono invitati a pranzo, con Agnese e la mercantessa, per il giorno successivo a quello delle nozze.
Le nozze di Renzo e Lucia e il distacco dal paese
Celebrate le nozze, il contratto di vendita viene steso con l’intervento di un nuovo notaio che ha sostituito l’Azzeccagarbugli, morto di peste. Ora nulla più trattiene al paese gli sposi, il cui unico cruccio è rappresentato dal fatto che padre Cristoforo non possa condividere la loro gioia: Renzo, Lucia e Agnese si apprestano alla partenza, mentre la mercantessa torna a Milano. Nel momento del distacco dai luoghi familiari, i nostri protagonisti provano un pò di tristezza, ma sono ormai orientati all’idea di un futuro altrove; senza contare che a quei luoghi sono legati a tristi ricordi.
La vita nel paese di Bortolo: piccole amarezze
Nella nuova residenza, a dire il vero, non tutto soddisfa pienamente gli sposi. Renzo, in particolare, si offende per alcuni apprezzamenti su Lucia, la cui bellezza risulta inferiore alle aspettative dei nuovi compaesani. L’irritazione lo fa diventare scontroso e antipatico, rendendogli difficile la vita in quell’ambiente.
Il trasferimento in un altro paese e la vita successiva, serena e tranquilla
Si presenta l’occasione di trasferirsi altrove, perché viene posto in vendita un filatoio, in un paese non lontano da Bergamo. Bortolo è interessato all’affare, ma ha bisogno della collaborazione di Renzo che dispone di denaro contante: la decisione è presa e i due cugini diventano soci. Nel nuovo paese, dove non si erano create aspettative sulla bellezza di Lucia, questa viene apprezzata e tutto risulta più facile, anche se non mancano, inevitabilmente, piccoli dispiaceri. Gli affari, comunque, vanno bene; a Renzo e Lucia nasce, entro un anno dal matrimonio, una bambina, che viene chiamata Maria. In seguito la famiglia si accresce di altri figli che danno molto lavoro alla nonna, Agnese. Quando ripensano alle disavventure passate, Renzo e Lucia cercano di cavarne un senso: Renzo ritiene di poter concludere che non bisogna esporsi, ma essere prudenti; Lucia, però, fa osservare che lei non si era mai esposta, eppure i guai le erano piombati addosso ugualmente.
La morale conclusiva è perciò questa: occorre prudenza e ponderazione nelle proprie scelte di vita, ma anche la fiducia in Dio, perché questa disposizione d’animo ci sostiene nel sopportare quei mali che ci affliggono anche senza nostra colpa. Dopo aver estratto questo «sugo» dalla storia, il narratore si congeda dai lettori.
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