Il monsone (termine arabo che significa "stagione") si ha quando i venti principali cambiano direzione e combinano la loro azione con l'effetto dei raggi del sole sulla superficie terrestre: in questo modo lungo quasi tutta la fascia tropicale della Terra si determinano la stagione delle piogge e la stagione asciutta. I meteorologi definiscono il monsone un vento periodico, caldo che si manifesta solitamente accompagnato da cicloni tropicali molto violenti.
Nelle aree caratterizzate dalla presenza di questi venti, dal subcontinente indiano fino al sud del Giappone, esistono principalmente due stagioni:
- Nel periodo estivo il monsone spira dall'oceano verso il continente mentre d'inverno dal continente verso l'oceano. La stagione in cui si concentrano le piogge, generalmente tra giugno e settembre, è caratterizzata dal monsone di sud-ovest, un vento carico di umidità proveniente dall'oceano indiano.
- Nel periodo invernale il monsone proviene da nord-est, la direzione viene deviata per effetto della rotazione terrestre. Dura dall'inizio di dicembre fino all'inizio di marzo ed è solitamente caratterizzato da un clima estremamente asciutto, ma anche mite e gradevole.
In questo periodo può piovere per 60 giorni e anche di più. In alcune regioni si tratta di pioggia quasi ininterrotta, ma nella maggior parte dei casi sono violenti e improvvisi acquazzoni che si verificano tutti i giorni. Dopo essersi protratto per molte settimane il monsone si esaurisce e cede il posto a piogge intermittenti o addirittura a una stagione arida a seconda della regione. Ma non si tratta di un meccanismo automatico: per motivi non ancora spiegati, il monsone può tardare o non arrivare del tutto, causando in tal caso carestie disastrose, perché senza queste piogge annuali l'agricoltura di alcune regioni collasserebbe.
Fra i prodotti della zona monsonica che si adattano bene ad un clima umido vi sono: piante da cui si estrae il caucciù, il teck, l'ebano, il riso, il tè, la canna da zucchero e il cotone.
Nelle aree caratterizzate dalla presenza di questi venti, dal subcontinente indiano fino al sud del Giappone, esistono principalmente due stagioni:
- Nel periodo estivo il monsone spira dall'oceano verso il continente mentre d'inverno dal continente verso l'oceano. La stagione in cui si concentrano le piogge, generalmente tra giugno e settembre, è caratterizzata dal monsone di sud-ovest, un vento carico di umidità proveniente dall'oceano indiano.
- Nel periodo invernale il monsone proviene da nord-est, la direzione viene deviata per effetto della rotazione terrestre. Dura dall'inizio di dicembre fino all'inizio di marzo ed è solitamente caratterizzato da un clima estremamente asciutto, ma anche mite e gradevole.
In questo periodo può piovere per 60 giorni e anche di più. In alcune regioni si tratta di pioggia quasi ininterrotta, ma nella maggior parte dei casi sono violenti e improvvisi acquazzoni che si verificano tutti i giorni. Dopo essersi protratto per molte settimane il monsone si esaurisce e cede il posto a piogge intermittenti o addirittura a una stagione arida a seconda della regione. Ma non si tratta di un meccanismo automatico: per motivi non ancora spiegati, il monsone può tardare o non arrivare del tutto, causando in tal caso carestie disastrose, perché senza queste piogge annuali l'agricoltura di alcune regioni collasserebbe.
Fra i prodotti della zona monsonica che si adattano bene ad un clima umido vi sono: piante da cui si estrae il caucciù, il teck, l'ebano, il riso, il tè, la canna da zucchero e il cotone.
Teoria sui monsoni
Attualmente si tende a ricondurre i monsoni alle grandi strutture zonali della circolazione atmosferica. Così il monsone invernale sarebbe la normale corrente dell'aliseo di nord-est che spira in quest'area quando i cicloni equatoriali e la fascia dei venti occidentali si spostano verso sud oltre l'equatore, mentre il monsone estivo sarebbe dovuto all'accentuato spostamento a nord della zona di convergenza intertropicale e al penetrare quindi nell'emisfero settentrionale delle strutture bariche e delle circolazioni proprie dell'emisfero meridionale. La circolazione al suolo dei monsoni è stata anche messa in relazione con la circolazione in quota, in particolare con le correnti a getto e con i fenomeni di convergenza e divergenza che influiscono sulle situazioni bariche al suolo.