Sopra un bassorilievo antico sepolcrale dove una giovane morta è rappresentata in atto di partire, accomiatandosi dai suoi. La canzone fu composta tra il 1831 e il 1835 nel periodo in cui era forte la sua passione per Fanny Targioni Tozzetti (ma si trattava di un amore non corrisposto) e pubblicata la prima volta nell'edizione di Napoli 1835.
Centrale è la riflessione sulla morte, causa d’affanno per i vivi, eroicamente affrontata invece dalla fanciulla, rappresentata sul monumento nell'atto di scendere agli Inferi.
Il tema della giovinezza stroncata da una morte prematura ricorre costantemente nella poesia di Leopardi, specie nei Canti recanatesi (A Silvia, Le ricordanze), ed è spesso associata alla caduta delle illusioni del poeta.
Leopardi accettava la concezione stoica per la quale in certe condizioni è meglio il suicidio che accettare le disgraziate condizioni di vita. Questo era dovuto alla sua infelicità sentimentale, al suo terribile stato fisico e salutare che lo rendevano ostile agli altri, tranne che a pochi intimi amici. Ma in questa poesia sposta il suo interesse verso la vita, sconfiggendo, una volta per sempre l'idea del suicidio. Infatti Leopardi, del resto non si suicidò mai. Allontana definitivamente l’idea del suicidio perché è ormai fuori dalla tempestosa bufera amorosa, e vive nelle agitate acque delle giornate napoletane, affrontando i problemi della vita quotidiana.
La canzone non è rimata in maniera regolare, ma è modulata su una fitta trama di rime, assonanze e consonanze, tra verso e verso e all'interno dei versi stessi. Le strofe sono di lunghezza diversa (complessivamente 109 versi).
La seconda parte della canzone ruota intorno al tema della natura: una natura, più che matrigna, indifferente.
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Commento
Fu ispirata dalla vista di un bassorilievo funebre che vide durante il suo viaggio romano nello studio dello scultore Pietro Tenerani. Era scolpito per la tomba di una giovane fanciulla, Clelia Severini, morta a 19 anni.Centrale è la riflessione sulla morte, causa d’affanno per i vivi, eroicamente affrontata invece dalla fanciulla, rappresentata sul monumento nell'atto di scendere agli Inferi.
Il tema della giovinezza stroncata da una morte prematura ricorre costantemente nella poesia di Leopardi, specie nei Canti recanatesi (A Silvia, Le ricordanze), ed è spesso associata alla caduta delle illusioni del poeta.
Leopardi accettava la concezione stoica per la quale in certe condizioni è meglio il suicidio che accettare le disgraziate condizioni di vita. Questo era dovuto alla sua infelicità sentimentale, al suo terribile stato fisico e salutare che lo rendevano ostile agli altri, tranne che a pochi intimi amici. Ma in questa poesia sposta il suo interesse verso la vita, sconfiggendo, una volta per sempre l'idea del suicidio. Infatti Leopardi, del resto non si suicidò mai. Allontana definitivamente l’idea del suicidio perché è ormai fuori dalla tempestosa bufera amorosa, e vive nelle agitate acque delle giornate napoletane, affrontando i problemi della vita quotidiana.
Analisi del testo
Schema metrico: canzone libera.La canzone non è rimata in maniera regolare, ma è modulata su una fitta trama di rime, assonanze e consonanze, tra verso e verso e all'interno dei versi stessi. Le strofe sono di lunghezza diversa (complessivamente 109 versi).
La seconda parte della canzone ruota intorno al tema della natura: una natura, più che matrigna, indifferente.
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