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Libro XXVI Iliade - Analisi temi e personaggi

Analisi dei temi trattati e descrizione dei personaggi del sedicesimo libro dell'Iliade.

Temi

La morte di Patroclo, con cui si chiude il libro, è l’elemento centrale, non solo di questo libro, ma anche dell’intero poema: è infatti l’evento che addolora a tal punto Achille da indurlo a tornare in battaglia per vendicare l’amico. La morte di Patroclo ribadisce il rapporto profondo dell’amicizia, la philia eroica, che è un vincolo fondamentale nella società aristocratica.

Un altro tema rilevante è quello del duello, fra Patroclo e Sarpedonte prima, fra Patroclo ed Ettore poi: i due duelli seguono lo stesso rituale, con la differenza che la morte di Patroclo è direttamente “operata” da Apollo. Il parallelismo fra i due scontri è dato anche dal fatto che se il primo conduce inevitabilmente Patroclo contro Ettore, il secondo prelude a quello finale tra Ettore e Achille. In entrambi i duelli è decisiva la partecipazione degli dei: Zeus, che pure finora ha “manovrato” gli eventi, è costretto ad arrendersi di fronte alla necessità fatale della morte dell’adorato figlio Sarpedonte, per cui soffre come un mortale; Apollo determina la morte di Patroclo, che è pienamente consapevole di ciò, tanto da comprendere la volontà divina che lo conduce alla fine.


Il narratore

Il sedicesimo libro vede alcuni significativi interventi del poeta, non solo come narratore onnisciente, con la conoscenza profetica del corso degli eventi, ma anche con la sua partecipazione emotiva (rivelata dall’uso del pronome di 2° persona) quando si rivolge direttamente, con forte accentuazione patetica, all’eroe, e nel dialogo con Achille, quando si avvicina ormai la morte: questo eroe, che entra in scena quasi solo per morire, suscita la compassione del poeta.


Lo spazio

La prima parte del libro è ambientata nella tenda di Achille, luogo, come si è visto
(9 libro), separato dal resto dell’accampamento: infatti, nel dialogo fra i due eroi prevale, soprattutto da parte di Achille, il desiderio di estraniarsi dai compagni, che culmina con un sogno a occhi aperti: lui solo, con Patroclo, conquisterà Troia. Tuttavia Patroclo ottiene permesso di entrare in battaglia con le armi dell’amico: l’allontanamento dalla tenda coincide con il destino di morte e il campo di battaglia rappresenta il ritorno all’ideale eroico. Inoltre, la costruzione del muro intorno alle navi achee ha delimitato in modo netto lo spazio delle armi; se fino ad ora abbiamo assistito alla fuga degli Achei verso le navi, oltre questo muro, dopo l’intervento di Patroclo, il fronte si capovolge e vedremo il ritorno dei Troiani verso la cinta della città. Con il rientro di Achille, questa sarà l’estremo baluardo dell’esercito troiano.


Il tempo

Il sedicesimo libro narra le vicende del terzo giorno di battaglia; tuttavia il racconto dal nono libro in poi è segnato dall’aggravarsi progressivo delle sorti degli Achei, in un continuo avvicendarsi di scontri e ferimenti: è un susseguirsi che sembra dilatare il tempo, moltiplicando le vicende narrate.


L'ordine della narrazione

Il duello fra Patroclo ed Ettore si conclude con la profezia della prossima morte di Ettore per mano di Achille: il motivo, anticipato nel quinto libro, viene ripreso e la vicenda sembra saldarsi alla premessa iniziale: la morte di Ettore, profetizzata nei primi libri, torna ad essere il tema principale. L’anticipazione sottolinea il sacrificio di Patroclo che così rientra in un disegno più generale: la sua morte avviene solo quando la situazione richiede il ritorno di Achille e l’avverarsi del destino di Ettore.


Personaggi

Le parole di Patroclo, che aprono il libro, mettono l’accento su quanto già era
emerso nel nono libro: l’ira di Achille è un comportamento selvaggio, che danneggia gli Achei e soprattutto offende la comunità degli eroi, da cui Achille in questo modo si pone fuori.
Dal canto suo Patroclo, in qualità di mediatore, non può che cercare di contrastare la decisione dell’amico rivelando una maggiore sensibilità: è un eroe che sa perdonare e provare pietà per i compagni. Mentre Achille resta “bloccato” nella sua irremovibile ira, gravida di conseguenze luttuose, Patroclo domina il canto: sia per la saggezza che rivela nel dialogo con Achille, sia per l’eroismo che dimostra nelle sue gesta; egli, più anziano di Achille, incaricato dallo stesso Peleo di accompagnare il figlio, e l’eroe assennato e coraggioso, rimasto in ombra fin qui e sapientemente posto al centro della scena, proprio nel momento in cui è decretata la sua morte.
L’ostinazione di Achille lo costringe a entrare in battaglia e vi trova la morte, per mano di Apollo, non di Ettore: un uomo di tanta virtù può essere abbattuto non da un altro uomo, ma solo da un dio. Così si compie il destino che, riportando Achille in battaglia, avvera la profezia della morte di Ettore.



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