Jan Brueghel il Vecchio, "Grotta fantastica con Odisseo e Calipso", olio su tela, 1616. Londra, Johnny van Haeften Gallery |
Tema centrale
Il tema centrale del libro è la partenza di Odisseo, progettata e decisa dagli dei, preparata dalla profezia di Atena-Mente nel primo libro, desiderata dall’eroe, che nulla può, tuttavia, senza un intervento divino. La lunga permanenza di Odisseo nell’isola di Calipso è un’invenzione omerica senza riscontri nel mito: in questo libro Omero si è ritagliato uno spazio creativo autonomo dalla tradizione per introdurre una vicenda e un personaggio, appunto quello di Calipso, enigmatici e affascinanti. Anche se nel racconto la presenza di questa ninfa e la vita di Odisseo accanto a lei occupano uno spazio ridotto, si allude a una lunga consuetudine e a un sentimento di amore sconosciuto nel poema e che cede di fronte all’esigenza superiore del ritorno di Odisseo. Inoltre il legame fra la ninfa e l’eroe mette a confronto due diverse concezioni della vita: Calipso, che desidera trattenere accanto a sé Odisseo, gli offre ripetutamente di godere del cibo degli dei, nettare e ambrosia, per diventare immortale: ma l’eroe persiste nel rifiuto e preferisce alla condizione serena ma immobile dell’immortalità la condizione dell’uomo mortale, la cui esistenza comporta sofferenza e morte, ma anche gioia, partecipazione, coinvolgimento. Odisseo non vuole né la morte gloriosa degli eroi dell’Iliade, che trasfigurava una giovane vita nel ricordo eterno, né l’immortalità degli dèi, che è una continua sottrazione di vitalità, e sceglie la dimensione umana dell’esistenza, la cui morte giunge come coronamento di una vita lunga e piena.Il narratore
Il poeta rappresenta con toni incantati il viaggio di Hermes, quindi l’isola di Calipso,dà voce alla passione femminile e alla nostalgia dolente di Odisseo senza mai scoprirsi. Fin dalle prime battute del protagonista comprendiamo come Omero abbia delineato questo personaggio, che pure fa parte del ciclo epico e della tradizione leggendaria più antica, secondo modi nuovi: Odisseo è un uomo che riflette, che esprime i suoi desideri, che si assume delle responsabilità, con una consapevolezza inedita; è il protagonista maturo che in una lunga sezione del poema (dal libro IX al XII) saprà essere narratore di se stesso.
Lo spazio
Abbandonato fisicamente lo spazio della reggia e i luoghi visitati da Telemaco, si apre uno scenario favoloso, quello remoto dell’isola di Calipso, una sorta di paradiso dalla rigogliosa vegetazione, di cui parla solo Omero in questo libro dell'Odissea.Un luogo magico, nato dall’immaginazione, inquietante, perché privo di uomini, isolato, confinato In una lontananza indefinita; in particolare, la grotta di Calipso, che rappresenta un’abitazione primitiva, ha fatto pensare ad una sorta di oltretomba, di luogo oscuro e magico.
A questo spazio si contrappone quello di Itaca, non descritto, ma vagheggiato e desiderato da Odisseo piangente sulla riva del mare.
Il tempo
L’esordio del quinto libro riporta la vicenda al primo giorno della narrazione, cioè al primo libro: il viaggio di Odisseo parte contemporaneamente a quello di Telemaco e l’interruzione, tipica della poesia epica, è solo illusoria, dovuta alla necessità di dare spazio agli altri racconti, che sono una pausa narrativa, non dell’azione. Da un punto di vista simbolico, tuttavia, il tempo di Odisseo inizia solo in questo libro, perché da questo momento egli, dopo un lungo periodo nel quale è lontano dagli uomini, fuori del mondo, inizia il suo riavvicinamento alla vita normale e alla patria. D’altra parte, la narrazione è molto condensata: copre i quattro giorni durante i quali Odisseo costruisce la zattera e i venti giorni trascorsi in mare, alla fine dei quali tocca terra nel paese dei Feaci.
Personaggi
Odisseo entra in scena presentato come un uomo dolente. Come al solito, il poeta non ne dà una descrizione fisica, lo caratterizza semmai attraverso gli epiteti, che si sottraggono alla fissità abituale degli epiteti omerici e servono invece a tratteggiare il profilo del personaggio, segnalandone la ricchezza umana: Odisseo è un uomo ricco di esperienze, di conoscenza, segnato dalla sofferenza, e ormai destinato al ritorno. D’altra parte il personaggio si caratterizza, come già aveva ricordato Elena nel terzo libro dell’Iliade, nei discorsi, in cui egli esprime valutazioni e fa considerazioni in una prospettiva nuova rispetto agli eroi dell’Iliade, ai quali manca un’attitudine riflessiva e introspettiva. Il personaggio di Calipso non ha tracce nel mito, è un’invenzione omerica: è affascinante perché misterioso e in un certo senso ambiguo: il suo isolamento ne fa una figura quasi favolosa e l’isola dove vive, Ogigia, ha connotazioni strane, inquietanti, un po’ funeree (proprio perché regna l’immortalità, in un’eterna primavera); e rappresenta una specie di nascondiglio, soprattutto se è esatta l’etimologia che fa derivare da kalypto, “nascondo”, il nome Calipso. Nelle accorate parole che la ninfa pronuncia traspare un sentimento nuovo, che raramente ha spazio nella poesia epica, l’amore-passione, anche se è solo accennato di sfuggita.
Gli dei
Il concilio degli dei che apre il libro riprende quello del primo libro: serve a riproporre l’inizio del viaggio di Odisseo, dopo l’interruzione della Telemachìa. Hermes si presenta come un valido aiutante (adiutore) di Odisseo, compito che assolverà spesso nel corso della vicenda, anche solo indirettamente. In realtà il dio interviene su Calipso e, come del resto Atena, si limita a dare una sorta di impulso al viaggio di Odisseo, che, ostacolato dall’ira di Poseidone, dovrà affrontare in prima persona i rischi del ritorno.