La piccola flotta di Odisseo approda all’isola Eolia, patria di Eolo, re dei venti, signore di un luogo incantato; l’isola è circondata da un muro di bronzo e la reggia di Eolo è abitata dal dio, dalla moglie e dai suoi figli. Dopo un mese di permanenza, Odisseo parte con i suoi compagni, portando con sé un otre regalato da Eolo, che vi ha racchiuso tutti i venti, eccetto Zefiro, il vento occidentale propizio, in modo da assicurare un felice ritorno. Ma, giunti ormai in vista della costa di Itaca, i compagni di Odisseo, pensando che l’otre racchiuda un tesoro che egli non vuole dividere con essi, mentre Odisseo dorme, lo aprono provocando una terribile tempesta, che li porta fuori rotta.
Approdano nuovamente all’isola di Eolo che, riconoscendo nell’accaduto l’ira degli dei, rifiuta di dare un nuovo aiuto a Odisseo. Ripartito da lì, Odisseo giunge con suoi uomini nella terra dei Lestrigoni, giganti cannibali: mentre i compagni ormeggiano le loro navi in porto, la sola nave di Odisseo non vi getta l’ancora: l’eroe ordina ad alcuni dei suoi di esplorare la zona; questi, raggiunta una città, sono accolti dal re Antifate che divora uno di loro; neppure gli altri riescono a fuggire, perché i Lestrigoni, chiamandosi l’un con l’altro, gettano pietre sugli uomini delle navi ancorate in porto e, infilzandoli come pesci con delle forche, se li divorano.
Solo la nave di Odisseo si salva con la fuga e giunge di lì all’isola della maga Circe, Eea. Dopo due giorni di sosta nell’isola , Odisseo va in esplorazione. Recatosi su un altura, vede un fumo alzarsi, come da un’abitazione: decide allora di mandare dei suoi compagni in avanscoperta, nonostante tutte le incognite legate a questa nuova missione.
Divide gli uomini in due gruppi, la sorte sceglie quello capeggiato da Euriloco. Giunti nei pressi del palazzo della maga, sono subito ammaliati dal canto di Circe stupefatti dalle belve che ne custodiscono la casa: mangiano cibi e bevande drogati e vengono trasformati in porci. Scampato all’incantesimo solo Euriloco, che si era prudentemente tenuto in disparte, torna a informare Odisseo, che vuole raggiungere subito il palazzo incantato. Sulla strada incontra Hermes, che gli dà un’erba con cui potrà difendersi dalle pozioni della maga e gli suggerisce di sguainare la spada appena la dea gli ordinerà di andare nel porcile con i compagni. Giunto da Circe, Odisseo, seguendo le istruzioni di Hermes, riesce a evitare l’incantamento della dea e ottiene che i suoi compagni ritornino uomini; dopo aver chiamato a sé quanti sono rimasti sulla nave, accetta di fermarsi da lei, ospitato in modo splendido. Dopo un anno, quando Odisseo sembra aver ormai dimenticato di far ritorno a casa, i compagni gli chiedono di prender congedo dalla maga; così egli la prega di lasciarlo partire; Circe acconsente, ma rivela a Odisseo che prima di tornare a Itaca l’eroe dovrà compiere un altro viaggio, nell’oltretomba per conoscere dall’indovino Tiresia il suo destino. Circe dà tutte le istruzioni necessarie e gli consegna un montone e una pecora nera per i sacrifici in onore degli dei inferi. Odisseo esorta i suoi compagni a ripartire, destando tuttavia in loro angoscia e paura quando rivela la meta immediata del loro viaggio.
CONTINUA SU: Riassunto Libro 11 Odissea
Approdano nuovamente all’isola di Eolo che, riconoscendo nell’accaduto l’ira degli dei, rifiuta di dare un nuovo aiuto a Odisseo. Ripartito da lì, Odisseo giunge con suoi uomini nella terra dei Lestrigoni, giganti cannibali: mentre i compagni ormeggiano le loro navi in porto, la sola nave di Odisseo non vi getta l’ancora: l’eroe ordina ad alcuni dei suoi di esplorare la zona; questi, raggiunta una città, sono accolti dal re Antifate che divora uno di loro; neppure gli altri riescono a fuggire, perché i Lestrigoni, chiamandosi l’un con l’altro, gettano pietre sugli uomini delle navi ancorate in porto e, infilzandoli come pesci con delle forche, se li divorano.
Solo la nave di Odisseo si salva con la fuga e giunge di lì all’isola della maga Circe, Eea. Dopo due giorni di sosta nell’isola , Odisseo va in esplorazione. Recatosi su un altura, vede un fumo alzarsi, come da un’abitazione: decide allora di mandare dei suoi compagni in avanscoperta, nonostante tutte le incognite legate a questa nuova missione.
Divide gli uomini in due gruppi, la sorte sceglie quello capeggiato da Euriloco. Giunti nei pressi del palazzo della maga, sono subito ammaliati dal canto di Circe stupefatti dalle belve che ne custodiscono la casa: mangiano cibi e bevande drogati e vengono trasformati in porci. Scampato all’incantesimo solo Euriloco, che si era prudentemente tenuto in disparte, torna a informare Odisseo, che vuole raggiungere subito il palazzo incantato. Sulla strada incontra Hermes, che gli dà un’erba con cui potrà difendersi dalle pozioni della maga e gli suggerisce di sguainare la spada appena la dea gli ordinerà di andare nel porcile con i compagni. Giunto da Circe, Odisseo, seguendo le istruzioni di Hermes, riesce a evitare l’incantamento della dea e ottiene che i suoi compagni ritornino uomini; dopo aver chiamato a sé quanti sono rimasti sulla nave, accetta di fermarsi da lei, ospitato in modo splendido. Dopo un anno, quando Odisseo sembra aver ormai dimenticato di far ritorno a casa, i compagni gli chiedono di prender congedo dalla maga; così egli la prega di lasciarlo partire; Circe acconsente, ma rivela a Odisseo che prima di tornare a Itaca l’eroe dovrà compiere un altro viaggio, nell’oltretomba per conoscere dall’indovino Tiresia il suo destino. Circe dà tutte le istruzioni necessarie e gli consegna un montone e una pecora nera per i sacrifici in onore degli dei inferi. Odisseo esorta i suoi compagni a ripartire, destando tuttavia in loro angoscia e paura quando rivela la meta immediata del loro viaggio.
CONTINUA SU: Riassunto Libro 11 Odissea