Teti consegna le armi divine ad Achille che, in preda alla disperazione si strugge e rifiuta ogni conforto; la dea gli promette di conservare intatto il corpo di Patroclo finché Achille tornerà al campo, dopo aver vendicato l’amico.
Nel corso di un’assemblea il Pelide riconosce il suo grave errore e propone di riprendere subito la guerra. Agamennone, a sua volta, ricorda la propria colpa, che tuttavia attribuisce all’accecamento causato in lui da Ate, colei che, scagliata sulla terra da Zeus, sempre induce in errore gli uomini.
Propone che vengano portati i doni promessi ad Achille, il quale, pur volendo tornare subito in battaglia, accetta la proposta di Odisseo, che suggerisce di mangiare e riposarsi, approfittando della tregua d’armi. Achille, prostrato dal dolore, non tocca cibo, ma Atena infonde nel suo petto nettare e ambrosia perché abbia vigore per la battaglia.
Agamennone restituisce Briseide ad Achille giurando di non averla mai toccata, e la fanciulla si getta sul corpo di Patroclo e lo piange con sincere parole di dolore e rimpianto. E giunge il momento di indossare le armi (vv. 364-391).
Infine Achille incita i cavalli divini. Xanto, cui Era dona la voce, gli risponde con parole profetiche (vv. 408-417).
Achille risponde d’essere consapevole della sua sorte, ma di volere, nonostante ciò, scendere al più presto in armi.
CONTINUA SU: Riassunto Libro 20 Iliade
Nel corso di un’assemblea il Pelide riconosce il suo grave errore e propone di riprendere subito la guerra. Agamennone, a sua volta, ricorda la propria colpa, che tuttavia attribuisce all’accecamento causato in lui da Ate, colei che, scagliata sulla terra da Zeus, sempre induce in errore gli uomini.
Propone che vengano portati i doni promessi ad Achille, il quale, pur volendo tornare subito in battaglia, accetta la proposta di Odisseo, che suggerisce di mangiare e riposarsi, approfittando della tregua d’armi. Achille, prostrato dal dolore, non tocca cibo, ma Atena infonde nel suo petto nettare e ambrosia perché abbia vigore per la battaglia.
Agamennone restituisce Briseide ad Achille giurando di non averla mai toccata, e la fanciulla si getta sul corpo di Patroclo e lo piange con sincere parole di dolore e rimpianto. E giunge il momento di indossare le armi (vv. 364-391).
Infine Achille incita i cavalli divini. Xanto, cui Era dona la voce, gli risponde con parole profetiche (vv. 408-417).
Achille risponde d’essere consapevole della sua sorte, ma di volere, nonostante ciò, scendere al più presto in armi.
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